ALTA FORMAZIONE E CRISI ECONOMICA
Istituto Italiano di Cultura di Madrid
Secondo ciclo di conferenze “Idee e Storie”, l’Università italiana e spagnola in Europa
MADRID – L’università italiana e quella spagnola in Europa ai tempi della crisi economica è stato il tema al centro del secondo ciclo di conferenze intitolate ”Idee e storie”, all’Istituto Italiano di Cultura di Madrid. In particolare, si è discusso di come individuare ricette comuni per affrontare il nodo del taglio progressivo delle risorse nel settore dell’alta formazione.
Sono stati protagonisti della serata il prof. Giovanni Puglisi, rettore dell’Università IULM di Milano e vice presidente della Conferenza dei Rettori delle Università italiane, il prof. Vicente Gonzalez Martan, preside di Linguistica Italiana presso l’Università di Salamanca, e la professoressa Aurora Conde, titolare della cattedra di Linguistica Italiana presso l’Università Complutense di Madrid.
Internazionalizzazione e apertura al contributo di privati
Pur sottolineando la sacrosanta autonomia di ogni ateneo, Puglisi ha indicato come uno dei punti critici l’eccessiva offerta formativa (5.493 corsi di laurea censiti a fine 2010); secondo il suo punto di vista, è corretto il cammino intrapreso dal nostro sistema universitario, così come da quello spagnolo, verso l’internazionalizzazione e l’apertura al contributo di privati, benché mai lo Stato possa esimersi dal suo obbligo di sostenere e appoggiare le università, che hanno subito dal 2008 un taglio del 60 per cento (le private) e dell’undici per cento (le pubbliche).
La professoressa Conde ha sottolineato il momento critico dell’università spagnola; la locale conferenza dei rettori ha dichiarato che di fronte ai tagli prospettati per il 2013 dal governo spagnolo si rende impossibile addirittura garantire il futuro dell’alta formazione in questo paese.
Il prof. Vicente Gonzalez ha invece messo in risalto i progressi compiuti dalla Spagna in questo campo: un Paese che sino al 1975 viveva quasi completamente isolato dalla realtà internazionale e che ora, invece, può vantare il più alto numero di presenze – nonostante la crisi – di studenti del programma Erasmus. (Inform)