PARLAMENTARI CIRCOSCRIZIONE ESTERO
ROMA – “Viste le limitate risorse a disposizione di questo Governo per la Legge di Bilancio 2024, sarà molto improbabile che si riesca a realizzare la tanto reclamizzata Riforma delle pensioni (che ovviamente avrebbe dovuto e potuto interessare anche i nostri connazionali residenti all’estero)”. Lo scrive in una nota il deputato del Pd Fabio Porta, eletto nella ripartizione America Meridionale. “Tramontata quindi l’ipotesi della riforma – prosegue Porta – rimangono alcuni nodi da sciogliere in vista della definizione della manovra autunnale. Sembra infatti che al capitolo previdenza saranno assegnati meno di due miliardi di euro con i quali si prevede che non si andrà oltre la conferma di “Quota 103” che interessa molto marginalmente i residenti all’estero e la rivisitazione di “Opzione donna” (che potrebbe interessare i diritti delle nostre connazionali) e l’Ape sociale che invece è subordinata alla residenza in Italia. La promessa di aumentare le pensioni minime a 1.000 euro rimane invece un miraggio della precedente campagna elettorale”.
“Quota 103”, che interessa marginalmente anche i residenti all’estero perché può essere maturata con il meccanismo della totalizzazione, – continua il deputato – è una misura di anticipo pensionistico al raggiungimento del doppio requisito anagrafico e contributivo con 62 anni di età e 41 anni di contribuzione, la cui scadenza è fissata al 31 dicembre dell’anno in corso e che sarà probabilmente estesa a tutto il 2024. Può essere perfezionata tramite la totalizzazione dei contributi prevista dalle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale per l’ottenimento di un pro-rata pensionistico italiano ma richiede la cessazione dell’attività lavorativa (requisito problematico per gli italiani residenti all’estero a causa dello sfalsamento delle età pensionabili). Il Governo sta valutando la possibilità di allentare la stretta scattata su “Opzione donna” con la Legge di bilancio dell’anno scorso che aveva ridotto a poche migliaia di lavoratrici la platea interessata a questa misura di pensione anticipata ed aveva escluso tutte le lavoratrici residenti all’estero. Dobbiamo quindi auspicare – aggiunge Porta – che sia nuovamente data la possibilità alle donne residenti all’estero di poter usufruire, se lo desiderano e se ne hanno diritto, al pensionamento anticipato (intorno ai 60 anni di età) ancorché con il ricalcolo contributivo dell’assegno. Infine – conclude il deputato – si prevede un nuovo taglio alla rivalutazione delle pensioni che però non dovrebbe interessare i già miseri pro-rata dei nostri connazionali all’estero perché in ogni caso non dovrebbero essere toccate le pensioni fino a 4 volte il minimo Inps”. (Inform)