EVENTI STORICO-RELIGIOSI
Articolo di Goffredo Palmerini
Il presule ha partecipato al Giubileo celestiniano rafforzando l’amicizia con la comunità aquilana, nata dopo il terremoto del 2009. Anche un gruppo della diocesi di Palermo ha varcato la Porta Santa di Collemaggio
L’AQUILA – Una Perdonanza Celestiniana diversa, sofferente, nella condivisione del dolore con le popolazioni di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, colpite duramente dal terremoto che ha squassato quel lembo d’Italia dove quattro regioni s’incontrano: Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria. Annullati in segno di lutto dalla Municipalità aquilana tutti gli eventi che per una settimana fanno corona alla Perdonanza. Ridotto ai minimi termini, simbolico, il Corteo che accompagna la Bolla pontificia che indice il più antico giubileo della storia, voluto nel 1294 da papa Celestino V all’atto della sua incoronazione a L’Aquila e da 722 anni ogni anno celebrato, come la Bolla stessa dispone, dai Vespri del 28 agosto a quelli del 29, quando ciascun credente, sinceramente pentito e confessato, entrando nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, può ottenere il perdono da ogni colpa e pena. L’indulgenza plenaria gratuita e universale che quel Santo, pontefice per soli cinque mesi prima delle sue “rivoluzionarie” dimissioni, rese disponibile per l’intera umanità, per chiunque si fosse riconciliato con Dio. Da sette secoli quel messaggio di Riconciliazione e di Pace ogni anno s’irradia dalla città capoluogo d’Abruzzo, tanto cara a Celestino, con la Perdonanza. Quest’anno si sono riaperte le ferite del 2009, mai rimarginate agli Aquilani, nella condivisione delle sofferenze con le popolazioni provate dal sisma del 24 agosto scorso. Lo ha detto nella sua intensa e toccante omelia il Cardinale Edoardo Menichelli, aprendo tuttavia il cuore alla Speranza e alla Misericordia, prima di avviarsi a battere i tre colpi con il ramo d’ulivo del Getsemani che hanno aperto la Porta Santa della Basilica di Collemaggio, resa eccezionalmente agibile in una navata al passaggio dei fedeli, nonostante sia attualmente assoggettata a complessi lavori di restauro dai danni del terremoto grazie ad un finanziamento dell’Eni.
Alle celebrazioni della Perdonanza, su invito dell’Arcivescovo dell’Aquila, Mons. Giuseppe Petrocchi, ha partecipato Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo. Giunto all’Aquila il 27 agosto, nel pomeriggio avrebbe dovuto tenere presso l’Auditorium del Parco la riflessione “La Gioia della Misericordia”, organizzata dall’Azione Cattolica diocesana ed inserita nel corposo programma civile della Perdonanza, poi annullato in segno di lutto. Anche Mons. Lorefice – che preferisce d’essere chiamato don Corrado – ha vissuto il dramma del terremoto, condividendo con gli Aquilani, e in particolare con la comunità di Paganica, i più duri momenti del post sisma, portando la sua solidarietà e la vicinanza della sua parrocchia, egli allora parroco del Duomo di San Pietro a Modica. Più volte è venuto a trovarci a Paganica, la più popolosa frazione dell’Aquila, con il direttore della Caritas diocesana, Maurilio Assenza, e con gruppi di suoi parrocchiani. Negli anni questa profonda sensibilità ed amicizia nella fede è diventata un vero e proprio gemellaggio tra la parrocchia di don Corrado e la parrocchia di Paganica. Una fraternità poi allargata alle due intere comunità di Modica e Paganica, alimentata da visite reciproche nei momenti più significativi della vita religiosa e civile delle due città. E proprio quando a fine ottobre dell’anno scorso divenne pubblica la notizia che papa Francesco inaspettatamente aveva nominato don Corrado Lorefice arcivescovo di Palermo – una delle diocesi più grandi d’Italia – a Modica era presente una delegazione di Paganica, guidata dal parroco don Dionisio Rodriguez, che visse in diretta quella straordinaria emozione comunitaria. E ancora, quando il 5 dicembre 2015 nella Cattedrale di Palermo don Corrado ricevette l’ordinazione episcopale con l’imposizione delle mani dal Cardinale Paolo Romeo, presenti tutti i vescovi della Sicilia, anche una delegazione di Paganica era lì presente al rito che commosse tutta Palermo.
Da quel giorno l’Arcivescovo di Palermo, don Corrado, aveva promesso che sarebbe venuto a L’Aquila e a Paganica a salutarci. Ne è stata occasione la Perdonanza, raccogliendo l’invito di Mons. Petrocchi. E così già nella sera di sabato 27 agosto, presso il Centro Parrocchiale “San Giustino”, don Corrado ha incontrato la comunità paganichese, Egli accompagnato da Mons. Paolo De Nicolò, già Prefetto della Casa Pontificia e padre spirituale negli anni di sua formazione teologica a Roma. E’ stato un incontro di grande amicizia, come sempre. Don Corrado, con singolare spontaneità, ci ha fatto vivere con le sue confidenze l’emozione della sua nomina e ordinazione, l’incontro con Papa Francesco e le parole del Santo Padre d’esortazione al ministero episcopale, nel il segno del “Pastore che ha l’odore delle sue pecore”, prossimo ai poveri e agli ultimi. L’incontro con la comunità di Paganica, salutato da don Dionisio e da don Federico, è stato accompagnato da un’agape fraterna, nella bellezza dell’amicizia. L’indomani mattina, domenica 28, don Corrado ha presieduto la Santa Messa nella Chiesetta di San Bartolomeo del Monastero di Santa Chiara a Paganica, concelebranti Mons. Paolo De Nicolò, don Vasco Paradisi, don Federico Palmerini.
Con le Clarisse don Corrado ha una relazione spirituale intensa, sia nella corrispondenza che negli incontri diretti durante le sue visite a Paganica. La celebrazione eucaristica, nella bella chiesa adorna da lacerti d’antichi affreschi e con moderne opere di vibrante significato, dove al momento è custodita l’urna con le spoglie incorrotte della fondatrice del monastero, la Beata Antonia da Firenze, fin quando l’adiacente Chiesa del Carmine non vedrà la prossima conclusione dei lavori di ricostruzione dal sisma – sotto le cui macerie perì la badessa Madre Gemma Antonucci -, è stato solo il prologo dell’affetto che la comunità di Paganica nutre per il Presule siciliano. Infatti, l’Eucarestia presieduta nella Chiesa degli Angeli Custodi, con don Dionisio e don Federico, ha recato segni di evidente commozione e di molti occhi lucidi, durante l’omelia di don Corrado e nei saluti che hanno concluso la celebrazione. Occhi lucidi di commozione e di affetto condiviso, specie quando a nome della comunità paganichese don Dionisio ha consegnato in dono a Mons. Lorefice il bastone Pastorale, con legno di noce locale, realizzato artisticamente dall’artigiano Achille Buoncompagno.
Al tramonto, davanti la Basilica di Collemaggio, dopo l’arrivo del Corteo e la lettura della Bolla, la concelebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Menichelli – legato pontificio ed Arcivescovo di Ancona Osimo – con Mons. Giuseppe Petrocchi, Mons. Giuseppe Molinari (Arcivescovo emerito dell’Aquila), Mons. Corrado Lorefice, Mons. Orlando Antonini (Nunzio apostolico), Mons. Paolo De Nicolò, Mons. Angelo Spina (Vescovo di Sulmona- Valva) e Mons. Pietro Santoro (Vescovo dei Marsi), quindi il rito di apertura della Porta Santa che ha dato avvio alla Perdonanza. Poi la Veglia dei giovani, protrattasi nella notte, e dal primo mattino del 29 agosto le celebrazioni durante l’intera giornata, con le Messe dedicate. Mons. Lorefice ha celebrato e presieduto, alle 10, la Perdonanza dei Militari e delle Forze dell’Ordine. Commossa e numerosa la folla di fedeli a lucrare l’indulgenza di S. Pietro Celestino, posto accanto all’altare nella sua urna di cristallo. In mattinata, intanto, era giunto all’Aquila da Roma, dove si era recato per l’Anno della Misericordia, il gruppo di fedeli, una cinquantina, proveniente dalla diocesi di Palermo. Per loro un’esperienza straordinaria vivere e conoscere la Perdonanza, insieme al loro Arcivescovo. Sotto la provetta guida di Angelo De Nicola, giornalista e scrittore, il gruppo ha iniziato la visita alla città partendo dal magnifico Monastero di San Basilio, dove vivono in clausura le ultime Celestine, mentre due altre loro comunità conducono missioni in Africa, a Bangui, e nelle Filippine. Quindi la visita guidata ai monumenti già restaurati della città, con le meraviglie architettoniche dell’Aquila, quantunque molte siano le ferite del sisma ancora da guarire. Dopo la Messa vespertina è seguito il rito di chiusura della Porta Santa di Collemaggio, che verrà aperta di nuovo il 28 agosto 2017 per la 723^ Perdonanza, mentre la Bolla di Celestino, tornata nelle mani del Sindaco dell’Aquila, rimarrà custodita nei forzieri del Comune.
La comunità aquilana ha fortemente apprezzato la testimonianza d’amicizia e fratellanza espressa da Mons. Lorefice a nome dell’intera diocesi di Palermo, presente con il gruppo di rappresentanza delle sue 179 parrocchie. Una bella testimonianza, viva calorosa commossa e intensa. Siamo davvero assai grati a Mons. Lorefice per la sua premurosa attenzione verso gli Aquilani, mentre ancor più è autentica e bella è la sua partecipazione alla Perdonanza con un gruppo di pellegrini della sua diocesi. Un gesto di condivisione nella fede che si spera venga emulato anche da altre diocesi. La decisione della Municipalità d’annullare tutto il programma della Perdonanza non ha, come si diceva, consentito di svolgere l’incontro che Mons. Corrado Lorefice avrebbe dovuto tenere nel pomeriggio di sabato. Tema della riflessione per la Perdonanza: “La Gioia della Misericordia – Per conoscere e vivere nella letizia della condivisione”.(Goffredo Palmerini/Inform)