direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Alla Commissione Esteri l’audizione del Presidente dell’ Unaie, Ilaria Del Bianco

SENATO DELLA REPUBBLICA

Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni e sulle esigenze delle comunità italiane nel mondo

“Il mondo associativo sia il fulcro del mantenimento del legame con l’Italia”

ROMA – Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni e sulle esigenze delle comunità italiane nel mondo, si è svolta, presso la Commissione Affari Esteri ed Emigrazione del Senato, presieduta da Vito Rosario Petrocelli, l’audizione del Presidente dell’Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati (Unaie) nonché Consigliere del Cgie, Ilaria Del Bianco. L’obiettivo dell’audizione è stato offrire il contributo dell’Unaie rispetto a questa indagine: un momento volto ad attenzionare i processi e le scelte legislative sulle questioni riguardanti i nostri connazionali all’estero. Sono stati in primo luogo ribaditi i numeri di questo immenso bacino: 5milioni e 300mila iscritti all’Aire ma, considerando anche i cosiddetti italici, le cifre sarebbero di gran lunga superiori. L’Unaie è una federazione nata nel 1966, impegnata nel coordinamento di altre associazioni di italiani all’estero operative nell’ambito regionale o provinciale. Al momento Unaie è composta da 22 associazioni, con un bacino di circa 180 circoli operanti in Italia e 90mila iscritti: all’estero la rete conta 1300 circoli attivi, con almeno 200mila persone coinvolte.

“Tutte le associazioni all’interno di Unaie sono accomunate dall’essere apartitiche e senza fini di lucro: esse perseguono obiettivi istituzionali basandosi principalmente sul volontariato. Tuttavia il solo volontariato non è più sufficiente a soddisfare gli standard di qualità che ci vengono richiesti per fare un lavoro all’estero quanto più qualificato e rigoroso: abbiamo difficoltà dal punto di vista del sostegno economico e finanziario alle attività realizzate in Italia e all’estero”, ha affermato Ilaria Del Bianco precisando come la stessa nuova legge sul Terzo Settore in alcuni casi non sia stata di aiuto, penalizzando le associazioni in fatto di gestione amministrativa. “Il dover presentare bilanci, come le imprese commerciali, prevede oneri e costi abbastanza consistenti. Inoltre, diversamente dai patronati, le associazioni non effettuano servizi e quindi l’iscrizione è prettamente dettata dal mantenimento di un legame affettivo col proprio Paese. Il mondo dell’associazionismo non deve essere una sorta di cartolina dell’Italia ma crediamo che debba rappresentare un qualcosa in più: ossia il cuore pulsante delle nostre collettività nel mondo”, ha spiegato Del Bianco sottolineando un altro problema. “A volte alcune missioni svolte da regioni ed enti locali non vedono un coinvolgimento del mondo dell’associazionismo ed è una questione evidenziata dai nostri rappresentanti all’estero. Abbiamo negli anni cercato di dare un’operatività ad ampio raggio all’Unaie, andando oltre il ruolo di portavoce,con iniziative culturali di alto profilo volte ad avvicinare soprattutto i più giovani, sia oriundi che nuovi expat”, ha aggiunto Del Bianco.

Del Bianco ha poi tenuto a ricordare alcune attività svolte dalle associazioni presenti in Unaie: per esempio le associazioni attive sul fronte del nord-est si sono molto prodigate per il riconoscimento delle Dolomiti quale patrimonio Unesco; Lucchesi nel Mondo è invece proprietaria di uno dei tre musei dedicati a Giacomo Puccini, arrivando a portare all’estero un vero e proprio “pacchetto pucciniano” lì dove ci sono le associazioni più operative che diventano una sorta di testa di ponte per le iniziative culturali nel mondo. “Il tutto è sempre orientato alla promozione del Sistema Paese e del turismo delle radici. Ormai quando si parla di turismo si cerca di promuovere iniziative quanto più diversificate: in questo modo i territori che hanno conosciuto una forte emigrazione, come i borghi più piccoli, possono avere prospettive di crescita nel cosiddetto turismo esperienziale finalizzato a rinnovare il rapporto con quei concittadini espatriati. Occorrono anche una nuova mentalità e nuove forme di comunicazione: siamo molto allarmati dai tagli all’editoria e alla stampa di settore, perché così si rischia di tagliare un cordone ombelicale importante. Bisogna invece affiancare, alla più tradizionale carta stampata, nuovi sistemi comunicativi. Bellunesi nel Mondo e Lucchesi nel Mondo, per esempio, hanno pensato a forme più smart mettendo in rete in maniera diretta i nostri connazionali all’estero”, ha specificato Del Bianco ricordando altresì l’importanza di mantenere viva la memoria della storia dell’emigrazione italiana partendo dalle scuole: Unaie ha così bandito il primo concorso per scuole superiori dedicato al tema dell’emigrazione, con uno sguardo non solo al passato ma declinando la storia al fine di sensibilizzare i giovani sui temi degli attuali flussi in entrata e in uscita. “I nostri giovani studenti e professionisti che se ne vanno possono diventare comunque un valore aggiunto per la nostra economia e il per il nostro Paese, mantenendo un legame con l’Italia; tuttavia il problema è che non abbiamo niente da offrire in entrata e c’è una riflessione da fare sulle carenze del Sistema Paese.

Del Bianco ha concluso l’audizione con una serie di considerazione ad ampio raggio. Esse hanno riguardato la questione dell’inversione dell’opzione di voto per gli italiani all’estero , la visibilità delle nostre comunità nei palinsesti Rai, l’aspetto sanitario legato all’iscrizione all’Aire e infine il problema dell’Imu. “L’inversione di voto così come proposto è faticosa da attuare: il  Parlamento ripensi l’impianto della modalità di voto tenendo insieme due esigenze, ossia garantire un voto pulito e al contempo la possibilità di votare in modo agile. Per quanto riguarda la visibilità mediatica, la nostra collettività all’estero meriterebbe di entrare nei palinsesti Rai in prima serata”, ha rilevato il Presidente Unaie chiudendo in breve con il problema della sanità e dell’Imu. “Quello delle prestazioni sanitarie è uno degli aspetti che spingono i connazionali a non iscriversi all’Aire, proprio per poter continuare a fare i controlli medici in Italia e ad usufruire delle prestazioni nel nostro Paese. Sulla questione dell’Imu ritengo che mantenere una casa in Italia, pur vivendo all’estero, voglia significare continuare in qualche modo a sentirsi legato alla propria terra: capisco che queste entrate, per i bilanci di alcuni piccoli comuni, siano importanti ma occorre trovare una giusta formula per coniugare le richieste dei connazionali e quelle degli enti locali”, ha concluso Del Bianco. (Simone Sperduto/Inform)

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