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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Convivialità, sostenibilità e innovazione: alla Farnesina la presentazione della VII edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo

FARNESINA

 

ROMA – Si è tenuto, presso la Sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina, l’evento di presentazione sulla VII edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo che quest’anno è dedicata al tema   “Convivialità, sostenibilità e innovazione: gli ingredienti della cucina italiana per la salute delle persone e la tutela del pianeta”.

L’incontro è stato moderato dal Direttore Generale del Maeci per la Promozione del Sistema Paese Enzo Angeloni il quale ha spiegato come la Settimana della Cucina Italiana sia una “rassegna tematica annuale giunta alla sua VII edizione, volta a valorizzare le eccellenze del settore promuovendo il paese attraverso la propria tradizione culinaria e attraverso sinergie tra il mondo dell’enogastronomia e altre eccellenze made in Italy come il design, lo sport, al fine di sostenere le nostre esportazioni ed attrarre flussi turistici. Ci muoviamo quindi – ha aggiunto – in un’ottica di promozione integrata”

Angeloni si è poi soffermato sulla scelta del titolo: “si intende sottolineare l’armonia tra la salute dell’individuo e quella della società che caratterizza i prodotti e modi di produzione italiani”.

Il direttore generale, prima di mostrare una clip su un corso culinario in videolezioni tradotto in sette lingue realizzato dall’Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha ricordato come in programma per la Settimana ci siano 1200 eventi, un dato “in crescita rispetto alle edizioni precedenti”.

Ha poi preso la parola il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani che ha sottolineato l’importanza dell’azione coordinata e unitaria portata avanti in questo settore dal Governo e la centralità della cucina italiana come vettore per il turismo.

“Questa non è una parata di rappresentanti del governo: stare insieme qui serve a dimostrare che il Governo ha una visione complessiva di come deve essere l’Italia e cosa deve fare da qui ai prossimi anni. Una strategia che vede ogni singola parte come componente essenziale di un grande mosaico, che è quello che deve riguarda l’azione di un Governo per dare forza prestigio e risultati economici al nostro paese. Insomma un lavoro di insieme, perché ogni nostra azione si integra con l’altro rappresentante del Governo perché esiste una comune visione. E questo grazie anche alla collaborazione di tutti i servitori dello stato e delle associazioni che rappresentano una sorta di sussidiarietà orizzontale che qualifica e caratterizza il nostro paese”.

“Sostenere la cucina italiana” ha continuato Tajani “significa dare un messaggio politico preciso: alimentazione salute, turismo, presenza in tutti i continenti. Significa avere un’Italia capace di essere protagonista, di esportare i suoi prodotti, di elaborarli con realizzazioni concrete da portare sulle tavole nel mondo, e di esportare la visione di una cucina di qualità”. Il Ministro degli esteri ha poi elogiato la dieta mediterranea come “miglior tutela della salute dell’uomo”, difesa anche da parlamentare europeo, non tanto per “amor di patria, ma perché crediamo che quel tipo di alimentazione sia la più sana e la più utile per prolungare la vita di ciascuno di noi”. Un modello che però necessita di una difesa: “ci battiamo a livello europeo per difendere la qualità del nostro prodotto contro incomprensibili scelte”, come il nutri score che non va a favore dei consumatori. Siamo invece favorevoli al Nutri inform” perché è importante che i consumatori conoscano i prodotti.

“Siamo – ha aggiunto Tajani  – il secondo paese manifatturiero, per cui il comparto di economia reale è consistente: abbiamo produzioni e un’agroindustria di qualità, un vero fiore all’occhiello del nostro paese nelle esportazioni. Quando infatti nei supermercati di mezzo mondo si vede la pasta di tante qualità italiana quello è un messaggio anche di politica estera”.

Citando la qualità degli artigiani italiani, il Ministro ha affermato: “i cuochi sono tra i migliori che abbiamo e ed è importante anche la formazione”. Tajani ha poi segnalato un’altra problematica sulla quale il Governo dovrà lavorare ossia l’Italian sounding: “Se quel prodotto copiato, finto italiano, piace così tanto, immaginiamo cosa potrebbe fare il prodotto italiano vero, che spazi di mercato potrebbe avere. Perché più Italia c’è in giro per il mondo, maggiore è anche la voglia di conoscere il nostro paese”.

“Il governo-  ha concluso Tajani – farà di tutto per far sì che questa qualità del nostro paese sia sì utile per una crescita economica dell’Italia, ma possa esserlo anche nel resto del mondo: regalare il proprio saper fare per far crescere anche paesi in difficoltà”.

A seguire il Ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida ha ribadito l’importanza di un “indirizzo unitario” su questa tematica: “l’Italia è una nazione piccola, piccolissima che però nasconde potenzialità superiori a tanti angoli del mondo, potenzialità sfruttate solo in maniera marginale….Abbiamo voluto aggiungere sovranità alimentare al nome del ministero, un concetto non nuovo a tante nazioni, con la vocazione di una nazione che vuole mettere al centro la produzione di qualità attraverso il rispetto del lavoro all’interno di una filiera che veda il consumatore italiano e internazionale riuscire a percepire quel valore”. “Dobbiamo continuare in questa offensiva positiva, comunicativa” ha proseguito Lollobrigida,“attraverso iniziative come questa, e anche difensive per la difesa dei nostri prodotti” contro il nutri score, l’italian sounding e i cibi sintetici.

Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha posto il focus sulla sinergia tra alimentazione mediterranea e salute. “Ci vogliono strategie di comunicazione che facciano leva sui valori nutrizionali di una dieta equilibrata, specialmente in un mondo dove la lotta a malattie croniche non trasmissibili continua a rappresentare una vera priorità. Questo evento fa parte di queste strategie. L’Italia gode di una posizione di indubbio vantaggio in questo ambito: sappiamo che le produzioni agricole e agroalimentari insieme alle tradizioni della cucina italiana assicurano da un lato la qualità organolettico e garantiscono dall’altro il rispetto di criteri etici e ambientali”.

Un problema riscontrato da Schillaci è il “graduale abbandono della dieta mediterranea verso stili alimentari più dannosi che apportano obesità e malattie connesse” da cui la necessità di politiche che promuovano stili di vita salutari.

Schillaci ha inoltre segnalato un progetto su cui il Ministero della Salute sta lavorando insieme alla Farnesina: un osservatorio sulla dieta mediterranea presso la Fao che partirà il prossimo anno.

Nel corso dell’intervento il Ministro ha inoltre posto l’attenzione, di concerto ai suoi colleghi, sulla necessità di una corretta informazione dei consumatori sui prodotti, contro sistemi come Nutri Score o Traffic Light. “Il consumatore deve essere informato in maniera trasparente per essere in grado di scegliere un percorso dietetico sano ed adeguato alle sue esigenze indipendentemente da uno specifico schema alimentare. Per far questo il nostro Nutriscore Battery ci sembra più adatto”.

Il Ministro del Turismo Daniela Santanchè ha affermato la centralità dell’enogastronomia italiana nell’attrarre i turisti stranieri: “Il 17% dei turisti sceglie infatti la propria meta guardando le tappe, le eccellenze dell’enogastronomia. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che siamo e facciamo, consapevoli che siamo i più bravi: credere in quello che siamo è fondamentale per la riuscita. Noi italiani invece molto spesso non abbiamo sempre questo orgoglio verso le nostre capacità. Il ministro Tajani ha voluto diversi ministri per questo evento facendo capire che la nostra visione non è soltanto sentita in quelli che erano i programmi, ma è voluta da questo governo: anche il migliore da solo non vince, serve una squadra”.

Il Ministro del Turismo ha poi ribadito l’importanza del turismo nell’economia italiana, definendolo come il nostro “petrolio. “Rispetto al passato, gli stranieri adesso tornano nei loro paesi con i prodotti italiani: questa è la differenza”.

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy ha successivamente elogiato la cucina italiana: “è la carta da visita dello stile italiano; espressione delle nostre capacità agroalimentari, della nostra creatività ed espressione di un modo sano di vivere e fonte del turismo”.

Urso ha quindi spiegato il cambio di denominazione del dicastero da lui presieduto : da una parte le imprese, che sono “il soggetto della nostra economia” e dall’altra il Made in Italy, un marchio percepito dai consumatori globali “di eccellenza”.

A seguire si è svolta tavola rotonda sul tema “Convivio, strumento di salute, sostenibilità e progresso” moderata da Maddalena Fossati Dondero, direttore della Cucina Italiana.

Il primo intervento è stato di Carlo Ferro, presidente dell’agenzia ICE che ha rilevato l’importante apporto dato dal settore dell’enogastronomia all’export dell’agroalimentare e quindi alla crescita del nostro Pil.

Il presidente di ICE ha poi indicato alcuni possibili strumenti volti ad aiutare le piccole/medie imprese italiane: “Gratuità dei servizi per imprese con fino a 100 addetti, che sono la maggioranza; vetrine del Made in Italy per i prodotti agroalimentari; Servizio di tracciabilità dell’origine del prodotto”.

Da segnalare anche l’intervento di Roberta Garibaldi, amministratore delegato di Enit. “L’Italia è il paese al mondo più gradito come meta enogastronimica: il 53/55% di turisti italiani e stranieri hanno fatto almeno un viaggio con motivazione enogastronimica”, e la maggior parte delle persone considera fondamentale la scelta enogastronomica nella valutazione della destinazione. Per questo diventa necessario stabilire e rafforzare, ha continuato Garibaldi, le connessioni di rete tra produttori, popolazione e enti del turismo.

Il vice presidente vicario del Federazione Italiana Pubblici Esercizi , Aldo Cursano, ha parlato dell’importanza dei ristoranti italiani all’estero che sono “la casa fuori casa degli italiani” e il rischio che altri ristoranti possano appropriarsi di questo valore identitario. “Per questo abbiamo pensato ad un marchio per i ristoranti italiani nel mondo”.

E’ seguito l’intervento da remoto di Luigi Scordamaglia il quale ha sottolineato come la sostenibilità sia il vero valore aggiunto: “facciamo eccellenza con l’emissione di CO2 più bassa in Europa”.

Hanno poi preso la parola la presidente di Federalimentare Ivano Vacondio e la presidente di Slow Food Barbara Nappini che hanno rimarcato l’attenzione sulla questione dei cibi sintetici, del nutri score e l’importanza dei produttori, “portatori di storie di competenze e tradizioni della nostra cucina. A chiudere l’evento lo Chef Alessandro Circello che ha parlato del ruolo dello chef italiano all’estero: “siamo il primo contatto con il turista”.(Alessio Mirtini – Inform)

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