CINEMA
Un articolo di Carlo Di Stanislao
A pochi giorni dalla conferenza stampa di presentazione, fissata per il 17 aprile, ciò che è certo è che la 67° edizione del Festival di Cannes , con delegato generale Thierry Frémaux e nuovo presidente Pierre Lescure (che prende il posto di Gilles Jacob, rimasto al comando per 12 anni), sarà aperta dal film “Grace di Monaco”, bioptic contestatissimo dai familiari della defunta regina, che lo hanno definito frivolo, falso ed eccessivamente glamour, con Nicole Kidman, e poi due film con Robert Pattisson e l’Italia senza titoli di peso, nonostante i vari premi (fino al’Oscar) a “La grande bellezza” ed il successo internazionale de “La migliore offerta” e nonostante il buon esito di Virzì con “Il capitale umano”.
Occhi puntati, come sempre, sui film di casa, che lo scorso anno sono stati anche troppo strabordanti, con Palma d’Oro (che doveva andare a Sorrentino) a Kechiche e presenza in concorso di Farhadi, Ozon, Desplechin, Despallieres, Bruni-Tedeschi e fuori Guiraudie, la Denis e Canet.
La selezione 2014 vede protagonisti Bird People di Pascale Ferran, che molti già dicono vincitore designato e l’altrettanto atteso nuovo film di Olivier Assayas, con protagoniste Juliette Binoche, Chloë Grace Moretz e Kristen Stewart, oltre all’ultima fatica da regista di Amalric , Palma per la regia nel 2010 con Tournée.
Certa la presidenza di Jane Campion, che raccoglie il testimone dall’uscente Steven Spielberg e che è l’unica donna che ha registrato un primato al Festival, quello di unica doppia Palma d’Oro mai assegnata: nel 1986 per il corto “Buccia” e nel 1993 per Lezioni di piano.
Ha studiato antropologia la neozelandese regista e produttrice e dopo il debutto con una serie di cortometraggi culminati in una Palma d’oro, ha conquistato la critica internazionale con Sweetie (1989) il suo primo lungometraggio, selezionato in concorso per la Croisette e dopo Un angelo alla mia tavola (1990) è tornata in concorso a Cannes nel 1993 con Lezioni di piano, che ha vinto la Palma d’oro, così come il premio per la miglior attrice assegnato ad Holly Hunter.
Al trionfo di Cannes sono seguite le candidature agli Oscar per la miglior regia e una statuetta vinta per la migliore sceneggiatura.
Ed anche il suo film più recente per il cinema, Bright Star, una biografia romanzata del poeta Keats e della sua musa ispiratrice, è andato in concorso a Cannes nel 2009.
Per tornare alle anticipazioni sul Festival, batte bandiera francese anche se è stata girata a New York, la nuova fatica di Abel Ferrara, ovvero il biopic su Dominique Strauss-Kahn (interpretato da Gérard Depardieu), previsto o fuori concorso o nella sezione Un Certain Regard e ci sono altri nomi francesi che circolano ma che paiono meno certi, come quello di Hazanavicius, che dovrebbe tornare dopo la fortuna che la Croisette ha regalato a The Artist.
Per quanto riguarda gli apporti non di casa, molti puntano su James Franco ed il suo biopic su Bukowski sia sul più papabile si Bennet Miller, intitolato Foxcatcher, che dopo lo slittamento di data, potrebbe trovare in Cannes il lancio perfetto.
Dovrebbe anche esserci Jersey Boys, il musical diretto da Clint Eastwood in uscita il 20 giugno in patria ed anche l’esordio da regista di Ryan Gosling, oltre ai nuovi Allen e Bier, e a Sin City 2.
Non è certa, invece, la presenza di P:T. Anderson e Terence Malick, poiché Inherent Vice è uscito troppo in anticipo per una prima a Cannes e voci dicono che Malick non farà in tempo a finire uno dei film a cui sta lavorando per il 14 maggio, giorno d’avvio della kermesse, che si chiuderà il 25 dello stesso mese.
Quasi certamente, invece, avremo fuori concorso Occupy Cannes!, il documentario firmato Troma che Lloyd Kaufman ha girato proprio durante la scorsa edizione del festival, a meno che il contenuto non sia giudicato troppo polemico.
E ci dovrebbero essere anche l’ultimo film come regista di Tommy Lee Jones, che qui fu applauditissimo con “Le tre sepolture” (mentre non vi sarà come attore con “Cose nostre-Malavita” di Luc Besson con, oltre a lui, Robert De Niro e Michelle Pfeiffer) e “Malificient”, debutto alla regia di Robert Stromberg, con protagonista Angelina Jolie, qui anche produttrice esecutiva, nei panni della celebre Malefica, antagonista del mondo Disney, nel film d’animazione del 1959 La bella addormentata nel bosco, pellicola che negli USA sarà nelle sale il 30 maggio, mentre in Italia due giorni prima; film che doveva andare a Tim Burton e poi a Robert Yeats, David O’Russel, Del Toro e Asfaranovsky ed infine è andato al debuttante figlio del grande regista William R. Stromberg, noto per il film Il mostro di Crater Lake (1977), fratello del compositore, direttore e orchestratore William T. Stromberg, zio di Wesley e Keaton Stromberg (membri della band Emblem3), supervisore di effetti visivi e del matte painting della Disney, che ha iniziato nella televisione americana partecipando nel 1987 all’episodio Star Trek: The Next Generation e con all’attivo una nomination,insieme a Daniel Sudick, Stefen Fangmeier e Nathan McGuinness per gli effetti visivi del 2003 con il film Master and Commander – Sfida ai confini del mare ed un Oscar vinto nel 2009 per la migliore scenografia con il film Avatar, insieme a Rick Carter e Kim Sinclair e un altro nel 2011, sempre per la stessa categoria con Karen O’Hara, per Alice in Wonderland.
Per parte mia seguirò con particolare interesse Tommy Lee Jones, Premio Oscar nel 1994 per Il Fuggitivo, tornato dietro la macchina da presa per girare ancora un western (genere che adoro), il remake, di “I Cowboys”, film del 1972 di Mark Rydell, tratto da un romanzo di William Dale Jennings, con John Wayne e Bruce Dern, con la trama che ruotava attorno ad un allevatore costretto ad assoldare 11 ragazzini per accompagnarlo a vendere il bestiame ed un sequel della Warner, due anni dopo, di una intitolata Giovani Cowboys con Jim Davis, Diana Douglas e Moses Gunn.
Sarà interessante vedere come rileggerà la storia Lee Jones, che dopo il boom di critica ottenuto da Le tre sepolture (premio per la migliore interpretazione maschile e altro riconoscimento a Guillermo Arriaga per la migliore sceneggiatura proprio a Cannes nel 2005), torna ad un genere che sa cogliere con sensibilità.
Dicevamo prima della assenza italiana, dovuta, è stato scritto con molta diplomazia, al fatto che nessuno dei registi italiani ha ancora completato la sua opera e sarà pronto per il 14 maggio.
Paolo e Vittorio Taviani stanno infatti girando Meraviglioso Boccaccio; Giuseppe Tornatore è impegnato nelle riprese di Lo Sguardo della musica e presto inizierà The Correspondence; Francesca Archibugi ha iniziato da poco le registrazione di Il nome del figlio e Matteo Garrone sta lavorando a Il conto dei conti.
Alcune indiscrezioni ci dicono che i Taviani forse ce la faranno e che sulla Croisette a difendere il tricolore, saranno con un film che racconta storie ispirate con libertà al Decamerone di Boccaccio, in cui ai colori cupi della peste si contrappongono i colori trasparenti dell’amore, dell’impegno e della fantasia.
Il film è prodotto da Donatella Palermo e Luigi Musini; una produzione Cinemaundici e Stemal con Rai Cinema, in coproduzione con Bis Films (Francia), con il sostegno del Mibact – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo-Direzione Generale per il Cinema, e il contributo di Eurimages e a interpretare i dieci giovani novellatori, che si rifugiano in una villa sulle colline per sfuggire alla peste che nel 1300 aveva messo in ginocchio Firenze, saranno Melissa Anna Bartolini, Eugenia Costantini, Miriam Dalmazio, Camilla Diana, Niccolò Diana, Fabrizio Falco, Beatrice Fedi, Ilaria Giachi, Barbara Giordano, Rosabell Laurenti Sellers. A mettere in scena le novelle protagoniste del Decamerone sarà un cast d’eccezione, tra cui Lello Arena, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca. (Carlo Di Stanislao*/Inform)
* Presidente dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La lanterna magica”