direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Al Maeci i lavori della Conferenza dei Missionari italiani : “La persona al centro”

FARNESINA

 

ROMA – Si è svolta, presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Conferenza dei Missionari italiani sul tema “La persona al centro”. L’evento si è aperto con il messaggio di saluto di Papa Francesco e l’intervento del Ministro degli Esteri Tajani (vedi Inform n. 280 Al Maeci la conferenza dei missionari italiani sul tema “La persona al centro”, Tajani: I missionari italiani rappresentano un fiore all’occhiello per il nostro Paese e sono anche portatori della nostra lingua nel mondo | www.comunicazioneinform.it).

A seguire Mons. Domenico Pompili, vescovo di Verona, ha introdotto il primo panel, titolato “Diritto all’alimentazione, agricoltura e sviluppo”, evidenziando come la città Veneta sia caratterizzata da una forte e storica spinta al volontariato.  Una fede operosa dunque, capace di pensare ai più emarginati”. Il vescovo ha anche ricordato la figura di Gaspare Bertoni, “che è stato un po’ l’ideologo di quella che sarebbe la grande stagione missionaria portata a piena luce da Mons. Comboni”.

Queste figure appaiono solo come a punta dell’iceberg “di una popolazione che ha negli anni avuto centinaia e centinaia di religiosi e religiose e laici che hanno affrontato i viaggi più impensabili per andare nei luoghi più lontani, spesso provenienti da piccoli paesi dell’entroterra veneto”. Ha poi preso la parola Carlo Ruspantini, di Africa Mission, che ha spiegato come il movimento nasca nel 1972 per supportare il lavoro dei missionari all’estero e per intervenire in situazioni di emergenza. La situazione cambia alla fine degli anni Settanta, inizi anni Ottanta, con la fondazione di una Ong da parte dei fondatori che lavori stabilmente in uno stato per “portare avanti insieme un percorso di crescita e di sviluppo”, dopo una terribile carestia in Caramogia (Uganda). I primi interventi hanno riguardato l’acqua e quindi la perforazione di pozzi, a cui si sono collegati interventi per migliorare l’agricoltura, per aiutare i pastori semi-nomadi. In collegamento dal Kenya, Andrea Bianchessi (AVSI) fornendo degli esempi concreti di nascita e sviluppo di alcuni progetti da loro realizzati, ha rilevato come “da queste esperienze concrete possano nascere delle indicazioni per le politiche. Penso – ha continuato Bianchessi – che un primo punto sia partire proprio dai bisogni e dai desideri delle persone, dal loro desiderio di costruire. L’intervento deve coinvolgere tutti gli attori di buona volontà. Un altro fattore di successo è inoltre l’educazione che attraverso la formazione e l’assistenza tecnica ha portato al miglioramento le capacità gestionali delle cooperative”. Padre Luigi Savoldelli (Maristi) ha parlato del progetto Laudato sì dei padri Maristi in Camerun, “Un’esperienza – ha spiegato – che già da alcuni anni sto vivendo con i miei confratelli africani e la gente povera che si eradica nel solco dell’enciclica Laudato sì” di papa Francesco. “Un progetto agricolo che stiamo condividendo come comunità dei padri Maristi insieme ad un gruppo di persone povere locali”. Padre Savoldelli ha poi segnalato come tra gli obiettivi per il futuro vi sia quello di “rendere autonomo il progetto con una progressiva autogestione da parte dei lavoratori e della comunità marista locale e realizzare dei programmi di formazione per i giovani per giungere alla realizzazione di una vera e propria scuola agricola”.

E’ poi intervenuto, collegandosi in video dal Mozambico, Padre Antonio Perretta. “Nel carcere principale di Maputo – ha rilevato il sacerdote – abbiamo avviato un progetto chiamato laboratorio della libertà per la formazione dei giovani che sono l’80% dei carcerati”. In questo contesto si inserisce anche la Casa della Misericordia che accoglie, forma e reinserisce giovani dai 17 ai 25 anni che hanno avuto problemi con la legge.

Il Segretario per i rapporti gli con stati e le organizzazioni internazionali della Santa Sede, Mons. Paul. R Gallagher ha ricordato che “la missione non è solo il passato della Chiesa ma anche il presente e il suo futuro”. “Nelle esperienze missionarie – ha proseguito Mons. Gallagher – il sacerdote o il laico ospite e peregrino in terre lontane, condivide le esperienze della comunità che è chiamato a servire, partecipa nella sua vita, nelle sue sfide e nei suoi traguardi, condividendo la fede, fomentando la speranza e offrendo la parola che il Signore ha donato come guida per il cammino”. “La testimonianza di tanti missionari – ha continuato Gallagher  – ci insegna che la missione è intuire nel tempo ciò che muove dal di dentro di un popolo, lasciandosi plasmare e animando la vita quotidiana con la forza umanizzante del Vangelo”. In un messaggio rivolto ai governanti Gallagher ha aggiunto che la politica deve essere “luogo di promozione umana, ambito di crescita dove ognuno porta i suoi contributi operativi”.

Gallagher ha poi ricordato la figura di Comboni il quale affermava che “un’azione in paesi sconosciuti, presso popoli che magari non hanno mai avuto contatto con il Vangelo ha bisogno di pazienti investigazioni del territorio, di una scrupolosa attenzione dei luoghi, di mettere nel conto tempi lunghissimi, interminabili pause, probabili sconfitte e regressioni”.

Si è poi svolto il secondo panel dedicato al tema “La centralità dell’educazione. Formazione professionale e promozione della lingua italiana”, in cui è intervenuto Padre Giulio Albanese, sacerdote, giornalista e missionario comboniano, che  ha sottolineato come il continente africano non invochi la beneficienza, ma il riconoscimento della dignità.  Padre Albanese ha anche ricordato come sulla nostra stampa si parli poco “delle guerre dimenticate insanguinano l’Africa. Penso ad esempio alla crisi sudanese”. Secondo Albanese il mondo missionario può inoltre essere un tassello importante per affrontare la questione della migrazione divenuta “un fenomeno sistemico che va governato”.

Don Harris Pakkam (ANS Salesiani) ha invece parlato dell’agenzia salesiana che “racconta i fatti quotidiani del mondo salesiano, anche della chiesa”. Oltre alla fornitura delle notizie, Don Harris ha segnalato la realizzazione di corsi di formazione per i missionari, della durata di vari mesi, e di corsi per i volontari. Nel suo intervento, Suor Neusa de Fatima Mariamo (Suore Scalabriniane) ha rilevato come attualmente siano presenti 110 missioni dislocate in 27 paesi del mondo. Attraverso il cosiddetto servizio itinerante viene inoltre garantito, a migranti in condizioni di fragilità ed in difficoltà, il rispetto della dignità, dando attenzione ai bisogni primari. Gaia Mormina, segretario generale della Fondazione Scalabriniana, ha dal canto suo sintetizzato i principi cardine della loro azione: “L’educazione che è un’azione prioritaria, il rispetto del sogno del migrante e la speranza”. Don Matteo Tagliaferri (Comunità in dialogo) ha raccontato l’aspetto più umano nella sua esperienza che si sviluppa nell’aiuto ai giovani più in difficoltà che soffrono dell’abuso di sostanze e delle dipendenze. Anche suor Paola Vizzotto (PIME) si è soffermata sull’importante apporto emotivo dell’azione del volontariato svolta in questo caso prestando servizio nelle carceri femminili attraverso il contatto con le donne carcerate, soprattutto le donne rom. Don Marco Malizia ha rilevato l’importanza di inserire nella missionarietà anche il mondo militare. “Ho scelto di essere fidei donum in Congo dove insegno– ha proseguito Malizia – anzitutto perché colpito da una frase bellissima del maestro Luigi Sturzo ‘bisogna investire in Africa per non essere investi dall’Africa’. Il secondo motivo è l’impegno di fede per il prossimo, mentre il terzo motivo è un impegno di promozione e di aiuto concreto per i poveri. Dove arriva la fede – ha concluso Malizia – arriva l’Italia. Mons. Emilio Nappa, presidente delle pontificie opere missionarie ha sottolineato la rilevanza dell’evangelizzazione nell’opera missionaria .  “Noi facciamo evangelizzazione nei luoghi dove andiamo – ha spiegato – ma la facciamo anche qui , preparando i futuri sacerdoti che saranno mandati in quei posti , dicendo loro che questo messaggio va reso nelle loro culture, apprendendolo qui a Roma”.

Per il Card. Giorgio Marengo, prefetto apostolico di Ulaanbatar “offrire la possibilità di confrontarsi con Cristo vuol dire porsi in atteggiamento di grande rispetto e attenzione di fronte al santuario che ogni persona rappresenta”.

Nell’ultima sessione, dedicata al tema sanità e infanzia – Giovanni Puoto (CUAMM) ha sottolineato l’importanza della formazione e gli investimenti sulla formazione, sia sanitaria sia gestionale. “In Sudan ci sono aree in cui la media è di 15 mila parti per ogni ostetrica qualificata, il che significa che le donne partoriscono a casa” con tutti i rischi del caso.

Gianfranco Morino (World Friends – Kenya) ha illustrato il contesto della città di Nairobi, “megalopoli tra le più diseguali al mondo. E’ una megalopoli come tante al sud del mondo fatta da ricchezze smisurate e di povertà profonda, sempre più dominata, sul lato della salute, da una sanità privata ”. Morino ha anche sottolineato come l’ospedale fondato a Nairobi “non nasca come una cattedrale nel deserto, ma dalla rete presente sul territorio”.

E’ poi intervenuto Padre Jajal Yako (ACS). “I cristiani dell’Iraq sono una delle più antiche comunità del mondo – ha ricordato il sacerdote – ed hanno avuto un ruolo radicato nella storia del paese. Ancora oggi parlano la lingua di Gesù che è l’aramaico”. Padre Yako ha segnalato le persecuzioni, a partire dal 2003, poste in essere contro i cristiani, che provocarono molti sfollati e migranti. Suor Fernanda Bongianino (Figlie di San Camillo) ha fornito alcuni dati e numeri. “Oggi l’istituto è presente in 23 paesi nei quattro continenti. I principali ambiti dell’attività pastorale sono ospedali, dispensari, ambulatori, casa per gli anziani e strutture per bambini, assistenza a domicilio e formazione infermieristica”.

Riprendendo il tema dell’intervento precedente Il medico Fra Fiorenzo Priuli (Fatebenefratelli) in collegamento dall’Africa ha messo in risalto come i due ordini abbiano “le stesse caratteristiche” e gli stessi voti: “obbedienza, castità, povertà e ospitalità”. “In questo momento – ha rilevato Fra Fiorenzo parlando dell’ospedale e dei centri sanitari nati dal lavoro e dalla solidarietà– ci troviamo nell’urgenza di realizzare un pronto soccorso per tutti i malati, mentre le donne incinte vanno diritte alla maternità che non esisteva prima, contribuendo a ridurre la mortalità delle donne”.

Il reverendo P. Dinh Anh Nhue Nguyen, Segretario generale della pontificia unione missionaria ha ribadito che “Le Pontificie opere missionarie sono chiamate a promuovere la responsabilità missionaria di ogni battezzato nella Chiesa anche per il sostegno alle chiese particolari, e le nostre attività si concentrano su tre parole chiave: animazione, formazione e informazione missionaria”. Al termine del panel il Presidente della Commissione Esteri Difesa del Senato Stefania Craxi ha evidenziato il prezioso lavoro svolto dai missionari nel mondo soprattutto dove vivono gli ultimi. “E’ importante che le istituzioni italiane – ha rilevato la senatrice – accedano i fari sul vostro impegno di voi che siete la parte migliore dell’Italia. Un’opera che deve far parte a pieno diritto dell’impegno di cooperazione italiana”.

Si è poi svoltala parte conclusiva del dibattito dedicata a tematiche più tecniche che riguardano il coinvolgimento del Maeci . “L’assistenza o protezione consolare – ha esordito il consigliere Marco Petacco ( Ufficio IV Dgit- Maeci) – comprende tutto l’insieme di azioni ed interventi che vengono svolti a sostegno dei nostri connazionali all’estero che si trovano in stato di necessità. E’ una casistica vasta che parte dalla perdita dei documenti fino a fattispecie più complesse, come detenzioni di connazionali, minori contesi o emergenze sanitarie”. Il consigliere, dopo aver segnalato la presenza di pochi riferimenti normativi in questo ambito, ha sottolineato l’importanza che la nostra rete venga educata ad un approccio empatico, pratico ed operativo. Il consigliere ha poi rilevato come il ruolo dell’ufficio IV della Digit che si occupa di queste tematiche sia quello di “coordinare, accompagnare, assistere e supportare le iniziative che vengono svolte dalle nostre sedi in assistenza dei nostri connazionali non residenti in Italia che si trovano in difficoltà”. Petacco ha anche segnalato come nel 2022 l’ufficio IV abbia registrato 53.000 interventi. Un impegno che si risolve solitamente in 24- 48 ore, ma che in un 10% dei casi può durare anche anni. Nel 2022 l’ufficio ha assistito quasi 2000 detenuti all’estero, 1500 rimpatri e circa 1000 casi fra scomparse e minori contesi.  Per quanto riguarda il continente africano Petacco ha segnalato come nel 2022,  malgrado relativa dimensione della comunità italiana ivi presente, si siano registrati “80 rimpatri, 3 per casi sanitari, 42 detenzioni censite e seguite dalle nostre sedi, 11 casi di scomparsa e 60 casi con minori contesi”. “Aiutateci a conoscere il vostro lavoro – ha concluso il consigliere rivolgendosi ai missionari e auspicando sinergia con la nostra rete diplomatica – consolare – per poterlo svolgerlo nel migliore dei modi, anche in sicurezza” . Nicola Minasi, Capo Unità di Crisi della Farnesina, ha ricordato come la “rete dei missionari sia stata la prima ad essere contattata dall’Unità di crisi al momento della fondazione”, una struttura della Farnesina nata nel 1990 con la missione di “rispondere alle grandi emergenze internazionali, come rapimenti terroristici o disastri naturali”. “I missionari sono, forse, i primi diplomatici della storia” ha proseguito il Capo dell’Unità di Crisi. “I missionari sanno, vedono e soprattutto aiutano e ci sono accanto nella risposta all’emergenza e per la raccolta di informazioni sul terreno”. Minasi ha poi segnalato come l’App denominata Unità di Crisi, che dal 13 dicembre cambierà nome in “Viaggiare Sicuri”, potrebbe essere d’aiuto anche ai missionari, poiché darà la possibilità di fornire, non solo il  nome e il numero di telefono della persona, ma anche la posizione sul terreno dell’interessato attraverso la geolocalizzazione.  A seguire è intervenuta Grazia Sgarra (Aics) che si è soffermata sul bando che “l’Agenzia con approvazione del prossimo comitato congiunto previsto per il 21dicembre, lancerà e che sarà indirizzato alle iniziative promosse dalla società civile degli enti territoriali”. “Il bando – ha proseguito  Sgarra – si pone in coerenza quale strumento operativo dell’istituendo piano Mattei”. Marco Impagliazzo, professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università Roma Tre e presidente della comunità di Sant’Egidio, ha parlato dell’attività di registrazione anagrafica in Africa dei neonati. “Abbiamo deciso di occuparci di questi bambini, che non in gran numero, perché ci siamo accorti di che cosa significa non essere registrati allo stato civile dalla nascita, bambini a cui sono negati i servizi di base, come la scuola e la sanità”. Sull’impegno contro la pena di morte, il professore ha rilevato l’opera di sensibilizzazione sulla tematica e l’iniziativa politica, promossa in collaborazione con il governo italiano, per portare avanti “quell’intuizione che ha avuto l’Italia tanti anni fa all’Onu di lavorare per una moratoria delle esecuzioni”.

Dopo l’intervento del Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, che si è soffermato sui cambiamenti sperimentati dal  continente africano con molti stati che hanno raggiunto l’indipendenza e ora vivono e gestiscono questa nuova condizione , Ha preso la parola il Sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli: “Tutti noi abbiamo nella nostra vita privata – ha esordito Silli – la Suor Lucia o il Fra Luca di riferimento. Tutti noi siamo stati formati direttamente o indirettamente dalla cultura cristiana cattolica in Italia. Tutti noi quando cerchiamo di dare una mano al prossimo, anche se spesso e volentieri in Italia siamo un po’ autolesionisti, abbiamo un punto di riferimento, qualcuno di cui ci fidiamo. Il mio fratello di riferimento l’ho conosciuto per caso su Twitter, un missionario in Mozambico che salva bambini e io ho cercato di dargli una mano”.

“La missione – ha proseguito il Sottosegretario – non è assistenzialismo spiccio, è ben altro. La cooperazione è per lo sviluppo, non è elemosina. La missione se non è corredata da una formazione continua delle coscienze di chi riceve aiuti serve a ben poco. La formazione deve essere complementare all’aiuto vero e proprio e così anche quando e soprattutto si parla di diritti umani.  Riferendosi poi alla pena di morte Silli ha rilevato l’impegno portato avanti in questo campo dalla Farnesina. “I diritti umani – ha concluso il Sottosegretario – non si insegnano con la forza a casa degli altri , ma si insegnano accompagnandosi per un percorso insieme, stando gomito a gomito, per arrivare a dei risultati che sono sacrosanti per la nostra cultura, ma non per altre culture”.

Le conclusioni sono state affidate al Segretario Generale della Farnesina Riccardo Guariglia che ha sottolineato come missionari e diplomatici, pur nelle debite differenze, siano accomunati dal “dovere di essere testimoni di remote realtà”.  “Diplomatici e missionari – ha proseguito il Segretario Generale – basano le loro vite sul comune principio della centralità della persona umana, la promozione dei suoi diritti ed il soddisfacimento dei suoi bisogni in un’ottica non di competizione, ma di cooperazione con gli altri popoli”.  Per Guariglia inoltre “Il servizio, il dialogo e la rete” sono i cardini su cui si basa il lavoro dei diplomatici e dei missionari.  “Alla luce di queste analogie – ha aggiunto il diplomatico che vede nel fine ultimo dei diplomatici e dei missionari la costruzione della pace – la giornata di oggi ha offerto spunti concreti per aumentare, soprattutto nelle periferie, contatti e sinergie tra le nostre rispettive reti. Tutti gli incontri che hanno luogo tra funzionari delle ambasciate, realtà della diplomazia italiana all’estero e mondo missionari sono sempre momenti di aggregazione importanti”. (Alessio Mirtini – Inform)

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
Powered by Comunicazione Inform | Designed by ComunicazioneInform