ITALIANI ALL’ESTERO
Promosso dal Maeci (Dgit), prodotto da Akronos e realizzato in collaborazione con National Geographic Italia
Gli interventi del Sottosegretario agli Esteri Silli, del direttore Generale Vignali (Maeci- Digit), e degli autori Riccardo Venturi e Lorenzo Colantoni
ROMA È stato presentato oggi alla Farnesina il progetto “Italiani delle Americhe”, alla presenza del Sottosegretario Giorgio Silli, del Direttore Generale del Maeci per gli Italiani all’Estero, Luigi Maria Vignali e degli autori, Riccardo Venturi e Lorenzo Colantoni. Il progetto è promosso dal Maeci – Direzione Generale per gli Italiani all’Estero, prodotto da Akronos e realizzato in collaborazione con National Geographic Italia
“Italiani delle Americhe” è la quinta tappa di una serie dedicata alla storia dell’emigrazione italiana nel mondo dopo “Italiani del Regno Unito”, “Italiani del Belgio”, “Italiani di Germania ” e “Italiani dell’Europa dell’Est” – è il racconto delle comunità italiane, passate e presenti, in cinque Paesi dal Nord al Sud America: Canada, Stati Uniti, Brasile, Argentina e Cile. Un viaggio in tre tappe degli autori del libro e del web documentario, Riccardo Venturi e Lorenzo Colantoni.
“Italiani delle Americhe” illustra con magnifiche immagini e storie avvincenti oggetti, volti e parole, con filo conduttore il desiderio di esplorare, il duro lavoro, il sogno degli Italiani all’estero. Una ricerca che approfondisce inoltre il rapporto tra nuova mobilità e comunità storica dei nostri emigranti, la più grande del mondo. L’orizzonte temporale di questo racconto parte da fine Ottocento per arrivare fino ai giorni nostri, ripercorrendo l’incredibile storia di oltre 14 milioni di Italiani che a cavallo tra Ottocento e Novecento migrarono nelle Americhe.
L’incontro è stato introdotto dal Direttore Generale Vignali che ha letto un passo del libro. Il racconto di un italiano all’estero di recente mobilità. Una storia, che per Vignali, non appare molto differente dalle storie dei tantissimi milioni di italiani che fra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento si misero in cammino per attraversare l’oceano e per farsi una nuova vita nelle Americhe. Vignali poi ha spiegato come questo nuovo volume, che prosegue idealmente una collana iniziata qualche anno fa, rappresenti un tassello geografico e anche in qualche modo socio culturale, indispensabile per raccontare la storia della nostra emigrazione. “E’ un’opera – ha aggiunto il direttore Generale – che racconta le collettività e propone anche una raccolta di storie personali. Un’opera multimediale arricchita da video, testi e fotografie che si presta molto bene ad essere presentata anche all’estero.
Dal canto suo il coautore dell’opera, il giornalista Lorenzo Colantoni, dopo aver ringraziato la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci per aver creduto in questo progetto volto a propone una narrazione diversa della nostra emigrazione , ha rilevato come questa iniziativa editoriale cerchi di raccontare l’emigrazione italiana attraverso un confronto fra passato e presente, utilizzando il racconto dell’emigrazione italiana di ieri e di oggi al fine di capire l’identità italiana e l’anima italiana, un popolo da sempre esploratore e migratore.
“Le Americhe – ha proseguito Colantoni – rappresentano qualcosa di importante per gli italiani , sono il continente che abbiamo contribuito a costruire. A Buenos Aires , ad esempio, si respira l’anima italiana, è un posto dove siamo stati tra i primi ad arrivare e abbiamo costruito il Paese, ma allo stesso tempo c’è il presente da mostrare, perché ancora oggi gli italiani arrivano in Brasile, negli Stati Uniti ed in Canada e soprattutto occorre capire che cosa abbiamo in comune le vecchie comunità con le nuove collettività. Ci siamo inoltre posti anche varie domande, cosa è il mito del ritorno degli italiani, presente ieri ma anche oggi? Come ci si interfaccia con la differenza culturale ad esempio con Stati Uniti? Come si perde e si mantiene l’identità italiana?”.
Dopo un breve intervento di Vignali che ha rilevato come le questioni della circolarità dell’emigrazione e della valorizzazione delle nostre comunità comportino una complessità narrativa che si ritrovano nell’opera, ha preso la parola il fotografo Riccardo Venturi, coautore di “Italiani delle Americhe”. Venturi ha sottolineato come nel corso della realizzazione dell’opera abbia avvertito il senso di lontananza che alberga fra i nostri connazionali che, dopo un lungo viaggio da cui era difficile tornare, hanno varcato l’oceano per recarsi nelle Americhe. Venturi ha poi rilevato come il sogno americano, volto alla realizzazione e alla scalata al successo, sia stato fatto proprio dagli italiani all’estero che si sono affermati nel cinema nell’economia e nella politica degli Stati Uniti, dando un contributo fondamentale alla crescita di questo Paese. “Questo sogno americano – ha concluso Venturi – è anche un sogno italiano”.
“Tendiamo a vedere – ha affermato in proposito il Direttore Generale – le nostre comunità all’estero come un valore aggiunto di promozione della nostra lingua e cultura e dei nostri prodotti, a volte ci sfugge quanto gli italiani nel mondo abbiano contribuito in maniera determinante e decisiva allo sviluppo dei Paesi in cui si sono recati. Ad esempio in Brasile gli italiani hanno veramente lavorato per costruire una prosperità economica”.
E’ poi intervenuto il Sottosegretario Silli che ha sottolineato come la realtà e l’entità numerica delle nostre comunità all’estero sia poco conosciuta in generale e dall’opinione pubblica italiana. In questa ottica per Silli “Italiani delle Americhe”, un’opera che trasmette contenuti, sarà di grandissima utilità per fra conoscere le valenze della nostra emigrazione. “Tenuto conto del denominatore comune della cittadinanza italiana – ha aggiunto il sottosegretario – gli italo candesi, rispetto agli italo argentini differiscono sicuramente fra di loro e questa diversità è meravigliosa. Ad esempio io sono toscano e in Toscana vi è un bellissimo campanilismo fra varie provincie. Quindi essere italiano in diverse parti del mondo è qualcosa di meraviglioso”. “L’opinione pubblica italiana – ha rilevato Silli – non conosce quanto ha fatto la nostra emigrazione e di come abbia plasmato paesi come gli Stati Uniti o il Brasile, se lo sapessero forse questo gioverebbe alla nostra autostima. Il mio auspicio – ha continuato il Sottosegretario – è che questa opera non rimanga solamente fra le mura del Ministero degli Esteri o fra gli addetti ai lavori, o fra i vari circoli delle associazioni degli italiani nel mondo. La vera vittoria sarebbe che questa pubblicazione riuscisse ad arrivare nelle scuole e a realtà associative che poco hanno a che fare con gli italiani all’estero”.
In chiusura il Direttore Generale ha evidenziato l’importanza della dimensione del ritorno, del senso di nostalgia e del legame che ancora unisce le nostre comunità all’estero all’Italia. “Un legame – ha aggiunto Vignali – che vogliamo rafforzare, vogliamo che gli italiani all’estero tornino per reinvestire in Italia le competenze e la dimensione culturale che hanno acquisito all’estero”. Dopo aver ricordato il progetto per il Turismo delle Radici realizzato con i fondi del PNRR , Vignali ha infine parlato della possibile presentazione di questa opera multimediale anche all’estero. (Inform)