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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

A Roma la Conferenza Coopera 2022, gli interventi istituzionali della sessione d’apertura

COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO

 

ROMA – Si è aperta a Roma la Conferenza Coopera 2022 (23-24 giugno) con gli interventi istituzionali della sessione plenaria inaugurale. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato della pandemia prima e della guerra in Ucraina poi, due eventi tragici che tolgono risorse ad altre grandi questioni di rilevanza mondiale. “A causa della guerra si acuiscono le tensioni e si obbligano milioni di persone ad abbandonare la loro abitazione. E’ una crisi insostenibile che crea il problema alimentare, si accentua il debito estero per molti Paesi. Questo è il risultato del conflitto scatenato da Mosca. La politica di cooperazione allo sviluppo ha tra i fini nobili la costruzione e la preservazione della pace. Con la guerra non ci può essere sviluppo e senza sviluppo non ci possono essere stabilità e pace. La politica italiana sulla cooperazione è basata sull’Agenda 2030 della Nazioni Unite. L’approccio dell’Italia è fondato sul multilateralismo efficace, coordinato e lungimirante”, ha rilevato  Mattarella evidenziando che un contributo di primaria importanza lo reca l’Unione Europea. “L’UE e i suoi Stati membri sono i principali attori nello sviluppo a livello globale. Dobbiamo essere consapevoli del nostro ruolo e del nostro potenziale. Lo spirito di solidarietà già evidenziato nel secondo dopoguerra fu significativo così come lo fu il sostegno ai popoli che andavano affrancandosi dal colonialismo”, ha aggiunto Mattarella che ha ricordato la disciplina normativa che dagli anni ’60 l’Italia ha posto in essere sul fronte della cooperazione menzionando tra le altre la riforma del 2014 che vede l’AICS impegnata a dare attuazione alle politiche di cooperazione, sotto il controllo della Farnesina e coinvolgendo Cassa depositi e prestiti in un approccio integrato. “Un altro terreno positivo è quello della collaborazione accademica interuniversitaria capace di attivare reti di ricerca. Sono certo che questa conferenza rafforzerà la costruzione di un orizzonte di pace e progresso”, ha concluso Mattarella. Il cardinale Pietro Parolin (Segretario di Stato) ha citato l’enciclica ‘Fratelli Tutti’ di Papa Francesco invitando a non vedere un’utopia nell’idea di costruire la pace. “Non crediamo di essere onnipotenti perché siamo tutti sulla stessa barca. Già Paolo VI diceva che lo sviluppo non si riduce solo alla crescita economica ma necessita di una promozione umana. Lo sviluppo umano integrale non va confuso con la crescita economica. Il dialogo deve avvenire all’interno delle istituzioni multilaterali nel dovere dei Paesi più ricchi di aiutare quelli in via di sviluppo. La guerra, di nuovo alle nostre porte, ci mostra con chiarezza come le guerre gravino sulla tragedia della fame producendo sottosviluppo. Papa Francesco invita a cercare un’amicizia sociale che includa tutti”, ha sottolineato Parolin ricordando le cinque ‘p’: persone, pianeta, prosperità, pace e partenariato. “Pianeta e prosperità sono connessi alle persone. Le risorse del pianeta sono doni di cui essere grati e dobbiamo preservarli”, ha sottolineato Parolin. Il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale , Luigi Di Maio, ha parlato di una conferenza che valorizza la riforma del 2014 includendo il settore pubblico e il privato. “La riforma del 2014 ha sancito che la cooperazione allo sviluppo è parte integrante della politica estera italiana. Con questo spirito abbiamo lavorato per incrementare i fondi per la cooperazione arrivati a 5 miliardi di euro nel 2021”, ha esordito Di Maio che ha ricordato gli strumenti multilaterali per la gestione pandemica, quindi l’intervento in Afghanistan con uno stanziamento di 100 milioni di euro e infine l’Ucraina con un trasferimento di 110 milioni di euro più il fondo per le migrazioni e per l’assistenza ai profughi. Di Maio ha anche ricordato le 66 tonnellate di beni umanitari partiti dalla base di Brindisi. Il Ministro ha poi sottolineato l’importanza dei partenariati attorno al tavolo coordinato da Farnesina e AICS all’insegna dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il pensiero è andato all’Africa e al tema della sicurezza alimentare. “La cooperazione italiana ha in Africa 11 dei suoi Paesi prioritari. Non è un caso che abbiamo aperto proprio in Africa nuove Ambasciate, uffici ICE e Istituti Italiani di Cultura: tra gli IIC si segnala quello di Dakar che si aggiunge a quelli di Addis Abeba e Pretoria. E’ un ulteriore segnale del consolidamento del partenariato con questi Paesi per una gestione più efficace anche del fenomeno migratorio”, ha ribadito Di Maio che ha poi ricordato le figure dell’Ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in Congo insieme al carabiniere Vincenzo Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo; quindi un pensiero è stato rivolto a Mario Paciolla, il volontario morto in Colombia in circostanze ancora da chiarire e a Paolo Dieci, presidente del Comitato internazionale per sviluppo dei popoli che ha perso la vita in un incidente aereo. “La lotta all’insicurezza alimentare è prioritaria per l’Italia considerando le tensioni sui mercati dettate dalla guerra in Ucraina che si ripercuote in altri Paesi”, ha evidenziato Di Maio menzionando l’evento dello scorso 8 giugno alla Farnesina, in collaborazione con la FAO: una conferenza sulla cooperazione alimentare. “L’obiettivo ‘fame zero’ è strumentale anche per raggiungere altri obiettivi: tutti quelli racchiusi nelle cinque ‘p’ dell’Agenda 2030”, ha concluso Di Maio. La Commissaria Europea per le Partnership Internazionali, Jutta Urpilainen, si è soffermata sul conflitto in Ucraina. Ha sottolineato come nel breve periodo l’UE stia rispondendo alle emergenze umanitarie e ha evidenziato anche il ruolo dell’UE nella crisi alimentare in Sahel e Corno d’Africa. “In Africa si stanno sostenendo 180 programmi per l’emergenza sanitaria e la promozione dell’economia. Stiamo lavorando per gli investimenti e stiamo mettendo insieme le risorse dell’UE. I partner non sono solo in Africa ma anche nell’area del Pacifico e in America Latina”, ha precisato Urpilainen. La Direttrice Esecutiva Unicef, Catherine Russell, ha espresso soddisfazione per l’approccio multilaterale dell’Italia. “Il nome di questa conferenza è molto appropriato. Bisogna avere degli obiettivi di sviluppo e mantenere la promessa dell’Agenda 2030. La pandemia ha acuito le minacce: 100 milioni di bambini sono sprofondati nella povertà dall’inizio della pandemia. Adesso la guerra in Ucraina sta distruggendo il futuro di milioni di persone. In vista del prossimo G7 l’Unicef chiede interventi di emergenza. La pandemia soprattutto ha messo in luce disuguaglianze strutturali. Dare priorità a bambini e comunità escluse serve a raggiungere gli obiettivi”, ha sottolineato Russell che ha ricordato quando nel secolo scorso, all’indomani della seconda guerra mondiale, erano i bambini europei ad avere bisogno di aiuto. Il Presidente ONG del Burkina Faso e Presidente di Forus International, Christelle Kalhoule, ha ricordato che l’ordine di grandezza di questa crisi nel mondo richiede scelte audaci. “Come diceva un Nobel l’unica cosa che salverà il mondo è la cooperazione. Mi complimento con l’Italia per il lavoro che sta svolgendo. Il mondo ha bisogno di diventare più umano ma l’entità di questa crisi ha bisogno di più dialogo. E’ urgente che i Paesi Ocse rispettino i propri impegni. Dall’Ucraina al mio Paese le crisi sono forti. Il Governo di transizione in Burkina Faso sta cercando di ristabilire la sicurezza. La comunità internazionale, di cui l’Italia fa parte, deve però raddoppiare gli sforzi”, ha commentato Kalhoule. La portavoce nazionale della Campagna 070, Ivana Borsotto, ha ricordato la parola ‘dovere’: “il dovere di esercitare al meglio il ruolo della cooperazione internazionale quale parte integrante della politica estera italiana estendendo la presenza dell’Italia alle comunità più periferiche, perché la cooperazione è promozione dei diritti umani e contrasto alle disuguaglianze, lavorando con le persone più vulnerabili”, ha rilevato Borsotto invitando la cooperazione a essere protagonista della co-programmazione con piena assunzione di responsabilità. “Dalle pandemie alle minacce ambientali viviamo in un mondo dove non ha funzionato l’esportazione della democrazia, che non sa mantenere le sue promesse di giustizia. Chiediamo al governo l’impegno di investire lo 0,70 del reddito nazionale lordo nella cooperazione entro il 2030. Anche con questa campagna proviamo a fare nostro dovere per orientarci verso il futuro proposto dall’Agenda 2030. Ora bisogna tradurre la grammatica dei diritti in una pratica quotidiana”, ha concluso Borsotto. Il Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite, Amina J. Mohammed, è tornata sulla guerra in Ucraina che sta causando effetti a cascata nel resto del mondo. “La comunità internazionale deve alzare la testa”, è stato il monito di Mohammed ponendo sotto la lente di ingrandimento questioni che vanno dalla tutela sociale alla scuola fino ai sistemi sanitari. “Ringrazio l’Italia per l’approccio multilaterale nella cooperazione all’interno del quadro delle Nazioni Unite”, ha concluso Mohammed. Il giornalista Luca Attanasio, invitato sul palco da Maria Cuffaro, ha parlato del suo omonimo, il compianto Ambasciatore Luca Attanasio. “Luca entra nel novero dei diplomatici orientati a fare molto per gli altri. Luca voleva che visitassimo come giornalisti l’Africa e il Congo. Luca rappresentava una diplomazia moderna, un modo nuovo e incisivo di immaginare la diplomazia. Era un diplomatico con la curiosità umana, capace di scendere per le strade e capire la gente che aveva intorno”, ha commentato il giornalista. Il Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e Coordinatore dei Soccorsi di Emergenza delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, ha ricordato eventi estremi come la pandemia e adesso la guerra in Ucraina: “ci sono Paesi sull’orlo della fame e la guerra ne è tra le cause, abbiamo bisogno di usare le risorse in maniera efficiente”, ha affermato Griffiths evidenziando il legame con l’Italia che ha raddoppiato il suo contributo per l’aiuto umanitario. Tra gli altri intervento segnaliamo quello della Vice Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Marina Sereni, che ha ricordato come nell’ultimo decennio i conflitti nel mondo siano triplicati. “Per questo dobbiamo ripartire dalla parola pace, c’è un peggioramento della situazione umanitaria in ogni parte del mondo e i conflitti aggravano i problemi in aree già fragili. Adesso dobbiamo fare i conti con una guerra nel cuore dell’Europa, quando già la pandemia aveva interrotto alcune interconnessioni commerciali. Il tutto dentro un’accelerazione dei cambiamenti climatici”, ha commentato Sereni menzionando zone particolarmente delicate come l’Africa Subsahariana e l’America Latina. “Possiamo ragionare su tre tipologie di interventi: interventi con aiuti salvavita in emergenze umanitarie in aree colpite immediatamente da una crisi naturale o da un conflitto; interventi di medio periodo orientati allo sviluppo, indirizzando gli aiuti per l’assistenza alla popolazione e per rafforzarne la resilienza coinvolgendo le autorità locali e la società civile; interventi per la risoluzione delle crisi politiche, dove la cooperazione può essere complementare alla grande diplomazia”, ha rilevato Sereni sottolineando l’essenzialità del ruolo della società civile come una diplomazia dal basso che porti al cosiddetto ‘peace building’. “Non possiamo fare a meno delle Nazioni Unite in molte aree del mondo ma serve integrare il sistema delle Nazioni Unite con il lavoro della società civile. L’Europa rappresenta un soggetto importante anche nelle situazioni di emergenza perché può massimizzare lo sforzo dei singoli Stati membri. Dobbiamo coinvolgere altri Paesi magari meno generosi nel sistema della comunità internazionale e come Italia dobbiamo avvicinarci a quello 0,70% che permetterebbe  di rispondere dignitosamente alle emergenze”, ha concluso Sereni. (Inform)

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