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FOCSIV e CIDSE: strada difficile per la “giustizia climatica” dopo la Conferenza Onu sul Clima di Varsavia


LOTTA ALL’INQUINAMENTO
FOCSIV e CIDSE: strada difficile per la “giustizia climatica” dopo la Conferenza Onu sul Clima di Varsavia
ROMA – FOCSIV e CIDSE, l’associazione internazionale di 17 organizzazioni allo sviluppo di origine cattolica, continuano a chiedere giustizia climatica alla chiusura della Conferenza Ou sul Clima di Varsavia (COP 19). Tutti i paesi devono lavorare insieme in uno spirito di solidarietà per indirizzare il mondo sulla giusta strada: che è quella verso società decarbonizzate che garantiscano giustizia climatica per tutti. Purtroppo a Varsavia gli Stati non hanno optato per un’ambiziosa strada verso un accordo globale nel 2015.  E’ necessario fare molto di più in vista prossimo vertice COP21 a Parigi.
Parlando alla fine della Conferenza, Bernd Nilles, segretario generale della CIDSE, ha deplorato la mancanza di decisioni ambiziose. “Varsavia doveva essere il COP finanza che doveva muovere i primi passi verso lo stanziamento di 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 per sostenere gli sforzi di adattamento e mitigazione dell’impatto ambientale delle politiche dei paesi in via di sviluppo. Invece non sono stati compiuti abbastanza progressi verso il raggiungimento di tale obiettivo” ha detto Nilles. “Alcuni impegni sono stati presi per salvare il fondo di adattamento, altri in materia di combustibili fossili come ad esempio quello del governo del Regno Unito di cessare l’utilizzo di denaro pubblico per finanziare le centrali a carbone all’estero; ma in generale non c’è chiarezza sui soldi a disposizione da qui al 2020 per proteggere le persone più vulnerabili che già soffrono impatti climatici violenti”, ha concluso il segretario generale CIDSE.
“Varsavia –  si precisa nella nota della FOCSIV – è stato anche un momento cruciale per i paesi per concordare una road-map per raggiungere un accordo soddisfacente a Parigi nel 2015, inclusi i primi passi chiave per la progettazione di impegni post-2020 e di indicatori adeguati a garantire che l’accordo sia equo per tutti i paesi. La tabella di marcia che esce da Varsavia, purtroppo, non fornisce elementi per costruire solide basi per questo accordo globale. E’ stata solo concordata la struttura di un meccanismo per affrontare i danni climatici, ma deve essere riempita di contenuti, ed è stata ritardata la data perché le parti si impegnino concretamente da un punto di vista finanziario. Con risultati del COP di Varsavia così magri, FOCSIV e CIDSE rivolgono ora la loro attenzione ai prossimi passi (COP20 in Perù e COP21 a Parigi) ricordando all’Unione Europea il suo compito storico. C’è infatti bisogno di ambiziosi impegni dell’UE per il 2030 volti a fissare almeno intorno al 55 % la riduzione delle emissioni, e a stabilire forti obiettivi vincolanti per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili”. (Inform)
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