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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

59.ma Tragedia di Mattmark. La commemorazione dell’Abm a Mas di Sedico, la memoria deve passare ai giovani

ITALIANI ALL’ESTERO

 

MAS DI SEDICO – Domenica 1 settembre, a Mas di Sedico, presso il piazzale “Vittime di Mattmark”, si è tenuta la commemorazione del 59° anniversario della tragedia di Mattmark, organizzata dalla Famiglia Ex emigranti “Monte Pizzocco” con il supporto dell’Associazione Bellunesi nel Mondo e il patrocinio dei Comuni di Sedico, Santa Giustina, Sospirolo, San Gregorio nelle Alpi e Cesiomaggiore. L’evento ha ricordato l’incidente avvenuto il 30 agosto 1965 in Svizzera, nel Canton Vallese, che provocò 88 vittime, tra cui 56 italiani e 17 bellunesi. Quel tragico 30 agosto, alle 17:15, una massa di 2 milioni di metri cubi di ghiaccio si staccò dal ghiacciaio Allalin, travolgendo il cantiere idroelettrico di Mattmark, situato a oltre 2.000 metri di quota. “Niente rumore – raccontò uno dei sopravvissuti ai cronisti dell’epoca –. Solo un vento terribile e i miei compagni volavano come farfalle. Poi ci fu un gran boato, e la fine. Autocarri e bulldozer scaraventati lontano.” Le vittime furono 88, tra cui 17 lavoratori bellunesi: Fiorenzo Ciotti, Pietro Lesana, Enzo Tabacchi, Giovanni Baracco, Leo Coffen, Igino Fedon, Ilio Pinazza, Rubelio Pinazza, Arrigo De Michiel, Silvio Da Rin, Celestino Da Rech, Giovanni Zasio, Mario Fabbiane, Giancarlo Acquis, Aldo Casal, Lino D’Ambros e Virginio Dal Borgo. La cerimonia ha visto la partecipazione di numerose autorità, parenti delle vittime e superstiti, ed è stata un momento di riflessione collettiva per ricordare il sacrificio di chi, cercando un futuro migliore lontano da casa, trovò invece la morte tra le montagne svizzere. Oscar De Bona, presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, ha aperto la commemorazione ringraziando tutti i presenti: “Grazie alle autorità, alle Famiglie ex emigranti, ai gruppi Alpini, alla Federazione dei maestri del lavoro e ai numerosi sindaci oggi qui presenti. In particolare, un ringraziamento ai parenti delle vittime bellunesi e ai superstiti che hanno voluto presenziare a questa semplice, ma significativa cerimonia. Il prossimo anno, in occasione del 60°, organizzeremo un viaggio a Mattmark e una serie di eventi nel territorio Bellunese per sensibilizzare le nuove generazioni su quanto avvenne il 30 agosto del 1965”. L’intervento del sindaco di Sedico, Christian Roldo, ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria del sacrificio degli emigranti: “Non dobbiamo dimenticare il sacrificio fatto dai nostri emigranti per il benessere del nostro Paese e della nostra provincia. Mi rammarica la poca presenza di giovani in occasione di questa commemorazione ed è proprio a loro che dobbiamo rivolgerci. Un doveroso ringraziamento va a tutti i lavoratori che si sono spesi all’estero. In ogni famiglia ci si aspetta che chi lavora possa ritornare a casa. A Mattmark, per 88 lavoratori, e di questi 17 bellunesi, questo non è avvenuto e purtroppo anche oggi continuano a verificarsi tragedie sul lavoro. Questo non deve più accadere”. Anche Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, ha evidenziato la necessità di coinvolgere le nuove generazioni: “Dobbiamo sensibilizzare maggiormente i giovani e ricordare che la storia è maestra di vita. Ringrazio l’Associazione Bellunesi nel Mondo per organizzare commemorazioni come questa di Mattmark. Sono giornate per stare vicini ai superstiti e ai parenti delle vittime, ma anche per tenere alta la memoria e riflettere”. Marco Perot, presidente della Famiglia Ex emigranti “Monte Pizzocco”, ha concluso sottolineando il significato della memoria e del sacrificio: “Morti nel ghiaccio, vivi nella memoria. Questo è quanto scritto sul monumento ai piedi del ghiacciaio dell’Allalin, dove persero la vita 88 persone. La missione della nostra Famiglia è mantenere viva la memoria e ricordare il sacrificio fatto dai nostri emigranti per il futuro e il benessere dell’Italia intera”. La cerimonia ha incluso anche la lettura di una toccante testimonianza da parte di Giulia Francescon dell’Associazione Bellunesi nel Mondo. È stata riportata la storia di Rita Dal Pan, una delle sopravvissute, che ricordò il duro lavoro quotidiano al cantiere e la tragedia di quel giorno: “Ogni giorno sfidavano il freddo e la fatica, lavorando anche di notte per portare cibo ai lavoratori. Un giorno, un’enorme frana si staccò dal ghiacciaio, travolgendo il cantiere e provocando morte e distruzione. Sebbene le donne fossero lontane dal luogo del disastro, Rita ricorda il terrore e la sensazione di impotenza”.  Alla cerimonia sono intervenuti con un saluto anche i sindaci di Belluno, Oscar De Pellegrin, e di Domegge di Cadore, Achille Barnabò, oltre alla vice sindaca del Comune di Sospirolo, Livia Cadore.  Con la fascia tricolore erano presenti anche le Amministrazioni di Feltre, Alpago, Soverzene, San Gregorio nelle Alpi, Cesiomaggiore, Santa Giustina e Zoppé di Cadore. La grande partecipazione del pubblico ha sottolineato l’importanza di questo appuntamento annuale, che si è concluso con la deposizione di una corona d’alloro davanti al monumento dei caduti sul lavoro e in emigrazione, rendendo omaggio a chi ha perso la vita in quella tragica giornata e ribadendo l’importanza di non dimenticare. (Inform)

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