Alla trasmissione di Rai Italia “Casa Italia”, i neo eletti deputati Toni Ricciardi (Pd, ripartizione Europa) e Andrea Di Giuseppe (FdI, ripartizione America Settentrionale e Centrale)
ELETTI CIRCOSCRIZIONE ESTERO
(Fonte immagine Rai Italia)
ROMA – A “Casa Italia”, la trasmissione di Rai Italia dedicata agli italiani all’estero, intervengono due dei parlamentari eletti nella circoscrizione Estero in queste ultime elezioni politiche: Toni Ricciardi, eletto alla Camera dei deputati con il Partito Democratico nella ripartizione Europa e Andrea Di Giuseppe, di Fratelli d’Italia, eletto alla Camera nella ripartizione America Settentrionale e Centrale. Entrambi sono alla loro prima esperienza parlamentare; Ricciardi era già stato candidato alle elezioni politiche del 2018, mentre Di Giuseppe è presidente del Comites di Miami.
“Al di là dell’evidente soddisfazione, questa mia elezione è una grandissima responsabilità, specie con i temi che ci attendono – afferma Di Giuseppe, che sottolinea la sfida del contatto con il territorio: “l’ascolto personale dei connazionali è fondamentale, ma evidentemente occorre considerare l’aspetto logistico perché la mia circoscrizione va dal Canada al Messico, un’area enorme che contiene dei cluster di italiani ben distribuiti – afferma il neo eletto, aggiungendo che “occorre anche una riorganizzazione della rete consolare che ci aiuti ad essere più attivi all’interno delle nostre circoscrizioni”.
“Continuerò ad andare nei luoghi dove sono andato in campagna elettorale e in questi anni per il lavoro e l’attività politica che svolgo. Internet aiuta ma fino a un certo punto e dopo due anni di pandemia la persone sono anche stanche dei colloqui a distanza – evidenzia Ricciardi, sottolineando la necessità di “incontrare le persone e mettersi in ascolto costante e quotidiano”.
Per Di Giuseppe, inoltre, “la prima sfida è far aumentare gli iscritti all’Aire perche la cifra degli italiani all’estero è 5 o 6 volte superiore a quella registrata nell’Anagrafe”. “È una sfida che a mio parere si deve affrontare con un nuovo Ministero degli italiani all’estero, proprio per essere più vicini alle esigenze vere dei nostri cittadini – aggiunge Di Giuseppe. Ricciardi invece non crede “in questa narrazione che vuole un Ministero per gli italiani nel mondo o delle Commissioni ad hoc; io sono per abolire la ghettizzazione degli italiani all’estero, dobbiamo affrontare le questioni a specchio nelle varie Commissioni, che siano problemi consolari o della fiscalità, della portabilità dei diritti o della sanità”. “Noi – afferma Ricciardi – dobbiamo raccontarci come la ventunesima regione d’Italia, come un pezzo d’Italia fuori dall’Italia. Potrà sembrare utopico ma per me bisogna proprio invertire il metodo di approccio della questione; e poi intervenire subito con dei correttivi semplici, a costo zero, sulle strutture consolari, ma sulle procedure operative” in primis.
E per spiegare il risultato del voto all’estero, in controtendenza rispetto all’esito di quello in Italia, Ricciardi segnala come abbia influito il fatto che “chi vive all’estero non vive il contesto socio-economico dell’Italia” e sottolinea come la campagna elettorale all’estero si sia concentrata maggiormente sui punti programmatici e sia stata “molto meno emotiva rispetto a temi identitari su cui si è costruita molto la campagna elettorale italiana”.
Di Giuseppe torna invece sul dato della partecipazione: “in Nord e Centro America ha votato solo un 20% scarso degli aventi diritto e questa deve essere la nostra maggiore preoccupazione”. Su questo dato ha inciso il fatto che “tanti italiani vanno via perché non riescono a raggiungere i propri sogni nella loro patria e quindi hanno un atteggiamento verso l’Italia molto disilluso”. “Inoltre – rileva l’esponente di Fratelli d’Italia – bisogna considerare la complessità delle comunità sparse in contesti geografici più lontani dall’Europa, che includono più generazioni” e rendono l’analisi di voto e partecipazione anche più complessa. (Inform)
