CAMERA DEI DEPUTATI
ROMA – La Commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati ha ascoltato in audizione Luigi Maria Vignali, Direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie del Maeci, nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del decreto n. 41 del 2022, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall’articolo 75 della Costituzione da tenersi nell’anno 2022, nonché per l’applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto. Nel suo intervento Il Direttore Generale ha ricordato che il tema del voto all’estero è centrale in questi giorni antecedenti il referendum e già da un mese e mezzo le autorità diplomatico-consolari sono al lavoro per garantire il diritto di voto al referendum a 4,8 milioni di connazionali all’estero. Vignali ha ricordato alcune modifiche alla cosiddetta Legge Tremaglia per rimodulare le operazioni elettorali nella Circoscrizione Estero alla luce delle criticità evidenziate dalla Corte d’Appello di Roma e dalla Giunta per le elezioni della Camera. Vignali ha precisato che le modifiche riguardano l’introduzione per lo scrutinio delle schede provenienti dall’estero di quattro Corti d’Appello per la Circoscrizione Estero, in aggiunta a quella di Roma: Milano, Bologna, Firenze e Napoli. “Non più solo Roma quindi non più solo Castelnuovo di Porto per l’estero che tanti problemi organizzativi aveva evidenziato. L’Europa in particolare sarà suddivisa tra le sedi di Milano, Bologna e Firenze. L’America Meridionale sarà scrutinata a Roma; l’America Settentrionale-Centrale, l’Africa, l’Asia e l’Oceania saranno affidate alla sede di Napoli”, ha spiegato Vignali evidenziando che al termine degli scrutini gli uffici decentrati nelle altre città dovranno comunque inviare i verbali a Roma. “Tutto ciò non si applicherà però a questa consultazione referendaria”, ha tenuto a puntualizzare Vignali ricordando quindi che per il referendum di giugno l’unica sede per lo spoglio delle schede sarà ancora una volta quella di Castelnuovo di Porto con i consueti problemi di accentramento. Problemi che negli anni sono stati determinati dalla crescita esponenziale degli elettori della Circoscrizione Estero passati in venti anni da 2,3 milioni a 4,8 milioni. “I giovani italiani purtroppo continuano a partire e in più ci sono le nuove generazioni nate all’estero, nonché va considerata l’estrema generosità della nostra legge sulla cittadinanza”, ha spiegato Vignali invitando ulteriormente a riflettere sull’improbabile presenza di circa diecimila persone nell’unica sede esistente finora per lo spoglio delle schede. “I nuovi uffici decentrati non impatteranno sull’organizzazione del voto all’estero perché tutto il materiale elettorale con sigilli diplomatici continuerà a confluire negli scali aeroportuali di Roma. Però poi il materiale verrà distribuito e il trasporto delle schede avverrà in sicurezza”, ha aggiunto Vignali sottolineando che il Ministero degli Esteri verrà coinvolto nel concerto ministeriale insieme al Ministero dell’Interno e della Giustizia per adottare il decreto del ministero dell’Economia delle Finanze che ogni anno tre anni determina la misura massima del finanziamento delle spese elettorali. In proposito Vignali ha segnalato i problemi economici legati al voto all’estero potrebbero essere affrontati entrando a far parte del concerto ministeriale. Infatti i costi determinati dall’aumento del corpo elettorale, delle spese per la carta, la tipografia e per il trasporto, comporterebbero un fabbisogno di 42 milioni di euro “ma fino ad ora ne sono arrivati solo 24”, ha precisato Vignali ricordando che la richiesta minima del Maeci era comunque di 31 milioni ovvero di per sé più bassa rispetto ai teorici 42 milioni della valutazione massima. “Bisogna valutare insieme ad altri quali siano i costi realistici del voto all’estero riconoscendo al Ministero degli Esteri un ruolo che tenga conto della delicatezza delle operazioni elettorali all’estero e della necessità di mettere in sicurezza il voto: e questo ha un costo”, ha rilevato Vignali che ha poi ricordato la possibilità prevista dal decreto che la trasmissione dei plichi possa viaggiare, in alcuni casi autorizzati dal Ministero,,per via area in valigia diplomatica anche non accompagnata da un funzionario degli esteri , ma sempre con modalità sicure. Previsto dal decreto per questa consultazione anche di un aumento del numero degli elettori per ciascun seggio, considerando che per il prossimo referendum lo scrutinio si svolgerà in una sola sede. Il Direttore Generale ha poi sottolineato l’insostenibilità dell’attuale impianto normativo per il voto all’estero. “Parliamo di norme sul voto all’estero pensate venti anni fa per un corpo elettorale di molto inferiore a quello attuale”, ha rilevato Vignali tornando sulla questione di una legge sulla cittadinanza da rivedere, ponendo ad esempio limiti generazionali per l’acquisizione o legandola alla verifica di un legame genuino del richiedente con la lingua e cultura italiana. Il Direttore Generale ha quindi auspicato una riforma del voto degli italiani all’estero per esercitare questo diritto in sicurezza nei prossimi anni. Per quanto riguarda il voto elettronico Vignali ha sottolineato come questo rappresenti una prospettiva importante, sperimentata con un buon successo per le elezioni dei Comites dal punto di vista tecnico e per la resistenza ad eventuali attacchi informatici. Restano però perplessità circa le infrastrutture locali di alcune zone del mondo dove il voto elettronico potrebbe risultare insicuro. Tra gli strumenti al vaglio per mettere in sicurezza il voto per corrispondenza ci sono anche la tracciabilità dei plichi o un QR da porre sulla busta: modalità che comunque hanno dei costi. (Inform)