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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Gli effetti della Brexit un anno e mezzo dopo, intervento del deputato Simone Billi a Radio Parlamentare

ITALIANI ALL’ESTERO

 

ROMA – Anticipando i temi della conferenza stampa promossa alla Camera sugli effetti della Brexit, il deputato eletto all’estero Simone Billi (Presidente del Comitato per gli italiani all’estero della Camera) fa fatto il punto della situazione ad un anno e mezzo dalla Brexit, ai microfoni di Radio Parlamentare insieme a Stefano Potortì (Presidente di UK Confassociazioni) e Samantha Dobson Del Vigna (Ceo di Del Vigna Dobson). “La comunità italiana nel Regno Unito è tra le più numerose al mondo. Abbiamo 450mila italiani iscritti all’Aire al consolato di Londra: per numeri sarebbe una città più grande di Firenze”, ha rilevato a Radio Parlamentare Billi ricordando l’importanza anche commerciale che rappresenta il Regno Unito per l’Italia. Potortì ha evidenziato come anche la pandemia abbia contribuito negativamente a questo passaggio storico dettato dalla Brexit. “Gli italiani sono mentalmente flessibili e si stanno reinventando in molti settori, quindi c’è un approccio di ricerca di nuove opportunità già emerse e che in parte emergeranno. Nel Regno Unito la tassazione per le imprese è bassa e la burocrazia è quasi inesistente: è un Paese che consente di fare impresa”, ha spiegato Portortì. Sul Settlement Scheme, Billi ha ricordato che soltanto il 4% delle domande è stato rifiutato dalle autorità inglesi: “si vede dai grandi numeri che l’amministrazione britannica non oppone grosse resistente a concedere il permesso di soggiorno”, ha spiegato il deputato ricordando che, dopo Polonia e Romania, l’Italia è il Paese che vanta un maggior numero di residenti nel Regno Unito. Billi ha anche rimarcato come non tutti i permessi sono però definitivi: ad esempio il cosiddetto Pre-Settled Status è un permesso provvisorio che dura cinque anni e che deve poi essere convertito in permesso definitivo. “Seguiamo in dettaglio l’evolversi della situazione e cerchiamo di far fronte ai problemi che emergono di volta in volta. La Brexit avrebbe richiesto anni di preparazione e l’amministrazione britannica non ha avuto questi anni a disposizione. L’amministrazione cerca di agevolare gli stranieri che intendano restare in Regno Unito per lavorare”, ha spiegato Billi. “Ad oggi non si sono segnali su una strategia di medio-lungo periodo ma l’assenza di burocrazia qui la fa da padrona e consente di superare alcuni problemi”, ha spiegato Potortì che ha ricordato lo strumento degli open day all’interno della comunità italiana che stanno consentendo alle persone di trovare lavoro facilitando anche l’attività dei centri per l’impiego.. Del Vigna ha ricordato che non c’è chiaramente soltanto Londra perché ad esempio Manchester è la seconda città più popolata da italiani. “A Manchester ci sono tanti professionisti benché molti italiani siano impiegati nell’hospitality”, ha aggiunto Del Vigna evidenziando come diverse persone si spostino da Londra a Manchester ed è comunque abbastanza agevole, grazie anche alle infrastrutture, poter fare la spola tra una città e l’altra. (Inform)

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