direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Il messaggio del Ministro degli Esteri Tajani per la presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2023 della Fondazione Migrantes

ITALIANI ALL’ESTERO

 

ROMA – “L’integrazione e il progresso sociale, la partecipazione ai diritti politici, la valorizzazione della risorsa costituita dalle diverse comunità e del loro patrimonio socioculturale d’origine sono le direttrici entro le quali si è mosso l’esecutivo fin dal suo insediamento. E le comunità italiane nel mondo possono essere considerate un modello, sotto questo punto di vista. Con il passare del tempo hanno acquistato, anziché perderla, la consapevolezza della propria identità, ponendosi anche obiettivi di carattere politico in quanto collettività di origine italiana. Ed anche per questo offrono un grande apporto nel processo di internazionalizzazione che l’Italia deve assolutamente attraversare per tenere il passo con gli altri paesi nell’era della globalizzazione”. Lo scrive   Antonio Tajani, Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nel messaggio inviato alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2023 della Fondazione Migrantes.

“Uno degli elementi qualificanti del Governo è l’interesse per i nostri connazionali all’estero” sottolinea Tajani , facendo osservare che “come Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, ho sostenuto in più occasioni ogni forma di coordinamento e di promozione di iniziative, anche normative, sulle politiche generali concernenti le collettività italiane nel mondo; la loro integrazione nei suoi vari aspetti; la valorizzazione delle attività intellettuali; l’informazione e l’aggiornamento sull’evoluzione della società italiana; l’intervento coordinato dello Stato e delle regioni a favore delle comunità all’ estero, nonché le provvidenze per gli italiani che rimpatriano; la valorizzazione del ruolo degli imprenditori italiani residenti all’estero. Non ultimo – aggiunge il Ministro –  il Turismo delle Radici, ovvero l’offerta turistica strutturata attraverso appropriate strategie di comunicazione, che coniuga alla proposta di beni e servizi del terzo settore (alloggi, eno-gastronomia, visite guidate) la conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italiani residenti all’estero e degli italo-discendenti che, vale la pena ricordarlo, sono stimati in un bacino di utenza che sfiora gli 80 milioni di persone”. “L’emigrazione italiana non solo continua, ma si caratterizza per la mobilità intellettuale, scientifica ed economica. Affinché non stia solo nell’indotto il ritorno dell’investimento fatto, formando cittadini che poi scelgono di mettere a frutto altrove le loro conoscenze come manager e ricercatori, l’esecutivo – sottolinea Tajani – ha messo in atto interventi che favoriscano rientri, reinserimenti e progetti di scambio e ricerca plurinazionali. Inoltre ha puntato anche sul ruolo dei media, tanto nazionali (Rai Italia, in particolare), quanto nei paesi d’accoglienza per informare meglio chi sta fuori e realizzare un’informazione di ritorno, in grado cioè di far finalmente conoscere in modo esauriente in tutti i loro aspetti gli italiani fuori a chi sta in patria”.

Di seguito pubblichiamo il testo integrale del messaggio del Ministro Tajani. 

“Ringrazio S.Em. Card. Matteo Maria Zuppi, Presidente della Cei, S.E. mons. Gian Carlo Perego, Presidente Fondazione Migrantes e e Mons. Pierpaolo Felicolo, Direttore generale Fondazione Migrantes.

Il diritto a restare, il diritto a migrare, il diritto di ritornare sono tre facce dello stesso dilemma esistenziale provato dal migrante. E’ quanto viene sottolineato nella ricerca e nell’approfondimento che oggi presentate ed è una delle questioni che fin dal suo insediamento in Governo italiano ha affrontato. Anche perché la migrazione è un fenomeno che fa parte della storia umana. Basti pensare alle stime delle Nazioni Unite riguardanti i migranti internazionali e le persone in situazione di migrazione forzata. Ma al di là dei numeri (centinaia di milioni!) stiamo parlando di vite, progetti e sogni di persone che spesso trovano nella migrazione l’unica alternativa. Ho ben presente il messaggio di Papa Benedetto XVI in occasione della 97esima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, secondo cui la Chiesa dice no a ‘‘ogni egoismo nazionalista’’ e riconosce quello ad emigrare come ‘‘un diritto di ogni uomo’’, ma la necessità dell’accoglienza va coniugata con quella di ‘‘una vita dignitosa e pacifica’’ sia per i migranti che per gli abitanti dei Paesi di arrivo. Non a caso l’integrazione e il progresso sociale, la partecipazione ai diritti politici, la valorizzazione della risorsa costituita dalle diverse comunità e del loro patrimonio socioculturale d’origine sono le direttrici entro le quali si è mosso l’esecutivo fin dal suo insediamento. E le comunità italiane nel mondo possono essere considerate un modello, sotto questo punto di vista. Con il passare del tempo hanno acquistato, anziché perderla, la consapevolezza della propria identità, ponendosi anche obiettivi di carattere politico in quanto collettività di origine italiana. Ed anche per questo offrono un grande apporto nel processo di internazionalizzazione che l’Italia deve assolutamente attraversare per tenere il passo con gli altri paesi nell’era della globalizzazione. Uno degli elementi qualificanti del Governo è proprio l’interesse per i nostri connazionali all’estero. Come Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, ho sostenuto in più occasioni, ogni forma di coordinamento e di promozione di iniziative, anche normative, sulle politiche generali concernenti le collettività italiane nel mondo; la loro integrazione nei suoi vari aspetti; la valorizzazione delle attività intellettuali; l’informazione e l’aggiornamento sull’evoluzione della società italiana; l’intervento coordinato dello Stato e delle regioni a favore delle comunità all’ estero, nonché le provvidenze per gli italiani che rimpatriano; la valorizzazione del ruolo degli imprenditori italiani residenti all’estero. Non ultimo, il Turismo delle Radici, ovvero l’offerta turistica strutturata attraverso appropriate strategie di comunicazione, che coniuga alla proposta di beni e servizi del terzo settore (alloggi, eno-gastronomia, visite guidate) la conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italiani residenti all’estero e degli italo-discendenti che, vale la pena ricordarlo, sono stimati in un bacino di utenza che sfiora gli 80 milioni di persone. Il Rapporto che presentate abbraccia il tema della libertà di scelta se migrare o restare e, come è sottolineato nella presentazione “si è assunto il rischio di trattare uno degli argomenti meno dibattuti quando si parla della migrazione italiana di oggi, ovvero i ritorni”. A tal proposito sottolineo che l’emigrazione italiana non solo continua, ma si caratterizza per la mobilità intellettuale, scientifica ed economica. Affinché non stia solo nell’indotto il ritorno dell’investimento fatto, formando cittadini che poi scelgono di mettere a frutto altrove le loro conoscenze come manager e ricercatori, l’esecutivo ha messo in atto interventi che favoriscano rientri, reinserimenti e progetti di scambio e ricerca plurinazionali. Inoltre ha puntato anche sul ruolo dei media, tanto nazionali (Rai Italia, in particolare), quanto nei paesi d’accoglienza per informare meglio chi sta fuori e realizzare un’informazione di ritorno, in grado cioè di far finalmente conoscere in modo esauriente in tutti i loro aspetti gli italiani fuori a chi sta in patria.  Nel settore informativo, soprattutto in questo momento, inoltre, è importante fornire ai potenziali migranti notizie corrette sulla situazione dei loro Paesi di destinazione, sulle opportunità e sui pericoli che devono affrontare. Solo così la migrazione diventa un’opportunità. La mescolanza di culture e religioni può essere un arricchimento, anche se, come abbiamo visto, in alcuni casi, può alimentare tensioni persistenti. Antidoto a tale tensione è il dialogo che porta al riconoscimento di valori comuni. Ringrazio i ricercatori che hanno lavorato per la pubblicazione della 18esima edizione del Rapporto Italiani nel Mondo e, in particolare, la Dott.ssa Delfina Licata, curatrice della pubblicazione.  Vi auguro buon lavoro”. (Inform)

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
Powered by Comunicazione Inform | Designed by ComunicazioneInform