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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Alla Camera dei Deputati l’evento “Giornate dell’ Emigrazione – edizione 2023”

ITALIANI ALL’ESTERO

 

ROMA – Si è svolta presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati la XVI edizione delle Giornate dell’Emigrazione, promossa dall’Asmef.

L’incontro è stato aperto dal presidente dell’ASMEF e Vice presidente del CIM, Salvo Iavarone, organizzatore, insieme all’onorevole Christian Di Sanzo (Pd – Ripartizione Nord e Centro America), dell’evento. “Svolgiamo questa ricerca continua – ha affermato Javarone – di studi e azioni a sostegno degli emigrati nel mondo che rappresentano una grande risorsa per il nostro paese. Abbiamo circa sei milioni di italiani iscritti all’Aire, ma se andiamo a vedere i discendenti di seconda e terza generazione che vivono all’estero,  arriviamo anche a settanta, ottanta milioni di persone . Una popolazione superiore a quella compresa nei confini nazionali”.

Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano e il Vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri, non potendo presenziare di persona all’evento, hanno inviato dei messaggi di saluto, che sono stati letti dall’attrice e conduttrice, Eleonora Pieroni.

Nel suo messaggio il Ministro Sangiuliano, ha voluto ricordare le azioni messe in campo dal Ministero della Cultura e dal Ministero degli Esteri per rendere ancor più vivido il ricordo degli italiani espatriati e rinsaldare il legame con quelle comunità che risiedono all’estero. “L’emigrazione italiana – scrive Sangiuliano – ha segnato la storia, l’economia, la cultura e i costumi della nostra nazione. A partire dalla metà dell’Ottocento, milioni di connazionali, del nord e del sud Italia, si sono trasferiti nei cinque continenti portando con sé le loro famiglie, le loro competenze, il loro ingegno, i loro sogni e il loro spirito italico. Al Ministero della Cultura vogliamo anzitutto rendere onore a questa gloriosa pagina della nostra storia, rafforzando, insieme alla Farnesina, la rete dei musei dell’emigrazione e sostenendo nuove iniziative che ne conservino la memoria. Penso ad esempio al museo Caruso a Napoli che renderà omaggio ad un emigrante di eccezione negli Stati Uniti.

Oggi le comunità di italiani e di oriundi all’estero, sono un’altra Italia fuori dall’Italia, uno straordinario patrimonio per la nostra nazione. Sono decine di milioni di persone, quasi ottanta secondo diversi studi, che fuori dall’Italia, mantengono usi, costumi, tradizioni ed un legame sentimentale, culturale ed economico con l’Italia. Una comunità che studia o vuole studiare la nostra lingua e visitare lo straordinario patrimonio storico-culturale del nostro paese”.

“Apprezzo molto i temi proposti e il significato del convegno, – scrive Gasparri  – l’emigrazione italiana nel mondo rappresenta un fenomeno storico e sociale di grande rilevanza ed è giusto studiarlo, per poi cercare di capire come interagire con i tantissimi espatriati”.

Nel suo intervento l’onorevole Di Sanzo, in qualità di “italiano all’estero” e di “eletto all’estero”, ha rimarcato la centralità di questo tipo di eventi per “riportare l’importanza dell’emigrazione italiana nell’Italia di oggi”. “Bisogna – ha aggiunto l’onorevole – spiegare l’emigrazione italiana e spiegare anche come si è evoluta dato che nel tempo ha subito una grande serie di cambiamenti”. Ricordando “i sei milioni di italiani fuori dall’Italia”, il deputato ha descritto infatti come si sia passati da “una emigrazione con la valigia di cartone ad una emigrazione di eccellenza”, fatta di “anche di ricercatori che vanno all’estero per trovare migliori opportunità che forse il nostro paese, ancora non può offrire. Ed è proprio questa l’idea, – ha aggiunto Di Sanzo – cercare di capire l’emigrazione di oggi e come possiamo valorizzarla, dandogli la giusta importanza, utilizzando al meglio la grande rete degli italiani all’estero”.

Il Presidente della CIM, Angelo Sollazzo, ha parlato dell’adesione dell’ASMEF alla Confederazione degli Italiani nel Mondo ed ha ripercorso la nascita della CIM ricordando la scelta di procedere in autonomia “rispetto ai partiti, ai governi e ai sindacati. Siamo diventati – ha proseguito Sollazzo – una struttura rappresentativa degli italiani nel mondo. Questa autonomia ci ha fatto crescere molto e oggi all’estero siamo presenti in 33 nazioni e abbiamo oltre duemila associazioni”.

Sollazzo si è poi soffermato sul voto degli italiani all’estero: “abbiamo la necessità di avere una nuova legge elettorale per gli italiani all’estero: l’attuale non è applicabile. Dobbiamo utilizzare i fondi del PNRR per sviluppare il voto elettronico. Soprattutto, considerando l’articolo 48 della Costituzione, se gli italiani all’estero iscritti all’Aire hanno diritto a votare per il parlamento nazionale, non si capisce perché non possano per i consigli regionali”.

Si è poi aperta la tavola rotonda sul tema “La valigia di cartone non si vede più. Quale è il simbolo degli emigrati poveri di oggi?”. E’ intervenuto da remoto Anthony Tamburri, CEO del John Calandra Istitute, che ha parlato di di una sottovalutazione dell’italiano all’estero, ma anche dei figli e nipoti degli emigrati all’estero. “Negli ultimi 25 anni – ha aggiunto Tamburri – ci sono stati cambiamenti significativi e positivi della realtà dei connazionali nel mondo”.

Sempre da remoto ha parlato il console italiano a New York, Fabrizio Di Michele, che ha sottolineato il cambiamento nel tempo della condizione delle comunità italiane presenti negli Stati Uniti, passata da una situazione di povertà ad una invece di benessere. “Parlando da una prospettiva americana, il problema della povertà per le comunità italiane appare superato. Già ad inizio degli anni Ottanta, tutti gli indicatori vedevano la comunità italo-americana al di sopra della media nazionale e della media della popolazione bianca”. Il console, passando all’oggi, ha poi rilevato come l’attuale impoverimento delle comunità bianche negli Stati Uniti, che ha portato alla polarizzazione politica, abbia appena sfiorato la collettività italiana. Quindi una comunità estremamente integrata e di successo. Di Michele ha poi concluso il suo intervento soffermandosi sulle necessità, da una parte di far dialogare le comunità di emigrati tradizionali con gli espatriati di nuova generazione, la cosiddetta emigrazione di eccellenza, fatta di ricercatori e businessman; e dall’altra di far avvicinare le comunità italiane di vecchia emigrazione al nostro paese.

E stata poi la volta del Direttore di RAI Italia, Fabrizio Ferragni, che si è soffermato sulle proposte operate dalla Rai per avvicinare gli italiani residenti all’estero. “ Lavorando e collaborando con vari ministeri . ha rilevato Ferragni – puntiamo di passare dai cervelli in fuga ai cervelli in rete, creando un network con chi è andato all’estero per motivi di studio e ricerca”. Ferragni ha parlato anche dell’importanza di realizzare una proposta anche per quanto riguarda l’insegnamento della lingua, attraverso ad esempio una fiction che avvicina maggiormente all’apprendimento.

Il tema invece legato ai motivi dell’emigrazione è stato toccato dal

Il Presidente di Fare Ambiente, il professor Vincenzo Pepe si è invece soffermato sui motivi della nuova emigrazione. “Nel 2022 su cento giovani il 10, 7% è emigrato – ha ricordato Pepe che vede nei molti laureati che vanno all’estero un fallimento delle istituzioni. Ha poi preso la parola il professore all’Università del Sacro Cuore di Milano Giuseppe Sommario, il quale si è soffermato sul concetto di ritornanza:  “Questo concetto, è quel sentimento che anima gli italiani fin dalla partenza, di voler ritornare e di essere riconosciuti. Anche Ulisse si è sentito a casa quando Penelope lo ha riconosciuto”.

Le conclusioni della tavola rotonda sono state affidate al deputato del Pd Fabio Porta, eletto nella ripartizione America Meridionale . “La nostra presenza all’estero – ha esordito il deputato – è una risorsa e non un problema. Purtroppo invece molto spesso, i nostri connazionali vengono visti più come un problema e non come una opportunità”. Porta ha poi ricordato la norma, da lui proposta, che trasferisce ai consolati il trenta percento di quanto incassano grazie alle domande di cittadinanza presentate dai nostri connazionali e dai loro discendenti all’estero. Un provvedimento che per il deputato sta aiutando il funzionamento dei servizi dei consolati soprattutto in Sud America. “In questi giorni – ha proseguito Porta- stiamo discutendo il Def e si parla, chiaramente, della necessità che ha questo paese di avere maggiori risorse umane, di nuova immigrazione, di avere più giovani che scelgano il nostro paese per rafforzare il nostro sistema economico: proprio gli italiani all’estero possono essere una risposta a questa questione. Dunque dobbiamo facilitare il ritorno sia degli italiani all’estero sia di quelli nati all’estero che vogliono studiare, stare un periodo, lavorare e perché no, anche trasferirsi nel nostro paese”.

Nell’ambito degli interventi tematici relativi alle “eccellenze e sostenibilità: il modello di impresa italiana nel mondo”, ha preso la parola Veronica Pitea, presidente di A.C.E.P.E.R. “Io sono dall’altra parte della medaglia dell’emigrazione – ha spiegato Pitea, perché sono venuta dalla Romania verso l’Italia e quindi posso capire molto bene cosa provi un emigrato all’estero. ACEPER nasce con la volontà di unire tutte quelle imprese che hanno investito nel green o nella sostenibilità e che producono oggi con la consapevolezza di non dover stare attenti solo alla qualità del prodotto. Parliamo di diecimila imprese.

Il Segretario Generale Consiglio Italo-Arabo, Paolo Patrizio, si è invece soffermato sul modello dell’impresa italiana nel mondo e delle problematiche legate ad essa: “All’estero ci presentiamo in maniera disgregata.  Abbiamo tante eccellenze che si collocano da sole senza alcun tipo di sostegno. Il vero portale tra i mondi è la cultura ed è questo il nostro biglietto da visita nel mondo”  Sul tema del “significato dei musei dell’emigrazione”, sono intervenuti il Presidente della Fondazione Musei dell’Emigrazione Italiana, Paolo Masini e Aniello Di Violo della Fondazione ITS BACT.

Il Presidente Masini ha parlato dell’importanza della collaborazione anche con governo per trattare l’emigrazione italiana a 360 gradi. “Parlare di museo – ha aggiunto – è riduttivo : si tratta di un ambito molto interattivo con anche delle mostre a tema”.

Nel suo intervento, Di Violo, si è soffermato sul lavoro della fondazione nella città di Napoli per la realizzazione di un museo sull’emigrazione. “Siamo gli ultimi a fare un museo del genere – ha aggiunto – anche se siamo la capitale dell’emigrazione: nel porto di Napoli infatti si sono verificati più imbarchi, circa 18 milioni”. Di Violo ha spiegato come questo lavoro offra uno strumento di riflessione ai giovani.

Per “l’esperienza dei borghi per il turismo delle radici”, Fiorello Primi, Presidente dell’Associazione dei Borghi più Belli d’Italia, ha illustrato i problemi che hanno le piccole realtà italiane. “Oggi si parla sempre più spesso di denatalità e per i borghi si parla di spopolamento. Uno spopolamento iniziato con la migrazione verso l’estero e dal sud verso il nord. Per questo con la nostra associazione dei borghi più belli stiamo trovando delle soluzioni a questo: rimettere e fornire dei servizi primari (ad esempio negozi di prossimità, scuole primarie)”. La soluzione offerta dal Presidente, non è solo il turismo e il turismo delle radici, ma “migliorare l’accessibilità fisica e digitale”, ricercando un “piano strategico nazionale che programmi le questioni da qui ai prossimi 20/30 anni”.

Ha poi preso la parola Gianni Maria De Vita, consigliere del Maeci (Dgit) e responsabile del progetto Turismo delle Radici. Nel suo intervento il consigliere ha fatto il punto sulla situazione del progetto rilevando come questa iniziativa stia entrando nella fase più importante, ovvero quella che riguarda la creazione dei gruppi informali in ciascuna regione italiana che si occuperanno della creazione di questa offerta per il turismo delle radici. “E’ un’operazione molto delicata – ha aggiunto il Consigliere – perché non si può affrontare il turismo delle radici senza un approccio di ampio respiro. Il turismo è un settore trasversale, è un settore che implica lo sviluppo delle infrastrutture, ma implica anche la riflessione su quali possono le politiche attive sui territori. E’ un settore che coinvolge la formazione. Si dice infatti che l’Italia è il paese più desiderato, ma non quello più visitato perché i servizi che sono offerti sui territori non incontrano le aspettative di chi vuole spendere delle vacanze nel paese. E’ un turismo ancora improntato sulle grandi direttrici del turismo nazionale, da Venezia, Napoli, Roma, mentre molta parte del territorio nazionale continua ad esserne escluso. Allora – ha continuato De Vita – il turismo delle radici cerca di dare  un sostegno a questi territori che sono esclusi dal turismo tradizionale, cercando una soluzione che possa invertire quei tassi negativi di crescita, di scarse attività produttive tipiche di questi territori”.  Voglio sottolineare  che il turismo delle radici – ha proseguito De Vita – ha un impatto positivo sull’economia ed in ambito sociale che non bisogna sottovalutare… Fino ad adesso –  ha concluso il consigliere entrando nel merito del progetto – abbiamo fatto 28 videoconferenze in tutta Italia per spiegare i contenuti dei bandi e siamo soddisfatti dal tasso di partecipazione: abbiamo ricevuto circa 157 candidature. Abbiamo già avviato le procedure, per cui abbiamo selezionato 38 progetti tra i quali verranno scelti i 20 vincitori. All’interno delle fasi di selezione, siamo quindi nella fase di valutazione dei progetti”. (Alessio Mirtini- Inform)

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