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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

“Cucina calabrese nel mondo”: il Punto Calabro dell’Associazione AsSud celebra le eccellenze enogastronomiche della Calabria

ASSOCIAZIONI

ROMA – Cucina calabrese nel mondo: questo è stato il tema del Punto Calabro tenutosi online nei giorni scorsi quale progetto dell’Associazione AsSud: un appuntamento a ridosso proprio dell’inizio quinta edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (dal 23 al 29 novembre), dedicata quest’anno alla figura del romagnolo Pellegrino Artusi, considerato il padre della tradizione culinaria italiana ma anche ai primi dieci anni della dieta mediterranea come patrimonio Unesco. “Cibo felice” è la traduzione del modo in cui gli inglesi definiscono la nostra cucina che è idealmente associata all’idea del sorriso e dell’allegria diffusa ormai ovunque perché ovunque nel mondo sono gli italiani e in particolare i nativi della splendida Regione Calabria. Spagna, Germania, Argentina, Cile e tanti altri Paesi nel mondo ospitano ad oggi tantissimi discendenti calabresi. Perché dunque l’idea di un ‘Punto calabro’? “Punto calabro perché è un punto d’incontro, anche se online, e un momento per fare il punto sulla vita delle nostre collettività all’estero e perché, nonostante tutto, puntiamo sulla Calabria e perché il richiamo di questa terra è fortissimo”, ha spiegato il ricercatore Giuseppe Sommario ideatore del Piccolo Festival delle Spartenze sottolineando anche altri due progetti: uno in divenire con la creazione di una redazione mondiale per connettere i discendenti calabresi nel mondo – progetto che sarà presentato alla prossima edizione del Festival delle Spartenze – e un altro già esistente ossia un vero e proprio TG in dialetto trasmesso dall’emittente Patrimonio Italiano TV.

Perché un focus sulla cucina calabrese? “Perché la cucina non è soltanto cibo ma è anche cultura legata ad un territorio”, ha aggiunto Sommario introducendo gli ospiti del Punto Calabro. Francesco Mazzei, rinomato Chef attivo nel Regno Unito, già insignito di diversi riconoscimento internazionali e nazionali tra cui proprio il Premio delle Spartenze, ha ricordato a sua volta la figura di Artusi come modello da seguire per portare nel mondo la cucina di casa, “quella della mamma, fatta di ‘Nduja, bergamotto e cavatelli” ha raccontato Mazzei parlando della cucina che ha esportato all’estero ossia quella genuina delle tradizioni. “La cucina calabrese è da un certo punto di vista un terreno fertile, nel senso che può dare molto, perché all’estero è difficile trovare la nostra cucina più genuina”, ha spiegato lo Chef che ha sottolineando scherzosamente l’appellativo di “Re della ‘Nduja” che gli è stato conferito nel Regno Unito. Come ha voluto sintetizzare lo stesso Mazzei, la cucina ha anche avuto un ruolo importante nell’elevare tout court l’immagine della Calabria nel mondo. Anche Carmelo Fabbricatore, Presidente dell’Unione Regionale Cuochi Calabria nonché membro della Federazione Italiana Cuochi, è stato insignito di prestigiosi riconoscimenti. “La cucina italiana nel mondo è la più ambita e ricercata per cui servirebbero più persone in grado di svolgere questo lavoro di esportazione”, ha commentato Fabbricatore auspicando un migliore approvvigionamento dei prodotti. “I salumi più buoni li ho mangiati, negli ultimi quindici anni, a Toronto perché sono frutto della cultura e tradizione calabrese: abbiamo un paniere di prodotti che tutto il mondo ci invidia”, ha aggiunto evidenziando il ruolo portante delle associazioni di categoria.

Valerio Caparelli, giornalista specializzato in informazione enogastronomica, ha spiegato quanto sia importante il ruolo della narrazione nella divulgazione in campo culinario. “Bisogna fare in modo che la tecnica dei grandi cuochi sia espressa in modo corretto per esaltare al meglio la loro arte: non si tratta di una semplice comunicazione perché bisogna anzitutto amare il buon cibo e il buon bere”, ha spiegato Caparelli menzionando il progetto dei distretti del cibo come strumento per mettere in rete questo sapere. Il cibo è legato anche ad usanze, rituali e modi di dire espressi ad esempio in quel “vieni a favorire” quando si vuol invitare un commensale. “Il concetto del favorire è infatti un modo per condividere un sapere a tavola”, ha aggiunto il giornalista. Si è quindi parlato della figura di Pellegrino Artusi. “Una figura importantissima che ha valorizzato la cucina italiana ma ne abbiamo avuta una sola: pensate se ne avessimo avuto un Artusi per ogni regione italiana”, ha commentato lo Chef Mazzei. “Artusi è il primo ad aver reso nota la cucina italiana in un’epoca nella quale non c’erano certamente i social per divulgare le ricette”, ha commentato Fabbricatore ricordando come si celebri il bicentenario della sua nascita e come, dalle lettere inviate dai nobili dell’epoca ad Artusi, emergessero note di ringraziamento per la facilità nel mettere in pratica i suoi insegnamenti, tanto eccellenti quanto chiari. “Oggi Artusi sarebbe una sorta di creativo e filosofo della cultura, perché la sua intuizione fu quella di liberare la ricetta che aveva fino a quel momento solo una natura prescrittiva trasformando così il piatto in un racconto di vita e di ricordi, modificando la scrittura stessa della ricetta. Oggi, proprio grazie a questa intuizione di Artusi, gli chef possono andare in televisione o scrivere libri”, ha evidenziato Caparelli sottolineando la lungimiranza di una figura come quella di Pellegrino Artusi: un vero precursore dei tempi moderni.

“Lotta allo spreco alimentare” e “dieta sana” sono le due espressioni che ha voluto menzionare lo Chef Mazzei parlando di una sorta di ‘medicina della vita’ associata al cibo: “la dieta mediterranea sta tornando ‘di moda’ in giro per il mondo”.  A sottolineare il ruolo salutare della dieta mediterranea è stato Fabbricatore andando ad una spiegazione storica. “Un tempo si consumava quello che offriva la stagione: pertanto ci si nutriva con cibo fresco e salutare. Oggi tutto questo equilibrio è stravolto dalla grande distribuzione che mette insieme più tradizioni alimentari. Bisogna ripartire dalla scuola e insegnare ai bambini da dove provengono il latte oppure i pomodori: a questa domanda, c’è stato chi ha risposto che vengono dal frigorifero”, ha commentato con un’amara, quanto purtroppo veritiera, battuta Fabbricatore auspicando in tal senso un ritorno all’educazione alimentare di base per gli italiani. Come coniugare concetti come Made in Italy e cucina calabrese? “Capendo che parliamo di uno stile di vita: se la dieta mediterranea è divenuta patrimonio Unesco è per l’insieme di rappresentazioni, tradizioni e conoscenze dei popoli mediterranei. Calabria e Made in Italy rappresentano un patrimonio sia tangibile che intangibile perché valorizzano anche cultura e territorio”, ha spiegato Caparelli sottolineando come, tuttavia, per promuovere al meglio tutto questo occorrano oltre naturalmente agli eventi nel mondo anche ‘ambasciatori’ esperti della materia e in grado di divulgarla correttamente. “Essere divulgatori della cucina oggi è un fattore di enorme responsabilità”, ha aggiunto il giornalista precisando come una corretta informazione possa aiutare anche nel contrasto alla ‘contraffazione’: una realtà nota anche come ‘italian sounding’. (Simone Sperduto/Inform)

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