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Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali in riferimento ai dati emersi nel “Rapporto Caritas 2017 su povertà giovanili ed esclusione sociale”

LOTTA ALLA POVERTÀ

Giuliano Poletti segnala che dal 1° dicembre potranno essere presentate le domande per il Reddito di inclusione. “Le risorse aggiuntive in legge di bilancio consentiranno di aumentare del 50% le famiglie beneficiarie già nel 2018”

 

ROMA – In riferimento alla pubblicazione del “Rapporto Caritas 2017 su povertà giovanili ed esclusione sociale”, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, ha diffuso una nota in cui ricorda le misure messe in atto dell’attuale governo per il contrasto alla povertà, in particolare il reddito di inclusione e le risorse ad esso destinate che consentiranno – assicura – di aumentare del 50% le famiglie beneficiarie già nel 2018.

“Il rapporto della Caritas evidenzia come la povertà e l’esclusione sociale continuino a rappresentare un fenomeno grave che investe, in misura più consistente, i giovani ed i minori. Per contrastare questa situazione è necessario un impegno che richiede il contributo di tutti, a partire, naturalmente, dalle istituzioni e dal ruolo insostituibile svolto dalla Caritas e da tutto il mondo dell’associazionismo e dal volontariato. Da questo punto di vista voglio ricordare – afferma Poletti – che da quest’anno, per la prima volta, il nostro Paese si è dotato di uno strumento permanente di contrasto alla povertà, il REI – Reddito di inclusione – costruito attraverso una collaborazione positiva con l’Alleanza contro la povertà e un confronto fattivo col Parlamento, che impegna tutte le istituzioni e le comunità locali a stare a fianco delle persone più deboli.

“Il REI, che potrà essere richiesto a partire dal 1° dicembre rivolgendosi al proprio Comune, si rivolge, nella fase iniziale, alle famiglie con particolari condizioni di fragilità, ad esempio con figli minori o disabili, o con donne in stato di gravidanza. Non si tratta di un intervento assistenzialistico, bensì – chiarisce il Ministro – fondato sul principio dell’inclusione attiva: affianca cioè al sostegno economico misure di accompagnamento capaci di promuovere il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi. Ai nuclei familiari che ne beneficeranno viene richiesto un impegno ad attivarsi, ad impegnarsi in un progetto personalizzato condiviso con i servizi territoriali, che li aiuti ad uscire dalla loro condizione di difficoltà, che li accompagni verso l’autonomia”.

Nella nota si segnala come i nuclei familiari che verranno inizialmente coperti grazie a tale misura saranno 500mila, 420mila dei quali con figli minori, per un totale di quasi 1 milione e 800mila persone. Numeri destinati ad aumentare rapidamente – si evidenzia, – perché la legge di bilancio prevede un incremento del Fondo nazionale per la lotta contro la povertà di 300 milioni per il 2018, 700 per il 2019 e 900 per il 2020. Comprendendo anche le risorse del PON inclusione, si passerà così dai 2 miliardi attuali ai 3 miliardi alla fine del triennio. Grazie a queste risorse aggiuntive, già dal 1° luglio 2018, si potranno coprire tutti i nuclei familiari che presentano i requisiti economici individuati dalla legge, indipendentemente da altre condizioni particolari. In questo modo, nel 2018 il numero dei nuclei familiari beneficiari del REI salirà di oltre il 50%, per un totale di 780mila.

“Ma oltre all’impegno finanziario, perché il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale si traduca in realtà e sia davvero efficace è necessario poter disporre di una rete di accoglienza che sappia instaurare un rapporto con le persone in stato di bisogno e prenderle in carico. Per questo abbiamo deciso – sottolinea Poletti – di destinare una parte delle risorse al rafforzamento dei servizi territoriali, con l’obiettivo di costruire una rete nazionale per l’inclusione e la protezione sociale: una infrastruttura stabile per la collaborazione tra le istituzioni e le organizzazioni sociali, che favorisca una collaborazione permanente tra questi soggetti, indispensabile per costruire una risposta condivisa ed efficace ai bisogni delle persone in difficoltà”. (Inform)

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