FONDAZIONEE MIGRANTES
FRASCATI – Con una celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo ausiliare di Roma e segretario della Commissione Episcopale per le Migrazioni della Cei, mons. Paolo Lojudice e arricchiti da canti della tradizione di rom e sinti, si è concluso a Frascati (Roma) l’incontro degli operatori Migrantes impegnati nella pastorale con i rom e i sinti. Il presule, nel suo intervento prima delle conclusioni, ha ribadito – partendo dal primo incontro di un pontefice con questo popolo, Paolo VI nel 1965 a Pomezia – che l’impegno della Chiesa è quello di “superare i pregiudizi accogliendo le persone rom e sinte come porzione del popolo di Dio”. Dopo aver ricordato i vari incontri di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e papa Francesco con i rom – ha parlato anche della sua esperienza pastorale accanto a queste persone sia da parroco che da direttore spirituale al Seminario Maggiore di Roma. Un esperienza “forte”, quest’ultima, che ha coinvolto alcuni seminaristi in attività pastorali nei campi rom di Roma conoscendo quindi la realtà e che ha portato alla formazione, anche, di un coordinamento pastorale diocesano, con il contributo della Migrantes locale e che conta circa 40 volontari presenti con diverse attività nei campi rom della città “per aiutarli nella loro vita quotidiana” e accompagnarli nell’esperienza di fede. Avvicinarsi a questo mondo vuol dire anche aiutarli a “riappropriarsi della loro identità ma anche relazionarsi all’esterno”, ha sottolineato.
E concludendo i lavori – apertisi con un saluto del presidente della Fondazione Migrantes, il vescovo mons. Guerino Di Tora – il direttore generale dell’organismo pastorale della Cei, don Gianni de Robertis ha evidenziato l’urgenza di una maggiore presenza della Chiesa nella pastorale con i rom e i sinti. Una Chiesa “tra le genti” impegnata nella difesa della dignità umana di ognuno e nella valorizzazione di ogni uomo e donna”.
Nella prima giornata di incontro diverse esperienze: dalle piccole sorelle di Gesù, alla Comunità di Sant’Egidio, alla scuola con i rom “A scuola con Ceferino” a Cagliari, finanziata anche dalla Fondazione Migrantes. Dedicata al primo beato nomade la scuola prevede quattro ore settimanali di lavoro individualizzato e finalizzato al recupero delle competenze di base di quindici bambini della scuola primaria nel tentativo di “ridurre, almeno in parte, le differenze” con gli altri alunni in ingresso nella Scuola Secondaria. “E’ un lavoro – hanno spiegato gli operatori – in rete, dove dialogo, confronto e conoscenza stanno creando ponti tra noi, le istituzioni e le famiglie del campo”. “Vivere insieme riconoscendo la diversità dell’altro – dice sr. Angela Gabriella di Gesù impegnata in questa pastorale sin dal 1987 – resta una sfida”: lo stare con i Rom e si Sinti è “stimolo ad approfondire la mia vita di fede e nutre la mia preghiera. La Parola di Dio letta, ascoltata, pregata, con i piedi al campo, assume un gusto e una consistenza particolare”. “Essere loro vicini, camminare con loro, ascoltarli”, ha sottolineato Susanna Placidi della Comunità di Sant’Egidio. Molte anche le testimonianze di coloro che da oltre 40 anni vivono o hanno vissuto tra i rom portando la loro esperienza: “in mezzo a loro c’è la Chiesa”, ha detto mons. Piero Gabella, già direttore dell’Ufficio per la pastorale dei rom e sinti della Fondazione Migrantes. (Migrantes online /Inform)