CAMERA DEI DEPUTATI
Il provvedimento è stato approvato dall’Aula
(fonte immagine Camera dei Deputati)
ROMA – Nel corso della discussione che si è conclusa con l’approvazione da parte della Camera dei deputati del provvedimento di ratifica ed esecuzione del Trattato tra Italia e Francia per una cooperazione bilaterale rafforzata, fatto a Roma il 26 novembre 2021, è intervenuto anche il deputato eletto nella ripartizione Europa Massimo Ungaro (Italia Viva) che ha sottolineato come esso definisca molto chiaramente l’intenzione di Italia e Francia di adoperarsi per affermare “una vera e propria Europa sociale e di introdurre un salario minimo a livello europeo”. “Sono posizioni che storicamente l’Italia ha sempre sostenuto a livello europeo – aggiunge Ungaro – e credo che sia importante che vengano sostenute anche a livello francese”.
“Il Trattato prevede una più forte cooperazione nel campo dello spazio. Anche nel campo dell’istruzione ci sono tante iniziative importanti, dall’introduzione di un Servizio civile italo-francese, alla necessità di rilanciare l’insegnamento dell’italiano nelle scuole francesi e viceversa. Ci sono oltre 450 mila cittadini italiani residenti in Francia – ricorda il deputato – e credo che ci sarà da guadagnare per entrambi i Paesi se riusciremo a creare dei campus dei mestieri franco-italiani o, comunque, a rafforzare ulteriormente la cooperazione culturale o a difendere l’insegnamento dell’italiano in Francia”.
Per Ungaro tuttavia, “non è sufficiente l’insegnamento della lingua; è importante riuscire a investire in maniera massiccia, anche a partire da questo Trattato di cooperazione, nella creazione di nuove partnership, tirocini, soggiorni di studio per i nostri ragazzi italiani e francesi. Tutto questo andrà a favore anche dello sviluppo del turismo e, quindi, della cooperazione economica”. Tra gli auspici del deputato anche quello relativo alla creazione di un esame di Stato unico, bilaterale, l’EsaBac, che fonde insieme la maturità italiana, l’esame di Stato e il Baccalauréat francese, così da incentivare i tirocini nelle imprese e negli enti cultuali dei due Paesi fin dal liceo.
Ungaro ricorda poi che “una volta che verrà finalmente varata e costruita l’Alta velocità tra Torino e Lione, sarà sufficiente solo un’ora e mezza per spostarsi tra le due città e questo sarà un passo straordinario per unire i nostri due Paesi”, mentre sul lato della cooperazione economica ricorda l’impegno assunto con il Trattato di conseguire “l’unione bancaria, l’unione dei capitali e anche per introdurre a livello europeo un’assicurazione europea sui depositi bancari, la cosiddetta EDIS, un punto su cui l’Italia preme da molto per cercare di approfondire la nostra unione”.
La rilevanza storica del Trattato è data poi dal tentativo di superamento dell’asse franco-tedesco, che ha contribuito in maniera importante alla fondazione dell’Unione europea ma – secondo Ungaro – ha mostrato ormai i suoi limiti in particolare nel corso della crisi finanziaria del 2008-2011. “Credo veramente che questo Trattato bilaterale possa portare avanti, al prossimo livello, l’orizzonte per l’integrazione europea e sia anche molto importante per riuscire, magari, a gestire i rapporti difficili, a livello di affari esteri, tra Italia e Francia in alcuni piccoli e limitati frangenti. Spero, inoltre, che offrirà un quadro di risoluzione delle possibili controversie, come quelle in Africa, o su altre tematiche – aggiunge Ungaro.
“Ci troviamo in un momento della nostra Europa che definirei costituzionale – prosegue il deputato, ricordando l’avvio di “un necessario dibattito sulla volontà di riformare i trattati” in cui “Italia e Francia sono unite nella volontà di riformare le regole fiscali europee: ci servono regole fiscali più chiare e trasparenti che permettano ai Paesi di attuare politiche economiche anticicliche – ribadisce Ungaro, auspicando che si possa sfruttare il periodo di sospensione del Patto di stabilità proprio per avviare in proposito “una discussione seria e costruttiva”.
Egli richiama infine l’importanza di “trovare spazi di cooperazione politica che vadano al di là delle strutture dell’Unione europea”, e condivide la proposta formulata dal presidente francese Emmanuel Macron relativa alla creazione di “una comunità politica europea”, ossia “un modo di organizzare le democrazie del nostro continente” che possa coinvolgere anche paesi come l’Ucraina o il Regno Unito, dopo la Brexit. “Spero che il senso politico di questo Trattato vada anche in quella direzione, perché le democrazie sono in ritirata: solo dieci anni fa, meno della metà della popolazione mondiale viveva sotto un regime di dittatura, mentre ormai siamo arrivati al 70 per cento. Le dittature, le autocrazie sferrano un’offensiva; siamo stati distratti da tematiche forse più urgenti, come la crisi finanziaria, la pandemia e, adesso, la guerra in Ucraina, ma ci dimentichiamo che le democrazie sono poche e, soprattutto, che la democrazia rimane un valore fragile – afferma Ungaro, auspicando che il trattato contribuisca anche all’affermazione dei valori democratici, oltre che all’approfondimento dell’Unione europea. (Inform)