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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

COMMISSIONE EUROPEA – Attivare subito il fondo per l’occupazione giovanile

 da “Le 12 Stelle”, newsletter della Rappresentanza a Milano

MILANO – L’Italia del lavoro rimane in controtendenza rispetto all’Europa. A dimostrarlo i dati Eurostat sul lavoro e occupazione giovanile diffusi ieri. Partiamo dal dato sul lavoro, dove ci sono segnali di timido incoraggiamento. A fronte di una crescita di modeste dimensioni, è presente un lieve miglioramento per il dato della disoccupazione all’interno della UE e dell’eurozona. Si passa infatti dal 12% del febbraio 2013 al 11,9% del febbraio di quest’anno per l’eurozona. Riduzione più sostenute per la media dei 28 Stati membri, che sono passati dal 10,9% al 10,6% nello stesso periodo. In termini numerici, si parli di 166 nuovi mila posti di lavoro nell’eurozona e di 619 mila in tutta la UE. Le diversità nazionali emergono, però, guardando ai dati dei singoli Paesi e i 28 possono essere divisi in tre gruppi, a seconda dei risultati che hanno raggiungo. Nei 15 Paesi in cui la disoccupazione si è ridotta,  i passi in avanti maggiori li hanno fatti l’Ungheria, la Lettonia, il Portogallo e Irlanda. Sostanzialmente invariata invece la disoccupazione in Romania e in Svezia. In 11 Stati purtroppo la situazione si è ulteriormente deteriorata. L’Italia figura proprio in questo terzo gruppo e fa registrare uno degli aumenti maggiori tra i Paesi della UE, passando dall’11,8% al 13%.

L’aumento della disoccupazione si avverte anche tra i giovani (15-24 anni), dove i senza lavoro arrivano addirittura al 42%. Sono dati superiori alla media UE e preoccupanti perché la crescita dell’occupazione è uno dei principali segnali di salute di un’economia.

Cosa far l’Europa per porre rimedio a questa situazione? Le istituzioni europee, in collaborazione con gli Stati membri, hanno messo al centro delle loro politiche il problema della disoccupazione giovanile con due strumenti concreti.

Il primo strumento è la cosiddetta “Garanzia per i Giovani”, contenuta nelle raccomandazioni del Consiglio dell’Ue dello scorso aprile. Sull’esempio di quanto fatto in Finlandia, l’accordo prevede che ogni Stato membro assicuri ad ogni cittadino al di sotto dei 25 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale.

Il secondo strumento, la “Iniziativa per l’occupazione giovanile” riguarda gli Stati membri dove il problema è più acuto. Tramite piani nazionali, gli Stati membri dovranno individuare delle azioni a sostegno dell’istruzione, dell’occupazione o della formazione dedicati ai giovani, in particolar modo a quelli che non studiano né lavorano e che risiedono nelle regioni dell’Unione con un tasso di disoccupazione superiore al 25 %.

L’Italia, in accordo con la Commissione europea, ha deciso di unire questi due strumenti in un Piano nazionale, che dovrebbe partire a breve e che avrà una potenza di fuoco di 1,5 miliardi (1 miliardo provenienti dal bilancio UE, 500 milioni da fondi nazionali).

Le azioni del Piano riguarderanno prevalentemente attività di orientamento, preparazione all’ingresso nel mondo del lavoro, informazione e supporto per facilitare l’inserimento professionale dei giovani tra 14 e  29 anni. Verranno finanziate anche attività di apprendimento, stage, servizio civile e corsi di formazione professionale, oltre all’accompagnamento di creazione di impresa.(Francesco Laera*-Le 12 Stelle/Inform)

*Rappresentanza a Milano della Commissione Ue

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