ITALIANI ALL’ESTERO
Una riflessione sulle possibili conseguenze del sì all’iniziativa
GINEVRA – Il Comites di Ginevra invia una lettera aperta, firmata del Presidente Oreste Foppiani, ai cittadini italo-svizzeri e svizzeri residenti nel Cantone a proposito sull’iniziativa dell’UDC sulla “Immigrazione limitata”, che sarà sottoposta al voto dei cittadini della Confederazione il 27 settembre 2020. “Premesso che ogni cittadino esprimerà il proprio voto liberamente e in base alla propria coscienza civica e politica, la presente reca lo scopo di stimolare la riflessione su alcuni punti (a nostro avviso) cruciali per la tutela sia degli interessi dei cittadini italiani che svizzeri. L’iniziativa, come noto, mira a limitare la libera circolazione dei cittadini tra l’Ue e la Svizzera. A tal proposito – prosegue la lettera, – è utile ricordare come un cittadino dell’Ue possa stabilirsi in Svizzera soltanto se munito di idoneo titolo (ad esempio, un contratto di lavoro): di conseguenza, sfugge ad ogni logica la constatazione o il timore che si stiano spalancando le porte a un’immigrazione irregolare e incontrollata, a danno dei lavoratori svizzeri”.
La missiva segnala inoltre che “negli ultimi sei anni (2013–2019) l’afflusso di lavoratori provenienti dall’Ue è diminuito del 54%”, secondo i dati del OFP – Office Fédéral des Statistiques, dati che smentiscono quindi che “la Svizzera sia stata invasa dai lavoratori europei”.
“Più in generale, l’accordo sulla libera circolazione è parte integrante del pacchetto degli Accordi Bilaterali (sette accordi in tutto) negoziati dalla Svizzera con l’Ue ed ispirati, ovviamente, ad un regime di reciprocità tra Svizzera e Ue – ricorda il Comites, sottolineando che “un eventuale accoglimento dell’iniziativa dell’Udc il 27 settembre comporterebbe il decadimento di tutti e sette gli accordi con conseguenze nefaste per l’economia svizzera, la quale gode di esportazioni verso l’Ue per un equivalente di 128 miliardi di franchi all’anno (cfr Administration Fédérale de Douanes); in aggiunta, lavoratori e studenti svizzeri non beneficerebbero più della libertà di circolazione alla stregua dei cittadini europei”.
Infine, nella lettera si ricorda che “l’accordo sulla libera circolazione abbia permesso di negoziare – fra sindacati e associazioni di categoria – le cosiddette Misure di Accompagnamento, con lo scopo di salvaguardare le condizioni lavorative di tutti i lavoratori in Svizzera (dunque, svizzeri e stranieri): da questo punto di vista, l’abrogazione, anche parziale, della libera circolazione inficerebbe sicuramente le menzionate misure di accompagnamento”. (Inform)