CAMERA DEI DEPUTATI
ROMA – Il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli ha risposto in Commissione Esteri alla Camera dei Deputati all’interrogazione a prima firma di Federica Onori (M5S, ripartizione Europa) sul mandato del contingente italiano della missione UNIFIL – la missione delle Nazioni Unite in Libano. L’interrogazione in particolare chiede se, “alla luce dei drammatici eventi afferenti al conflitto israelo-palestinese e considerato il rilevante ruolo di moderazione svolto dall’Italia attraverso l’UNIFIL lungo la frontiera libanese”, si ritenga possibile che “in caso di un intensificarsi del contributo delle milizie di Hezbollah alla guerra in corso, il contingente italiano in loco possa trovarsi impegnato in veri e propri compiti di interposizione”.
Nella risposta Silli ricorda la complessa situazione del Libano, attanagliato da una crisi politica che potrebbe sicuramente aggravarsi con il coinvolgimento di Hezbollah negli attacchi terroristici di Hamas ai danni di Israele di questi giorni. Ricorda inoltre come la presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbia ribadito al primo ministro libanese, Najib Mikati, l’impegno dell’Italia a evitare questa prospettiva. “Il Libano rimane una nostra priorità – ribadisce il Sottosegretario, che ricorda come “la volatilità dello scenario accresce il rilievo della missione UNIFIL, cui l’Italia apporta un contributo di uomini e mezzi tra i più significativi delle nostre missioni di pace all’estero. Il Sottosegretario ricorda infatti che erano italiani 5 degli ultimi 7 Comandanti della Missione e che il nostro Paese ha al suo interno un peso preponderante. Inoltre, “la capacità del nostro contingente di interloquire con i vari segmenti della composita società libanese, in modo costruttivo ed equilibrato, ci viene riconosciuta da tutte le parti interessate”. “Nel mandato di UNIFIL – ricorda Silli – rientrano compiti di monitoraggio della cessazione delle ostilità tra Libano e Israele, accompagnamento e sostegno alle Forze Armate libanesi nel loro dispiegamento a sud, assistenza al Governo del Libano per impedire l’ingresso non consentito di armi nel Paese. Il cuore della missione sta nel monitoraggio della cessazione delle ostilità e nella cooperazione strategica con le forze armate libanesi per la sicurezza e la stabilità dell’area, soprattutto lungo la «blue line», la linea di demarcazione che separa il Libano da Israele – prosegue il Sottosegretario, che precisa come non rientri “nel mandato di UNIFIL il compito di fermare eventuali scontri tra la milizia di Hezbollah e Israele”. “La Missione svolge, nell’esercizio delle molteplici attribuzioni connesse al suo mandato, una funzione chiave per mantenere aperti i canali di comunicazioni tra le due parti, coinvolgendole attivamente, anche in funzione preventiva. In questo compito si avvale del capitale di influenza politica che le deriva dalla presenza di caschi blu di oltre 40 Paesi, in sé un fattore di dissuasione. L’attuale situazione al confine tra Israele e Libano desta preoccupazione. Hezbollah ha compiuto attacchi, cui Israele ha risposto. La situazione è sotto attento monitoraggio – ribadisce Silli, assicurando che “faremo il possibile per impedire che il conflitto si estenda”. “La nostra azione diplomatica è finalizzata anche a evitare un’escalation sul piano regionale – aggiunge il Sottosegretario, ricordando come sia stata sviluppata allo scopo “un’azione a tutto campo, una serie articolata di contatti, tra cui gli incontri dei giorni scorsi del ministro degli Esteri Antonio Tajani al Cairo con i vertici politici egiziani e con il Segretario generale della Lega araba”.
Il tentativo è quello di “favorire un’azione unificata delle voci moderate della comunità internazionale” e di “evitare di dividere l’Occidente dal mondo arabo che ha tentato di normalizzare i suoi rapporti con Israele”.
Arnaldo Lomuti, cofirmatario dell’interrogazione, in sede di replica si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta. Auspica in particolare che gli organi parlamentari vengano informati tempestivamente ed adeguatamente sugli sviluppi della crisi, con particolare riferimento ai profili che possono incidere saulla presenza del contingente militare italiano in Libano. (Inform)