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Tagliacozzo, i piaceri del convivio nella 26esima Gara dei Cuochi

ARTE CULINARIA

Tagliacozzo, i piaceri del convivio nella 26esima Gara dei Cuochi

L’intervento in giuria di Franco Santellocco (Cram/Cgie)

 

TAGLIACOZZO – Nella splendida cornice di Villa Anzini a Selve Piane di Tagliacozzo si è svolta, lo scorso 3 gennaio, la tradizionale ed annuale “Gara dei Cuochi”, giunta ormai alla 26esima edizione. La gara vede fronteggiarsi alcune coppie di cuochi, chiamate a esprimere la loro arte attraverso l’elaborazione di saporiti e spesso originali piatti. A giudicare le opere,  una complessa giuria costituita da due sezioni: l’una composta dalle mogli dei concorrenti, l’altra da esperti ‘imparziali’ (insegnanti, magistrati, enologi, professionisti vari). Entrambe le sezioni sono coordinate, ormai da 15 anni, dal presidente della giuria, dott. Emanuele Nicolini, già vice direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Abruzzo. La votazione finale segue il regolamento redatto tre lustri fa. Concorrenti e giurati provengono da vari luoghi dell’Abruzzo nonché da Rieti e da Roma.

È un convivio tipico abruzzese, ma con presenze attive provenienti anche da altre regioni tali da rendere di più forte spessore la manifestazione stessa valorizzando non pochi aspetti: eno-gastronomici,socio-culturali e ricreativi radicati nel tessuto marsicano. Ogni singola portata ha avuto in abbinamento pregiatissimi vini nella tradizione del “Montepulciano d’Abruzzo”.

Le specialità in concorso erano le seguenti: per i primi piatti “Patate e provola all’uso campano” (chef Sasà Mercurio e Maurizio Di Michele) e “Pasta e ceci alla romanesca” (chef Gaetano Blasetti e Franco Salvatori). I secondi “Calamari ripieni dell’Adriatico” (chef Vincenzo Di Donato ed Enrico Zepponi) e “Cosciotto di agnello con frutta cotta” (chef Michele Di Mizio e Cesare Giffi). I dolci Tiramisù “Amore mio” (chef Giancarlo Cerone e Giacomo Ranalli) e Tiramisù “Anticrisi” (chef Alceste Anzini ed Eliseo Palmieri).

Ad aggiudicarsi le tre simboliche coppe, dal primo al terzo classificato: i Calamari ripieni di Vincenzo Di Donato ed Enrico Zepponi, il Cosciotto d’agnello di Michele Di Mizio e Cesare Giffi, il Tiramisù “Anticrisi”di Giancarlo Cerone e Giacomo Ranalli . Le due sezioni dei giurati, che votano distintamente, si sono trovate sostanzialmente concordi nei giudizi.

Giova ricordare che la passione per la arte culinaria, prodotti ed ingredienti specifici materializzano per l’Italia un fatturato all’export di non pochi miliardi di euro.

Il presidente della giuria, nella bella atmosfera del convivio, ha declamato il suo componimento che quest’anno ha il significativo titolo di “Elezioni, elezioni”. In chiusura, il delegato di Avezzano dell’Accademia Italiana della Cucina, Giuseppe Cristofaro, ha commentato le diverse “specialità” mentre il dott. Pacifico ha illustrato ai presenti pregi e difetti dei vini abbinati.

Il conte Franco Santellocco ha chiuso con un alto richiamo ai valori dell’amicizia, filo conduttore delle edizioni di questa peculiare manifestazione ma soprattutto quale valore fondante la vita di ogni uomo sin dati tempi più antichi(VII – 23 “De Amicitia” Cicerone): “L’amicizia, dunque, comporta moltissimi e grandissimi vantaggi, ma ne presenta uno nettamente superiore agli altri: alimenta buone speranze che rischiarano il futuro e non permette all’animo di deprimersi e di abbattersi”. (Inform)

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