ARCHEOLOGIA
Supportata dalla Farnesina e dalla nostra Ambasciata a Teheran
ROMA – La missione archeologica italo-iraniana in Khorasan settentrionale è vicina a una scoperta molto importante: è infatti sulle tracce della prima migrazione indoeuropea sull’altopiano iranico. Lo scavo ha rivelato tracce di una cultura conosciuta come BMAC (Bactro-Margiana Archaeological Complex), precedentemente attestata in Turkmenistan nella regione di Merv.
La scoperta potrebbe fornire nuove conoscenze sulla data di arrivo delle popolazioni iraniche sull’altopiano, tracciando il percorso della migrazione di queste genti indoeuropee nel loro cammino dall’Asia Centrale verso meridione.
La missione, guidata da Ali-Akbar Vahdati e Raffaele Biscione del Cnr, è supportata dalla Farnesina e dalla nostra Ambasciata a Teheran. Il team congiunto, peraltro, ha recentemente portato alla luce la “Tomba della Principessa”, possibile testimonianza dell’arrivo dei primi iranici sull’altopiano. Questa, di età preistorica, contiene uno scheletro femminile, oggetti di bronzo e di steatite, nonché braccialetti e fibule che fanno pensare all’inumazione di una giovane donna di nobile lignaggio. Il team italo-iraniano è al suo secondo anno di attivita’ nell’area di Sarkhast, vicino a Esfarayen nel Khorasan settentrionale, quasi al confine con il Turkmenistan. La missione indaga il confine tra la cultura BMAC (2.300-1.700 a.C.) e le quelle dell’altopiano iranico quali quella di Shahr-e Sokhte, scavata dagli italiani negli anni ’70. Questa linea di confine potrebbe segnare il limite tra una cultura indoeuropea, il BMAC, e le culture autoctone dell’Iran interno.
Negli scavi della stagione precedente, il team aveva scoperto tombe e reperti databili tra il 4.200 e il 3.700 a.C. (Inform)