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Al BIF&ST “il capitale umano” ed altri premiati

CINEMA

Un articolo di Carlo Di Stanislao

Ne parlo in ritardo ma con grande ammirazione come principale progetto portato avanti in questi anni dalla Apulia Film Commission, festival internazionale del cinema e della cultura cinematografica. Giunto alla sua quinta edizione, fa vivere per  intero la città di Bari, è chiamato  BIF&ST che sta per Bari international Film Festival e quest’anno si è svolto dal 5 al 12 aprile; una edizione dedicata ad un ricordo molto articolato di Gian Maria Volontè. A conclusione,  la giuria espressa dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, composta da Valerio Caprara del Mattino, Paolo D’Agostini della Repubblica, Piera Detassis direttrice di Ciak, Fabio Ferzetti del Messaggero, Anton Giulio Mancino della Gazzetta del Mezzogiorno, Paolo Mereghetti del Corriere della Sera, Franco Montini presidente del Sindacato Critici, Sergio Naitza dell’Unione Sarda e Silvana Silvestri del Manifesto, ha assegnato il premio Monicelli per la migliore regia a Paolo Virzì per “il capitale umano”; il premio Cristaldi per il miglior produttore a Gianluca Arcopinto per due film, L’amministratore” e “La mia classe”; il premio Tonino Guerra per il miglior soggetto a Antonio Morabito per “Il venditore di medicine”; quello Vincenzoni per la sceneggiatura a Francesco Bruni, Francesco Piccolo e Virzì, sempre per “Il capitale umano” ed il premio Morricone per la colonna sonora a Pivio e Aldo de Scanzi per “Song e Napule”.

Quanto agli attori, ha vinto il premio Gassman per il miglior attore protagonista  Francesco Gifuni ancora per “Il capitale umano”; quello Anna Magnani come migliore protagonista Valeria Golino per “Come il vento”; mentre a Sandro Burrirossi per “Song’e Napule” è andato il premio Sordi come migliore comprimario e a Matilde Gioli (“il capitale umano”) quello analogo intitolato ad Alida Valli.

Quanto ai premi tecnici, Gherardo Gossi per “Come il vento” ha vinto il Rotunno per la fotografia; Giancarlo Basili quello Ferretti per la scenografia; Maria Rita Barbera quello Tosi per i costumi per “Anni felici” e Cecilia Zanuso il premio Roberto Perpignani per il miglior montaggio, sempre per “Il capitale umano”. Ad Andrea Cammileri, infine, il Federico Fellini Platinum Award for Artistic Excellence,  per il suo immenso lavoro culturale e per il suo essere un architetto della parola, unico ed originale, anzi, decisamente magico.

L’equivalente premio ma ad una personalità non italiana, è andato a Michael Radford, regista che si è sempre distinto per la sua capacità di raccontare storie importanti, dirigendo grandissimi attori, senza temere il confronto nel misurarsi con i testi di William Shakespeare, come per il bellissimo film Il mercante di Venezia, o di George Orwell dal quale ha tratto un’eccezionale trasposizione cinematografica del mitico romanzo 1984.

Come opera prima è stato premiato il suggestivo “La mafia uccide solo d’estate” di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, che ha messo d’accordo tutta la speciale giuria di questa sezione, presieduta da Giuliano Montaldo.

La stessa giuria ha conferito a Pietro Zucca il premio per la migliore regia per “L’arbitro”, un’opera prima che  si sa districare tra il sacro e il profano, mettendo in discussione i “ruoli” attraverso un sarcasmo mai volgare, una direzione degli attori impeccabile incorniciata dall’uso sapiente del bianco e nero.

La giuria popolare infine, presieduta da Francesco Bruni, ha conferito il premio internazionale a Zaza Urushade, per il suo film Tangerines (Mandarini), che ha il grandissimo pregio di saper raccontare, in maniera semplice ma raffinata, l’insensatezza della guerra, specie quando essa contrappone persone che hanno la stessa faccia, parlano la stessa lingua e faticano persino a riconoscersi come nemici. Qui, due miliziani, un abkhazo ed un georgiano, gravemente feriti, vengono ospitati sotto lo stesso tetto da un anziano e paziente contadino estone; nella convivenza forzata, nella condivisione dei piccoli momenti della giornata, l’odio feroce che li divide è destinato a perdere ogni senso, poiché si può odiare solo ciò che non si conosce. (Carlo Di Stanislao*/Inform)

* Presidente dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La lanterna magica”

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