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“Amara terra mia”, ad Amburgo spettacolo sugli italiani emigrati in Germania

ITALIANI ALL’ESTERO

Il 5 e il 6 giugno al St.Pauli Theater in scena il progetto teatrale di Matteo Marsan, Dania Hohmann e Ulrich Waller

 

AMBURGO – “Amara terra mia”: il 5 e il 6 giugno – nell’ambito del Festival “Theater der Welt – andrà in scena al St.Pauli Theater di Amburgo uno spettacolo sugli italiani emigrati in Germania  di Matteo Marsan, Dania Hohmann e Ulrich Waller, con Adriana Altaras e Daniela Morozzi.  “Amara terra mia”: il titolo richiama una delle canzoni più note e struggenti di Domenico Modugno, una canzone che parla di emigrazione. La rappresentazione  (bilingue, parti in italiano con sopratitoli  in tedesco) inizierà il 5 giugno alle ore 22 e il 6 giugno alle ore 19.30.

In una camera mortuaria c’è un’urna. Due donne, che si incontrano per la prima volta, sono lì per ritirarla. Entrambe pensano che sia l’urna con le ceneri del proprio padre: Agatino Rossi, nato a San Gusmè (Toscana). Carla (Adriana Altaras) è architetto e figlia di madre tedesca.  Maria Grazia (Daniela Morozzi) è insegnante e figlia di un’italiana. Pian piano scoprono di essere sorellastre. Il padre defunto ha lasciato loro solo la valigia di cartone con la quale, nel 1958, era partito per la Germania. Contiene un album di fotografie, qualche lettera e un grammofono con vecchi dischi. Pezzo dopo pezzo, Carla e Maria Grazia iniziano a comporre la storia del loro padre di cui ciascuna conosce solo una parte.

Dopo  “la grande gelata” del febbraio 1956, che causa la morte  di olivi e vitigni, anche la famiglia di Agatino Rossi perde, da un momento all’altro, la propria fonte di sostentamento. I figli si lasciano alle spalle il paese, la famiglia, la patria e vanno verso nord, chi a Milano e chi più avanti ancora, in Germania. Agatino lavora  dapprima in un cantiere navale ad Amburgo, ma il lavoro non gli piace. Dopo qualche sosta qua e là arriva a Wolfsburg, presso la Volkswagen . Conosce una donna tedesca e gli nasce una figlia, Carla. La relazione si rompe e Agatino, in seguito alla crisi del petrolio agli inizi degli anni ‘70,  torna nel suo paese in Italia. Si crea una nuova famiglia diventando di nuovo padre di una figlia, Maria Grazia. Ma non resiste a lungo nel suo paese ,dove lo chiamano “Il tedesco” e ritorna in Germania. Senza una vera patria fa il pendolare tra i due paesi senza che le sue due famiglie vengano mai a sapere una dell’altra, fino alla sua morte.

“Amara terra mia/Mein bitteres Land” dopo “Albicocche rosse/Blutige Aprikosen”( sul massacro compiuto da soldati tedeschi nel 1944 a San Gusmè)  è la seconda produzione di “teatro della memoria” di questo gruppo di registi italo-tedeschi.

Coprodotto da: St.Pauli Theater Hamburg/Ruhrfestspiele Recklinghausen/Les Thèatrè de la Ville de Luxembourg, con il sostegno del Goethe Institut Rom (Inform)

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