MISSIONI CATTOLICHE ITALIANE
WOHLEN (Svizzera) – Domenica 27 ottobre 2013, don Silvano Francola che ha fortemente segnato per quasi 44 lunghi anni, la straordinaria, irripetibile e fruttuosa storia della Missione Cattolica Italiana di Wohlen ha preso commiato e salutato la sua e la locale comunità dove era arrivato nel 1969. Don Silvano veniva dal sud e portava nell’animo il tepore della campagna laziale. “Spesso don Silvano ripeteva, e ripete tutt’ora – ricorda il settimanale delle Missioni Cattoliche Italiane in Svizzera – che sono stati anni di sopportazione reciproca, lui ha sopportato noi e noi abbiamo sopportato lui. Oggi sappiamo tutti quanto e come più povera sarebbe stata la nostra storia senza quel 14 novembre del 1969. Sono tante e innumerevoli le cose che potremmo ricordare e citare nel momento del suo commiato da Missionario”. “Lui – ricorda la testimonianza riportata dal settimanale – ha da subito smosso i nostri animi, le nostre menti e le nostre braccia e ha gridato forte, da pastore sicuro, il messaggio evangelico. Le sue parole, degne certo di una platea più elevata, sono state e sono per noi prezioso monito e insegnamento ad essere e divenire ogni giorno testimoni e seguaci del maestro di tutti, Cristo”. Con lui sono nati il Circolo ACLI (giugno 1970), la costruzione dell’Asilo Italiano alla Reithallenweg con le suore italiane (1973), la costruzione della Begegnungsstätte (1987) nonché tantissime attività culturali e sociali come concerti, mostre di pittura, conferenze, dibattiti, etc. Negli ultimi tempi ha ripetuto spesso: “la Comunità è la mia famiglia”: “ è stato il Missionario che non disdegnava di parlare con tutti e per tutti, negli ospedali, nelle carceri, nelle strade e nei negozi ed ha avuto sempre il tempo per uno scambio di qualche parola sul ‘come va?’ o magari solo sul calcio o la politica”. La sua casa, alla Obere Farnbühlstrasse è stata come un porto di mare dove c’era accoglienza per tutti e dove in tanti informali momenti “ritemprare la sua e la nostra voglia di stare insieme e la voglia di pensare in grande e di ‘fare’ non per se ma per tutti”. (Migrantes online/Inform)