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Camera, Commissioni Esteri e Finanze: Avviato l’esame per la ratifica dell’accordo tra Italia e Svizzera sulle imposizioni per i lavoratori frontalieri e del protocollo per evitare le doppie imposizioni

CAMERA DEI DEPUTATI

 

ROMA – Si è discusso in Commissione Esteri e Finanze della Camera dei Deputati l’esame della ratifica dell’accordo tra Italia e Svizzera sulle imposizioni per i lavoratori frontalieri nonché del protocollo per evitare le doppie imposizioni tra i suddetti Stati. Il relatore per la III Commissione Paolo Formentini (Lega) ha ricordato che lo scorso 24 novembre il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge concernente la ratifica e l’esecuzione dell’accordo tra Italia e Svizzera sui lavoratori frontalieri e il regime delle doppie imposizioni. Il disegno di legge è stato successivamente presentato al Senato che lo ha esaminato unitamente alla proposta di legge a prima firma di Alfieri. Formentini ha anche segnalato che l’atto in esame, insieme alla proposta di legge a prima firma di Quartapelle Procopio, è dunque il testo unificato delle richiamate iniziative legislative presentate al Senato, una governativa e l’altra parlamentare. Formentini ha rilevato che l’Accordo del 2020 è composto da dieci articoli (oltre che dal richiamato Protocollo aggiuntivo e dallo Scambio di lettere) e risponde alla necessità di definire un quadro giuridico in grado di eliminare le doppie imposizioni sui salari, sugli stipendi e sulle altre remunerazioni analoghe ricevute dai lavoratori frontalieri. A differenza del precedente accordo del 1974, che regola unicamente il trattamento dei lavoratori frontalieri italiani che lavorano in Svizzera, l’Accordo del 2020 disciplina anche il trattamento dei frontalieri svizzeri che lavorano in Italia. Chi è il “lavoratore frontaliero”? Come tale si intende una persona fisica – ossia fiscalmente residente in una fascia di venti chilometri dal confine con l’altro Stato contraente – che svolge un’attività di lavoro dipendente nell’area di frontiera per un datore di lavoro residente, una stabile organizzazione o una base fissa dell’altro Stato e che in generale ritorna quotidianamente nel proprio Stato di residenza. Nel testo si fa anche riferimento a temi quali: il “principio di non discriminazione del lavoratore frontaliero” nel trattamento fiscale in base alla nazionalità e alla residenza, come anche alla durata del soggiorno o alla frequenza del ritorno al proprio domicilio; l’amichevole “risoluzione delle questioni” riguardanti l’interpretazione o applicazione dell’Accordo; la “cooperazione amministrativa” tra i due Paesi.

Il relatore per la VI Commissione Marco Osnato ha rilevato che le principali differenze tra le due proposte di legge riguardano le disposizioni relative alle modalità di calcolo della NASPI per i lavoratori frontalieri italiani. Ulteriori differente riguardano la formulazione degli articoli concernenti il Fondo per lo sviluppo economico, il potenziamento delle infrastrutture, il sostegno dei salari nelle zone di confine italo-elvetiche e la copertura finanziaria del provvedimento. Osnato ha posto in rilievo un passaggio importante ai fini interpretativi: ossia che alcune disposizioni della proposta di legge di ratifica “non riguardano esclusivamente i lavoratori frontalieri con la Svizzera ma tutti i lavoratori frontalieri italiani”. Altro aspetto rilevante è la considerazione che “le disposizioni dell’Accordo si applicano ai lavoratori transfrontalieri residenti in Italia che lavorano nell’area di frontiera in Svizzera e che quelli tra questi che rientrano nel regime transitorio di cui all’art.9 dell’Accordo restano imponibili solo in Svizzera”. La questione interessa in generale le Regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, la Provincia autonoma di Bolzano e i comuni frontalieri. Per quanto riguarda invece il Fondo per lo sviluppo economico, esso è destinato al finanziamento di progetti di sviluppo economico e sociale dei territori dei comuni di frontiera e al potenziamento delle infrastrutture nelle zone di confine tra Italia e Svizzera, con particolare riguardo al sostegno delle remunerazioni nette dei lavoratori residenti nei suddetti comuni, occupati in aziende negli stessi territori, mediante assegni integrativi a titolo di premio di frontiera, al fine di sostenere la competitività salariale rispetto ai livelli salariali oltre confine e scongiurare i conseguenti rischi di desertificazione produttiva. Il seguito dell’esame è stato rinviato ad altra seduta e lo stesso Sottosegretario agli Esteri Maria Tripodi si è riservato di intervenire nel prosieguo del dibattito. (Inform)

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