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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Presentata al Maeci la mostra itinerante : “La grande visione italiana. Collezione Farnesina”

FARNESINA

 

ROMA – Si è svolta oggi presso la Sala Aldo Moro della Farnesina, la conferenza stampa dal titolo “La grande visione italiana. Collezione Farnesina” con la quale è stata presentata la nuova mostra itinerante organizzata dal Ministero degli Esteri – Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale.

L’incontro è stato aperto dall’Ambasciatore Pasquale Terracciano, Direttore Generale per la Diplomazia pubblica e culturale, che si è soffermato sulla genesi dell’evento e sulla sua importanza a livello diplomatico oltre che culturale. “La Collezione Farnesina nasce oltre vent’anni fa da un’intuizione dell’ambasciatore Umberto Vattani e risponde ad una vera esigenza” ha esordito l’Ambasciatore. “Abbiamo nella cultura – ha aggiunto Terracciano – un grande strumento di proiezione dell’influenza e del soft power italiano nel mondo”.

L’Ambasciatore ha poi voluto ricordare la grande tradizione artistica italiana e la percezione che si ha dell’Italia all’estero. “Noi come superpotenza culturale veniamo percepiti appunto come la cassaforte della tradizione classica direi a livello globale. Noi siamo però anche un paese creativo, un paese dinamico e la nostra produzione artistica contemporanea lo dimostra. Quindi l’intuizione dell’ambasciatore Vattani fu proprio quella di sfruttare questa sede particolarmente prestigiosa della Farnesina , come una sorta di museo vivente dell’arte italiana del ventesimo e ventunesimo secolo. Attualmente noi abbiamo oltre 650 opere che illustrano l’attualità e la vitalità della scena artistica contemporanea italiana”.

“Una collezione che ci viene invidiata da tutti” ha sottolineato l’Ambasciatore aggiungendo che  “Il ministero degli Esteri è una porta di accesso per l’Italia di tanti esponenti del mondo non solo culturale, ma anche politico ed economico che vengono da ogni parte del globo”. Segnalato infine che questa mostra itinerante si inaugurerà “il 6 febbraio a Singapore e proseguirà in tour nelle capitali asiatiche”.

Dopo la visione del video di presentazione della mostra, la parola è andata al Sottosegretario agli Esteri di Stato Maria Tripodi. “Sono particolarmente felice e orgogliosa di essere presente per una iniziativa così importante. La mostra è un’iniziativa particolarmente significativa di diplomazia culturale. Uno dei momenti più alti dell’attività di promozione della Farnesina nel 2023. ‘La grande visione italiana’ si pone l’obiettivo di esprimere al pubblico estero il meglio dell’arte contemporanea italiana, attraverso ben 71 opere, selezionate dal maestro Achille Bonito Oliva.  Avremmo l’opportunità – e così anche nel mondo – di ammirare oltre 60 artisti scelti per rappresentare l’arte italiana, da Boccioni, a Carla Accardi, da Mimmo Jodice a Michelangelo Pistoletti, passando per Mario Merz fino a Grazia Barisco. E’ una mostra contemporanea – ha aggiunto il Sottosegretario – per i contenuti e per i suoi obiettivi che nasce per essere portata in Asia, nella regione più dinamica del mondo ove la crescita economica si unisce ad uno spiccato dinamismo culturale. E’ una presa di coscienza della Farnesina delle dinamiche in atto a livello planetario che vedono spostare il pendolo della storia verso la regione del mondo bagnata dagli oceani Indiano e Pacifico”.

Il Sottosegretario ha voluto poi sottolineare come mostra avvicini ancor di più le persone al nostro paese. “Non è solo una mostra, è un’offerta di dialogo. Oggi i creativi dell’arte contemporanea italiana guardano all’Asia e al Pacifico con curiosità ed attenzione, alla ricerca di ponti da costruire. Vogliamo incrementare l’interesse del pubblico di quei paesi per il talento dei movimenti artistici e culturale dell’Italia contemporanea. Vogliamo così anche favorire contatti e scambi tra il mondo artistico e le avanguardie italiane e quelli dei paesi dove la mostra verrà esposta. Inoltre – ha continuato Tripodi – saremmo particolarmente felici se la mostra dovesse sfociare in residenze di artisti asiatici in Italia, stimolati dalla conoscenza della produzione degli ultimi cinquant’anni della nostra arte. Sono convinta infatti che l’arte e la cultura hanno il compito di avvicinare i popoli con le loro distinte sensibilità. Senza questo humus di reciproco apprezzamento è più difficile lavorare insieme per la pace. La diplomazia culturale è strumento che avvicina i popoli e facilita il dialogo, e in questa congiuntura storica che viviamo ce ne è davvero bisogno. La grande visione italiana – ha  proseguito il Sottosegretario – si inserisce anche in una strategia per la quale vogliamo portare all’estero la narrazione di un’Italia che negli anni ha saputo imporre la sua leadership sulla scena culturale mondiale, come produttrice di contenuti profondamente innovativi e ancorati nelle espressioni più moderne e dinamiche della contemporaneità. Intendiamo dunque promuovere all’estero l’immagina di un’Italia innovativa, al passo con i tempi, desiderosa di crescere, offrendo le sue eccellenze a cominciare dall’arte”.

Da segnalare l’intervento del curatore della mostra Achille Bonito Oliva: “Credo che l’arte italiana sia felicemente indecisa a tutto. Non è solo produzione di un linguaggio legato al genus loci di un movimento, ma piuttosto oscilla tra astratto e figurativo. Ha una base concettuale che proviene da lontano in quanto un valore portante dell’arte italiana – anche d’avanguardia – ed è la memoria. Questa memoria stratificata che ha sviluppato una visione propria. L’arte non è dogmatica o schematica, non è frutto di una scuola: è aperta e si sviluppa attraverso le singole figure. Al di là dei movimenti che raggruppano una quantità di artisti e li mette insieme.

L’elemento portante della mostra è il Tempo: il tempo sospeso della metafisica, il tempo accellerato del Futurismo. E questo porta il Futurismo a sviluppare un valore tipico delle avanguardie: l’estetizzazione del quotidiano.

Angela Tecce, presidente della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee – Museo Madre, ha voluto testimoniare la centralità della mostra per “rafforzare l’immagine dell’arte italiana contemporanea nel mondo, ma non solo. Grazie alle aperture del palazzo della Farnesina questa mostra è stata molto apprezzata dagli italiani stessi incuriositi da questa raccolta. In altri interventi che io ho fatto sulla Collezione Farnesina, ho sempre puntato su un’idea precisa: che l’arte italiana, anche l’arte contemporanea, avesse un’identità italiana molto delineata”

Le conclusioni sono state affidate All’ambasciatore Umberto Vattani, ideatore della collezione. “Noi amici della Farnesina – ha esordito – non possiamo non vedere con favore queste opere viaggiare per il mondo”. L’Ambasciatore ha poi spiegato le motivazioni che lo hanno portato ad ideare la mostra presso la Farnesina. “Per due obiettivi: il visitatore che entrava in questo palazzo, non poteva non rimanere impressionato dalla monumentalità di questi atri, di questi spazi aperti e fatalmente finiva con il pensare ‘ci troviamo in un edificio costruito nel ventennio’. Ora l’Italia è cambiata. Quando sono entrate le opere di Accardi e poi quelle dell’arte povera, non era più il ventennio, ma l’Italia repubblicana, l’Italia contemporanea che si affacciava. Direi che il primo obiettivo era quello di cambiare la narrativa di questo palazzo e possiamo dire che ci siamo riusciti. Il secondo obiettivo – ha aggiunto l’Ambasciatore – era quello di sfatare un luogo comune.  L’Italia è grande: naturalmente per il suo immenso patrimonio che risale all’epoca classica, al periodo risorgimentale e barocco. Ma non siamo solo quello. Anche artisti contemporanei hanno trovato la via del capolavoro. E quindi bisognava che anche questa nuova immagine di un’Italia che continua ad essere creativa, che continua a realizzare grandi cose, fosse in qualche modo presente per quelle delegazioni di ministri che vengono regolarmente in questo palazzo”.

L’Ambasciatore ha concluso il suo intervento ribadendo la rilevanza dei “viaggi nel mondo di queste opere”. “Sono importanti per chi realizza le opere, perché è un modo di esprimersi e far conoscere il suo punto di vista; ma sono importanti anche per le ambasciate all’estero perché offrono al capo missione l’occasione di avvalersi della presenza di una personalità come Achille Benito Oliva.  Si offre la possibilità all’ambasciatore di organizzare incontri con le accademie, con le università, con i centri di ricerca, con tutte quelle istituzioni culturali che si manifestano sotto forma di residenza degli artisti, con scambi di idee e tavole rotonde”.(Alessio Mirtini- Inform)

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