CULTURA
(Fonte immagine Camera dei Deputati)
ROMA – Si è tenuta alla Camera dei Deputati la conferenza stampa promossa dal deputato del, Pd Toni Ricciardi, eletto nella ripartizione Europa, e dall’Associazione Dialoghi sul tema “Dall’Unità
, all’Universo all’Unico”. Il tema della conferenza è anche il titolo della mostra personale dell’artista Lino Giuliani che da oggi 27 gennaio a Roma in via Margutta, curata dal critico d’arte Alfio Borghese. L’evento di presentazione è stato moderato da Gianni Lattanzio . Presente all’incontro anche il Maestro Giuliani già protagonista di una biennale artistica a Bruxelles. Il deputato Ricciardi ha messo in rilievo come l’arte di Giuliani sia legata anche al luogo del ricordo per eccellenza dell’emigrazione italiana in Belgio, ossia la miniera di Bois du Cazier più tristemente nota alle cronache italiane come miniera di Marcinelle. Ricciardi ha ricordato come quel luogo fu preservato grazie all’impegno delle associazioni dei minatori dai tentativi di trasformarlo negli anni ’90 in un centro commerciale. “Nel frattempo nel 2001 l’8 agosto è divenuta Giornata nazionale del sacrificio italiano nel mondo e dal 2012 Bois du Cazier è Patrimonio Unesco. Nell’ultimo decennio è avvenuta una progressiva trasformazione”, ha spiegato Ricciardi sottolineando come anche l’arte, oltre al cinema, abbia messo in scena la tragedia “ormai sdoganata al punto tale da farla divenire coscienza”. “La memoria è un elemento che va coltivato costantemente e questo lo si fa attraverso la cultura, i dibattiti e le rappresentazioni visive ossia l’arte”, ha aggiunto Ricciardi lamentando come l’Italia stia vivendo “una fase storica di rimozione di alcuni paradigmi con il tentativo maldestro di costruirne altri”, ha puntualizzato Ricciardi citando il concetto di “uso pubblico della storia” del sociologo Habermas. Borghese ha ricordato come, dopo tanti anni a Bruxelles, Giuliani abbia fatto rientro nella sua terra d’origine ossia il Frusinate. “L’artista, con le sue opere, vive nella realtà contemporanea ma continui sono i riferimenti all’arte classica”, ha spiegato Borghese sottolineando come diversi siano i temi legati all’arte sacra nelle opere di Giuliani che non ha mancato di fare omaggi a Roma anche in chiave metafisica. Stefania Covello (già parlamentare del PD nella XVII legislatura) ha ricordato come uno dei periodi più belli della sua carriera politica sia legato all’attività di Assessore alla Cultura svolta alla Provincia di Cosenza. “E’ stato bellissimo perché il mio compito era seguire le associazioni culturali e ho capito che l’arte è un’arma potente perché può riuscire a entrare nel cuore delle persone”, ha spiegato Covello parlando di “pittura giornalistica e cinematografica” riferendosi all’arte di Giuliani. “Le pitture giornalistiche sono quelle in cui il Maestro descrive i problemi sociali, i problemi che abbiamo in questo contesto storico”, ha aggiunto Covello ricordando che Giuliani ha trattato anche al tema dell’Olocausto. Giorgio Bartolomucci (Presidente Accademia Belle Arti di Frosinone) ha ricordato come il viaggio che ha portato Giuliani fin da giovane a trasferirsi lontano dalla sua terra sia stato condotto sui binari della curiosità alla scoperta di stili diversi e dei grandi maestri dell’epoca. In questo senso, secondo Bartolomucci, la scelta di Bruxelles è stata fortunata perché lì Giuliani ha nutrito la sua formazione attraverso l’influenza di artisti e intellettuali importanti come Breton e tutto il movimento Surrealista. “Quello che noto nei suoi quadri è sempre un tocco di nostalgia, di un romanticismo quasi perduto”, ha spiegato Bartolomucci parlando di una tecnica figurativa assai estetica e formale che si trasforma però in immagini semplici e silenziose che riportano al movimento Metafisico e alle opere di De Chirico e Carrà. “E’ come se dipingesse i suoi sogni”, ha sottolineato Bartolomucci che avanza l’ipotesi di “un illusionismo di natura onirica” nei quadri di Giuliani il quale, rispondendo ad una domanda di Bartolomucci, ha riconosciuto un’influenza giocata da un’opera come la Tentazione di Sant’Antonio di Dalì conservata al Museo Reale delle Belle Arti del Belgio. Secondo Giuliani, Dalì ha influenzato molto l’arte sacra rifacendosi a sua volta all’arte rinascimentale. “Dalì è molto influenzato dal nostro Rinascimento. Parliamo di Raffaello, Leonardo e altri grandi geni per cui Dalì, andando all’indietro, va a vedere questi percorsi”, ha spiegato Giuliani ammettendo che capita anche a lui di prendere spunto da artisti del passato. “Cerco di fare mio un certo percorso: bisogna lavorare tanto senza mai montarsi la testa”, ha precisato Giuliani sottolineando come non pensi mai alle opere che dovrà fare. “Le opere sono di tipo giornalistico e possono nascere anche in questo momento”, ha concluso Giuliani rievocando l’aneddoto di quando una volta fu talmente attratto dai colori di una conchiglia al mare che ne nacque un’opera. (Inform)