CAMERA DEI DEPUTATI
ROMA – La Commissione Esteri della Camera dei deputati ha esaminato e approvato un parere favorevole al provvedimento recante disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy. Ad illustrare il testo è stato il deputato eletto nella ripartizione Europa Simone Billi (Lega) che ha segnalato come esso sia un collegato alla legge di bilancio 2023 e inserito in un contesto particolarmente delicato per la manifattura italiana, al centro di una complessa fase di transizione, caratterizzata dalla strozzatura delle filiere globali e dalla crisi energetica, e dagli effetti recessivi innescati dal conflitto in Ucraina. Obiettivo del provvedimento è quello di sostenere lo sviluppo e la modernizzazione dei processi produttivi e delle connesse attività funzionali alla crescita dell’eccellenza qualitativa del made in Italy, anche tenendo conto di quanto emerso nel corso dell’indagine conoscitiva sul tema che conclusa dalla Commissione Attività produttive. Soffermandosi nella specifico sulle parti di interesse per la Commissione, il relatore sottolinea come il provvedimento sia volto a valorizzare le produzioni d’eccellenza, le bellezze storico-artistiche e le radici culturali nazionali, a fini identitari e per la crescita dell’economia nazionale. Per far ciò le amministrazioni centrali e locali orienteranno la propria azione e le relative misure di incentivazione ai princìpi del recupero delle tradizioni, della valorizzazione dei mestieri, alla promozione del territorio e delle bellezze naturali e artistiche, nel rispetto della sostenibilità ambientale, della digitalizzazione, dell’inclusione sociale e della valorizzazione del lavoro femminile e giovanile.
Il provvedimento istituisce nello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle finanze, il Fondo nazionale del made in Italy, con una dotazione iniziale di 700 milioni di euro per l’anno 2023 e di 300 milioni di euro per l’anno 2024, al fine di sostenere la crescita, il rafforzamento e il rilancio delle filiere strategiche nazionali, anche in riferimento alle attività di approvvigionamento e riuso di materie prime critiche per l’accelerazione dei processi di transizione energetica e a quelle finalizzate allo sviluppo di modelli di economia circolare. Esso reca inoltre misure finalizzate a consentire l’urgente approvvigionamento delle materie critiche necessarie alla filiera della ceramica, a seguito di quanto emerso nel corso dell’indagine conoscitiva sopra richiamata, in cui è emerso in particolare che 2/3 del fabbisogno di argille impiegate dall’industria italiana di piastrelle ceramiche provenivano dall’Ucraina. Viene dunque prevista l’individuazione, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, delle aree di interesse strategico nazionale in relazione alle quali consentire, ai fini del rilascio degli atti concessori o autorizzativi utili ad aumentare la produzione di materie prime critiche, l’esercizio di poteri sostitutivi da parte del Ministero delle Imprese e del made in Italy, in caso di inerzia degli organi competenti, o da parte di un soggetto individuato dal Consiglio dei Ministri, nel caso di atti di competenza di enti territoriali. Viene inoltre prevista l’istituzione dell’Esposizione nazionale permanente del made in Italy, con l’obiettivo di promuovere e rappresentare l’eccellenza produttiva e culturale italiana attraverso l’esposizione dei prodotti della storia dell’ingegno italiano. La cura e la gestione dell’Esposizione è affidata all’istituenda Fondazione «Imprese e competenze» che provvede ad individuarne la sede. Viene inoltre stabilito che il Ministero della Cultura, in via generale, e il Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste – e le altre amministrazioni, per gli specifici profili di rispettiva competenza – promuovono la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, quale insieme di beni intangibili espressione dell’identità culturale collettiva del Paese. Tra i settori che rientrano in tale patrimonio culturale immateriale, Billi richiama in particolare le tradizioni ed espressioni orali, compreso il linguaggio; le arti dello spettacolo; le consuetudini sociali, gli eventi rituali e festivi; le cognizioni e le prassi relative alla natura e all’universo; l’artigianato tradizionale.
Viene poi prevista l’adozione, ogni tre anni, da parte del Ministro della Cultura, di concerto con il Ministro delle imprese e del made in Italy e con il Ministro degli Esteri, di un «Piano nazionale strategico per la promozione e lo sviluppo delle imprese culturali e creative», fermi restando i poteri di indirizzo e coordinamento in materia di internazionalizzazione delle imprese in capo del Ministero degli Esteri e al Ministero delle imprese. Si autorizza quindi la spesa di 10 milioni di euro per il 2023 per la promozione dello sviluppo dei mercati rionali e di 10 milioni di euro per il 2024 per la promozione dello sviluppo del settore fieristico. Le modalità attuative dei finanziamenti e il riparto delle risorse sono demandante ad un decreto del Ministro delle Imprese e del made in Italy, da adottare di concerto con il Ministro dell’Economia, con il Ministro degli Esteri e con il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e con il Ministro del Turismo. Tra le azioni suggerite, vi è quella di concedere, attraverso le risorse in esame, voucher a fondo perduto per sostenere i costi di esposizione dei beni e di allestimento degli stand nel settore fieristico. Alcune disposizioni riguardano poi la certificazione di qualità della ristorazione italiana all’estero. Nel dettaglio, ai ristoratori che operano all’estero e i cui esercizi commerciali offrono prodotti enogastronomici tradizionali italiani si riconosce la possibilità di ottenere la certificazione distintiva di «ristorante italiano nel mondo», della durata di tre anni (rinnovabile). Tale riconoscimento è finalizzato a valorizzare e sostenere gli esercizi di ristorazione italiana e a contrastare l’utilizzo speculativo dell’Italian sounding, ovvero la falsa evocazione dell’origine italiana di prodotti. Tale certificazione è rilasciata, su istanza del ristoratore da un ente certificatore accreditato presso l’organismo unico di accreditamento nazionale italiano, sulla base di un disciplinare adottato con decreto del Ministro dell’Agricoltura, degli Esteri e di concerto con il Ministro dell’Economia, delle Imprese e del made in Italy, della Salute e del Turismo. Viene anche istituito nello stato di previsione del Ministero dell’Agricoltura un Fondo, con una dotazione di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025, finalizzato a promuovere il consumo all’estero di prodotti nazionali di qualità, funzionali alla corretta preparazione dei piatti tipici della cucina italiana. Analoga finalità viene svolta dal Fondo per la protezione nel mondo delle indicazioni geografiche italiane agricole, alimentari, del vino e delle bevande spiritose, con una dotazione di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025.Viene disposta l’istituzione, con decreto del Ministro delle Imprese e del made in Italy, da emanare di concerto con il Ministro degli Esteri e con il Ministro dell’Economia, di un contrassegno ufficiale di attestazione dell’origine italiana delle merci, che le imprese possono apporre su base volontaria e autorizzata la spesa di 4 milioni di euro per l’anno 2023 e di 26 milioni di euro per il 2024 affinché il Ministro delle Imprese e del made in Italy promuova e sostenga la ricerca applicata, lo sviluppo e l’utilizzo della «tecnologia basata su registri distribuiti» (DLT) per la tracciabilità e la valorizzazione della filiera del made in Italy. Il relatore conclude la sua illustrazione con la presentazione di un parere favorevole al provvedimento.
Nel corso delle dichiarazioni di voto sul parere proposto, Fabio Porta (Pd, ripartizione America meridionale) preannuncia l’astensione del suo gruppo e segnala come a suo avviso il provvedimento sia carente sul piano della lotta alla contraffazione, dal momento che non valorizza il ruolo dell’apposito ufficio istituito presso l’Ambasciata d’Italia in Cina e non prevede il coinvolgimento delle Camere di commercio italiane all’estero. Egli ritiene inoltre che sarebbe stato più opportuno promuovere il marchio già esistente «Ciao Italia» invece che prevedere una nuova certificazione di qualità per i ristoranti italiani all’estero. Non condivide infine la scelta di istituire un liceo del made in Italy anziché riformare gli istituti tecnici esistenti.
Federica Onori (M5S, ripartizione Europa) preannuncia il voto contrario del suo gruppo perché ritiene il provvedimento deludente rispetto alle aspettative maturate in esito all’indagine conoscitiva condotta dalla Commissione Attività produttive. Associandosi alle considerazioni di Porta, rileva la mancanza di una visione strategica e di risorse adeguate, perché – afferma – sono assenti misure per promuovere l’imprenditoria giovanile e femminile, così come l’innovazione e gli investimenti in fonti rinnovabili e nella realizzazione di nuovi brevetti.
Il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli sottolinea che il provvedimento in esame rappresenta solo il primo passo per tutelare e promuovere il made in Italy e auspica un approccio costruttivo da parte di tutte le forze politiche per migliorare ulteriormente il testo di legge, anche dopo la sua entrata in vigore. Dello stesso parere è Andrea Di Giuseppe (Fdi, America settentrionale e centrale), mentre il presidente della Commissione Giulio Tremonti auspica che la promozione del made in Italy possa essere oggetto di uno specifico intervento normativo, a cadenza annuale, del Ministero delle imprese del made in Italy. La proposta di parere del relatore viene quindi approvata dalla Commissione. (Inform)