ITALIANI ALL’ESTERO
CARACAS – Referendum costituzionale tra mille difficoltà. L’inasprimento dei contagi, in particolare in America Latina, rischia di compromettere seriamente la partecipazione delle nostre comunità. Le difficoltà oggettive, poi, si moltiplicano in Venezuela. Da sempre le autorità diplomatiche e consolari hanno dovuto superare ostacoli, a volte invalicabili, per permettere a tutti i connazionali di esercitare il loro diritto al voto. E questo Referendum Costituzionale non fa eccezione. Come riferito alla “Voce” dal Console Generale d’Italia a Caracas, Nicola Occhipinti, organizzarlo è stato davvero una corsa ad ostacoli. Un percorso, è bene sottolinearlo, reso ancor più ostico non solo dal pericolo di contagio, dalla chiusura dello spazio aereo interno e l’inesistenza di una rete ferroviaria, dai provvedimenti anti-Covid-19, ma anche dal particolare clima politico, dalla crisi economica che morde ed ora anche dalla carenza cronica di carburante, che rende difficili, quando non impossibili, gli spostamenti urbani ed interurbani. Per gli italiani all’estero, i seggi – ovvero i nostri Consolati – chiuderanno il 15 settembre alle ore 16. Data e ora sono tassative. Dopodiché, le schede che arriveranno non saranno più valide.
– Quanti sono attualmente gli iscritti all’Aire nella circoscrizione consolare di sua competenza? Ha dati sugli iscritti all’Aire a livello nazionale?
– Al 31 dicembre 2019 i connazionali iscritti presso l’Anagrafe consolare del Consolato Generale a Caracas erano 120.907; a Maracaibo, 19.505 – afferma il Console Generale Occhipinti -. Pertanto, a livello nazionale i connazionali residenti erano 140.412 al 31 dicembre 2019.
Il Venezuela, fino a pochi anni fa, era un paese d’immigranti. Nell’immediato dopoguerra, furono tanti gli italiani che vi si recarono in cerca di un futuro migliore. E furono anche tanti gli esuli latinoamericani che vi trovarono quelle libertà democratiche che i governi militari negavano nei loro paesi. Da qualche anno, però, la realtà è un’altra. Il Venezuela non è più un’oasi democratica. Non è più neanche la Svizzera dell’America Latina. Per questo chiediamo:
– Sono tanti i venezuelani che, negli ultimi anni, hanno abbandonato il Paese. C’è chi dice che sono 4 milioni e chi, addirittura, che sono oltre 5 milioni. In che maniera il fenomeno migratorio ha influito sul numero degli iscritti all’Aire? C’è stata una variazione tra il numero degli elettori nelle ultime elezioni e quelli chiamati ad esprimersi in questo Referendum?
– Nel 2012 i connazionali residenti erano 113.524 a Caracas e 19.155 a Maracaibo, per un totale di 132.679 – commenta il nostro Console -. Pertanto, in sette anni (2012- 2019) il numero di connazionali residenti e iscritti a livello nazionale è salito di 7.733 unità (+ 6%): contrariamente a quanto alcuni pensino, i connazionali residenti in Venezuela sono dunque aumentati negli ultimi sette anni.
– Come è distribuito geograficamente l’elettorato della circoscrizione consolare di Caracas?
– Abbiamo 17.569 connazionali residenti nel Distrito Federal; 45.590 nello Stato Miranda; 1.827 a La Guaira; 3.086 a Portuguesa; 351 a Cojedes; 6.192 a Lara; 1.088 a Yaracuy; 15.223 a Carabobo; 8.716 ad Aragua; 2.957 a Nueva Esparta; 4.936 ad Anzoàtegui; 910 a Sucre; 4.639 a Bolivar; 302 ad Apure; 2.776 a Guarico; 1.445 a Barinas; 2.451 a Monagas; 70 a Delta Amacuro
– Quali difficoltà ha incontrato per la stampa e distribuzione dei plichi? Saranno distribuiti dalle poste locali o da courrier privati?
– Le difficoltà della stampa “in loco” del materiale elettorale era dovuta al poco tempo a disposizione, dato che la pandemia ha mantenuto incerta fino all’ultimo la data del referendum – spiega -. Le difficoltà della distribuzione di circa 80.000 plichi (gli elettori maggiorenni e “allineati”, ossia presenti nei due elenchi, MAECI e Ministero dell’Interno) sono dovute allo spazio aereo chiuso causato dalla pandemia mondiale, in un Paese vasto il triplo dell’Italia, privo di sistema ferroviario e con una rete stradale insicura. Se si aggiunge la particolare fase che sta attraversando il Paese sul piano energetico (forte penuria di benzina, corrente elettrica erogata parzialmente) – aggiunge -, si ha un quadro delle oggettive difficoltà affrontate per consentire ai connazionali di esercitare il loro diritto al voto. I plichi sono stati distribuiti, consegnati e ritirati dalle aziende private che offrivano le migliori garanzie in termini di efficienza e di risultato finale.
Se raggiungere i connazionali, e consegnare i plichi, rappresenta un grosso problema a causa dei disservizi postali, ancor più lo è la consegna dei duplicati in una congiuntura di “emergenza coronavirus”.
– Come si è attrezzato il Consolato per consegnare i duplicati ai connazionali che ne faranno richiesta? Tenendo conto della diffusione della Covid-19 in Venezuela, quali provvedimenti di carattere sanitario sono stati presi per ridurre al minimo il pericolo di contagio tra funzionari e utenza?
– I duplicati – afferma il Console Occhipinti – sono consegnati nelle mani dei connazionali tutti i giorni dal lunedì al venerdì fra le ore 8:00 e le ore 13:00. Il duplicato può essere richiesto per email o fisicamente in Consolato, dove sono presenti tre urne – una esterna e due interne – in cui immettere il plico contenente la scheda votata. I provvedimenti adottati al fine del contenimento del contagio da Covd-19 – aggiunge – sono gli stessi che stiamo adottando per l’erogazione di tutti gli altri servizi consolari: ricalcano le linee guida dell’OMS.
– Cambiando tema e per concludere, qual è a suo avviso la situazione attuale della nostra Comunità? Quali sono i servizi più richiesti dai nostri connazionali?
– La situazione della nostra comunità – illustra – rispecchia grossomodo quella generale del Paese. I servizi più richiesti sono i seguenti: passaporti; cittadinanza ius sanguinis; stato civile; anagrafe; assistenza economica e sanitaria; notarile; procure; studi. Il Consolato Generale è aperto dal lunedì al venerdì, senza limiti di persone ricevute. Gli appuntamenti sono solo via email, sempre gratuiti. Varie categorie di persone (ultra 65enni; donne in stato di gravidanza; persone diversamente abili; tutti i richiedenti assistenza, a prescindere dall’età) sono ricevute in Consolato senza bisogno di appuntamento.
– Nel caso degli italiani meno fortunati, quali sono i tipi di interventi realizzati dal Consolato? Come aiuta i connazionali che hanno bisogno di cure mediche, ricoveri e medicine?
– Per gli Italiani in difficoltà, su indicazione dell’Ambasciatore d’Italia, Placido Vigo – afferma -, il 25 giugno 2020 questo Consolato Generale ha firmato una convenzione medica con il gruppo Soteldo che ci consente di assistere sempre meglio un numero crescente di connazionali e in un numero sempre più ampio di città e Stati, anche nelle regioni più remote del Paese, soprattutto attraverso il prezioso sostegno dei 12 titolari degli Uffici onorari. Grazie a tale convenzione – sottolinea -, ogni esame clinico, intervento chirurgico e la distribuzione di medicine avviene più rapidamente, con più efficienza, con maggiori garanzie e qualità in favore dei connazionali bisognosi. Ogni informazione al riguardo è reperibile nelle due lingue, italiana e spagnola, sulla nostra pagina web: www.conscaracas.esteri.it (Mauro Bafile, direttore de La Voce d’Italia,12 settembre/Inform)