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MONACO (Principato) – Il Théâtre des Variétés di Monaco (Principato) ha ospitato mercoledì 1° marzo “La corsa dietro il vento” con Gioele Dix, all’anagrafe David Ottolenghi, e Valentina Cardinali, iniziativa promossa dalla locale Società Dante Alighieri con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia nel Principato.
Sotto al palazzo in cui abita un grande scrittore, cadono all’improvviso, dall’alto, alcuni fogli accartocciati contenenti le brutte copie delle sue storie. Da questa fantastica casualità parte “La corsa dietro il vento” di cui Gioele Dix è regista e interprete. Si tratta di un alternarsi di vicende, personaggi, atmosfere visionarie, paradossi, sempre in bilico tra racconto fantastico e realistica rappresentazione del sentire umano, in cui l’attore milanese attinge ai racconti di Dino Buzzati, con alcuni momenti di raffinata ironia che mettono in risalto la vena comica di Dix, noto al grande pubblico anche per la partecipazione al programma televisivo Zelig.
La rappresentazione, prodotta dal Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con Giovit per i 50 anni della morte di Dino Buzzati, è stato introdotta dalla presidente della Dante Grazia Soffici, alla presenza dell’ambasciatore d’Italia Giulio Alaimo, del segretario generale della Fondazione Prince Pierre Jean-Charles Curau, della direttrice generale del Ministero degli Esteri monegasco, Isabelle Rosabrunetto e di numerose altre personalità.
Oltre a quello che dà il titolo allo spettacolo, la carrellata di racconti buzzatiani ha incluso anche “La ragazza che precipita”, nel quale la giovane protagonista, Marta, si affaccia da un grattacielo piena di entusiasmo e si lascia cadere. Mentre precipita conversa con i condomini dei piani alti : “Dai balconi dei miliardari, mani galanti si tendevano verso di lei, offrendo fiori e bicchieri”, recita il testo. Ma la giovane non ha il tempo di fermarsi, poiché “m’aspettano laggiù” risponde, mentre nella sua discesa cala la notte e il freddo così come dubbi e angosce cominciano a farsi sentire…
Surreale, ma puntuale rappresentazione della debolezza umana, è anche la trama de “La giacca stregata” al centro della quale vi è appunto una giacca realizzata su misura da un rinomatissimo sarto, nelle cui tasche, però, straordinariamente, si moltiplicano i soldi; l’ignaro proprietario dell’indumento magico smetterà di lavorare e farà fortuna, per poi pentirsi scoprendo che le banconote provengono dal crimine e dalla disperazione, distruggere l’abito e cadere in una condizione miserevole.
Una scoperta, quella del grande scrittore e giornalista italiano scomparso nel 1972, che Gioele Dix ha fatto all’età di 12 anni, leggendo i “Sessanta racconti”. “In tutte queste vicende Buzzati non rinuncia mai ad accennare ai temi che ha a cuore – ha raccontato alla Dante Dix prima di salire sul palco – come il tempo che trascorre, la difficoltà di cogliere il tempo giusto per fare le cose, il destino al quale siamo più o meno votati, la vanità di tante cose che facciamo, la passione. Buzzati non era senz’altro un ottimista. Però il contrario del suo ottimismo non è pessimismo, ma un certo realismo: la consapevolezza che le cose hanno un certo destino e che noi possiamo fare parecchio per orientare la nostra esistenza, ben sapendo però che le cose non si possono cambiare”. (Inform)