MIGRAZIONI
ROMA – Tante le celebrazioni eucaristiche presiedute dai vescovi nelle nostre diocesi in occasione dell’Epifania. La solennità è l’occasione per celebrare la Festa dei Popoli e richiamare l’attenzione sul tema dell’accoglienza. Dal Nord al Sud del nostro Paese nelle chiese cattedrali musiche, preghiere e canti nelle diverse lingue delle comunità etniche presenti. Momenti di festa promosse soprattutto dagli uffici Migrantes diocesani. Da Bologna a Napoli, da Palermo a Reggio Emilia, da Vicenza a Torino nella giornata si celebra la manifestazione di Gesù a tutti i popoli della terra: tanti popoli che diventano un popolo solo, “il popolo di Dio”. Partiamo da Bologna dove il cardinale Matteo Zuppi ha presiedito la “Messa dei popoli” . “La Messa della solennità dell’Epifania – spiega mons. Andrea Caniato, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes – si caratterizza per la partecipazione delle comunità degli immigrati cattolici presenti nella nostra diocesi, con la ricchezza delle loro lingue e delle loro espressioni culturali”. Undici le lingue usate per la celebrazione dell’Epifania a Palermo presieduta dall’arcivescovo mons. Corrado Lorefice. “Apriamo il 2022 con la speranza che questo virus venga debellato dalla medicina e dalla nostra adesione responsabile alle indicazioni di chi ci governa”, spiega la Migrantes di Palermo: “noi cristiani aggiungiamo anche la preghiera che nutre la certezza che niente è impossibile a Dio”. Anche la Cattedrale di Vicenza è tornata ad animarsi di colori, suoni e canti di ogni parte del mondo grazie alla Festa dei Popoli organizzata dall’Ufficio diocesano Migrantes. La Messa presieduta dal vescovo Beniamino Pizziol ha visto la presenza di migranti cattolici residenti nel territorio della diocesi, che hanno animato la celebrazione con canti e preghiere propri dei diversi Paesi di origine.
“La Festa dei Popoli di quest’anno – spiega padre Sérgio Durigon, responsabile Migrantes Vicenza – assume significati particolari. L’Epifania celebra i magi che incontrano Gesù e ricorda i migranti cattolici che fanno parte della chiesa vicentina e contribuiscono a renderla più bella e universale. I centri per i migranti, accompagnati dai loro cappellani sono una testimonianza delle tante buone pratiche di reale accoglienza che il nostro territorio continua a vivere”.
“Ascoltiamo – aggiunge ancora Migrantes – notizie che ci parlano di migranti infreddoliti nei recinti della rotta balcanica o fra campi minati e miliziani che picchiano al confine tra Bielorussia, Polonia e Lituania; sono nei campi dell’isola di Lesbo, nei centri di detenzione in Libia o in mano a trafficanti; sono bersaglio dei fucili spianati a Ceuta e Melilla o nelle ‘giungle’ di Calais. Noi crediamo che nell’incontro con la diversità degli stranieri, dei migranti, dei rifugiati, e nel dialogo interculturale che ne può scaturire ci è data l’opportunità di crescere come Chiesa, di arricchirci mutuamente. In effetti, dovunque si trovi, ogni battezzato è a pieno diritto membro della comunità ecclesiale locale, membro dell’unica Chiesa, abitante nell’unica casa, componente dell’unica famiglia. La nostra preghiera si fa comunione con i migranti che sono esposti a pericoli gravissimi, e quanti perdono la vita alle nostre frontiere, a quanti hanno tentato di attraversare il Mediterraneo cercando una terra di benessere e trovandovi, invece, una tomba”.
Nella diocesi di Milano si è celebrato un solenne pontificale presieduto dall’arcivescovo mons. Mario Delpini. A Mantova, in cattedrale, la celebrazione, presieduta dal vescovo, mons. Marco Busca, dopo la sospensione imposta dalla pandemia lo scorso anno. L’appuntamento è molto sentito dalle comunità: nella diocesi di lombarda si celebra ormai da molti anni e la partecipazione è sempre stata “entusiastica e significativa”. Celebrazione dell’Epifania nella Cattedrale di Treviso, presiduta dal vescovo, mons. Michele Tomasi animata dai rappresentanti delle comunità cattoliche di migranti presenti in diocesi. E’ ancora una volta un’occasione – spiegano in diocesi – per permettere allo Spirito Santo di “fare comunione nella diversità, armonizzando le differenze senza mai imporre una uniformità che spersonalizza”. Celebrazione delle Festa dei Popoli anche in Cattedrale a Reggio Emilia con il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Massimo Camisasca. Ad animare la liturgia, su iniziativa dell’ufficio Migrantes, le comunità etniche presenti in diocesi. A Torino ad ospitare la Festa dei Popoli con l’arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, la Chiesa del Santo Volto su iniziativa della Migrantes diocesana. Nell’omelia ancora una volta l’invito del presule all’accoglienza e a “passare dall’affermazione dei principi di fratellanza e solidarietà a compiere gesti e fatti concreti di accoglienza”. A Rimini è il vescovo mons. Francesco Lambiasi, a presiedere , nel pomeriggio nella Basilica Cattedrale la Messa dei Popoli, animata dalle comunità di immigrati cattolici di ogni nazione presenti sul territorio riminese. Anche a Napoli l’arcivescovo, mons. Mimmo Battaglia, ha presieduto una celebrazione eucaristica in cattedrale in occasione della Festa dei Popoli con le rappresentanze delle comunità etniche cattoliche di Napoli. Anche ad Alba celebrazione con il vescovo Marco Brunetti. Nella diocesi di Forlì-Bertinoro celebrazione domenica 9 gennaio, alle ore 10,00, nel Duomo di Forlì alla presenza delle Comunità cattoliche straniere della diocesi presieduta dal vescovo, mons. Livio Corazza e concelebrata dai cappellani e sacerdoti stranieri e sarà animata dai canti delle diverse Comunità migranti presenti in diocesi. La presenza in Cattedrale delle varie genti insieme ai fedeli della città – spiega il direttore Migrantes Walter Neri – vuole essere testimonianza di comunione, vicinanza, consapevolezza che siamo tutti discepoli dello stesso Signore. Al termine della S. Messa mons. Corazza distribuirà ai rappresentanti delle Comunità, come segno di presenza e ricordo della giornata, una pergamena con la preghiera del Papa dedicata a S.Giuseppe per chiedere la sua protezione su “coloro che fuggono a causa della guerra, dell’odio, della fame” perché li sostenga e possano trovare accoglienza e solidarietà. (Raffaele Iaria – Migrantas online /Inform)