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Quinto incontro del ciclo Conoscendo, l’Associazione Terra di Mar del Plata presenta il muralista uruguayano Germán D’Alessandro in arte “Shaera”

ASSOCIAZIONI

 

 

MAR DEL PLATA – Per il quinto incontro del ciclo Conoscendo, moderato da Gino Ponzini, l’Associazione Nuove Generazioni Terra di Mar del Plata – che collabora con la Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo – ha presentato il muralista uruguayano Germán D’Alesandro, conosciuto con il nome d’arte Shaera. Il punto di incontro tra Germán e il proprio alter-ego Shaera compare assai presto nella vita di questo giovane artista che comincia così a prendersi il proprio spazio tra le strade urbane. “Shaera”, come spesso accade per gli artisti, nasce quasi per gioco quando il giovane Germán comincia a muovere i primi passi, studiando l’arte del disegno e dei graffiti nella propria stanza. Germán ha potuto incontrare altre culture durante le sue esperienze all’estero, come in Gran Canaria ma soprattutto in Francia, benché in Europa sia generalmente più difficile praticare l’arte dei murales rispetto a quanto non lo sia in America Latina, tanto per il costo dei materiali quanto per la disponibilità fisica dei muri. “La parete non è mai realmente in bianco per me – ha spiegato Shaera – perché la contestualizzo con quello che ho intorno: non lavoro al chiuso in uno studio ma per la strada e quindi sto a contatto con le altre persone. In questo modo l’artista esprime il suo messaggio di fronte agli altri. L’idea da realizzare sulla parete già la tieni nella testa: puoi stare parecchio tempo a pensare all’idea, poi magari la realizzi in poco tempo. Il murale ultimato è solo la punta dell’iceberg, dove si vede la parte finale della composizione”, ha precisato l’artista che per la parte preparatoria utilizza la tecnica della ‘cuadrícula’ che serve in pratica a orientarsi su una parete vuota, come se fosse una sorta di impalcatura virtuale per avere punti di riferimento. “A quel punto non resta che divertirsi coi colori e con la gente che ti si avvicina mentre lavori e ti racconta le sue storie. Una stessa immagine può essere soggetta a diverse letture o punti di vista da parte dei passanti”, ha sottolineato Shaera. (Simone Sperduto/Inform)

 

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