ELETTI CIRCOSCRZIONE ESTERO
ROMA – “Sentiamo tutti forte l’esigenza che finisca la guerra, così da mettere fine alle atrocità in Ucraina e scongiurare le pesanti conseguenze che ne stanno derivando. È motivo di orgoglio il fatto che sia stato proprio il nostro Paese ad essere artefice di numerose proposte politiche portate avanti dall’Europa in questa fase così difficile. L’Italia c’è: è motore di iniziativa politica, propone soluzioni, tesse alleanze, raccoglie riconoscimenti e rispetto”. Lo ha detto nell’Aula di Montecitorio la senatrice Laura Garavini (IV), eletta nella ripartizione Europa in merito alle comunicazioni del Presidente del Consiglio per il Consiglio europeo. Garavini ha parlato di “Europa come forza di pace, in totale sintonia con l’Alleanza atlantica, ma capace di una propria autonomia strategica, nel tentativo di pervenire al più presto a un cessate il fuoco”, aggiungendo che “l’Italia e l’Europa non stanno alimentando una guerra di aggressione, ma aiutando un popolo a difendersi”. La senatrice pone all’attenzione la questione delle armi. “Le armi che stiamo fornendo e che eventualmente forniremo non sono finalizzate a un attacco, ma utilizzate per consentire la legittima difesa, la difesa eroica di un intero popolo. Ecco che proprio noi italiani, che conosciamo il valore della libertà riconquistata grazie alla resistenza, non possiamo negare aiuto a chi si batte per difendersi, senza mai tralasciare la via diplomatica, nella costante ricerca del dialogo e della pace. È proprio ciò che abbiamo fatto in questi mesi, all’interno e al fianco dell’Europa, con la quale siamo riusciti ad approvare misure importanti e unitarie: l’accoglienza in tutta Europa degli oltre 6 milioni di rifugiati ucraini, prevedendo anche la loro integrazione educativa e lavorativa; lo stanziamento di risorse ad hoc per far fronte all’emergenza nella stessa Ucraina; la previsione di sei pacchetti di sanzioni contro la Russia”, ha evidenziato Garavini ricordando che l’Italia è l’unico Paese in Europa ad aver stilato una bozza di accordo per un piano di pace nonché il primo Paese ad essersi espresso a favore dell’accoglimento della candidatura di adesione all’Unione europea da parte dell’Ucraina, della Moldova e della Georgia. “Le sfide che abbiamo davanti sono molteplici. Ci stiamo confrontando, ad esempio, con un’impennata dei costi di petrolio e gas, che ci devono spingere a fissare un tetto dei prezzi a livello europeo, a diversificare l’approvvigionamento energetico e a sviluppare la produzione di fonti rinnovabili e pulite. È anche necessario insistere su un’altra delicata questione: lo sblocco delle esportazioni di cereali dall’Ucraina, nel tentativo di scongiurare una crisi alimentare che avrebbe contraccolpi drammatici, soprattutto in Africa. Ci troviamo insomma nella situazione di dover assumere decisioni impegnative che rendono ancora più urgente la necessità di prevedere riforme importanti negli assetti e nelle regole dell’Europa”. (Inform)