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Il 28-29-30 ottobre alla Galleria Nazionale del Kosovo
PRISTINA – Che cosa è stata e cos’è ancora oggi la sperimentazione con le immagini in movimento portata avanti dagli artisti nel nostro paese dagli anni ’60 ai giorni nostri? A questa domanda non si può che rispondere attraverso una retrospettiva che propone una cinquantina di artisti di film che coprono sei decenni di cinema e video d’artista in Italia. Tale suddivisione in decadi offre allo spettatore una visione chiara e testimonia, secondo una modalità lineare, l’evoluzione della sperimentazione audiovisiva fatta dagli artisti, senza pregiudicare la possibilità di mettere a confronto i film selezionati secondo un’ottica sincronica.
Perché “Doppio schermo”? Perché i linguaggi in gioco sono due: le immagini in movimento da un lato, le arti visive dall’altro; due forme espressive che si incontrano nell’immaginario di uno stesso artista, creando interferenze stimolanti. Lo schermo, inteso come superficie di proiezione ma anche filtro, che vela e al tempo stesso rivela, diventa il dispositivo di un’interfaccia inesauribile. Ma il titolo si riferisce anche a un’altra duplicità, relativa ai due dispositivi che si sono succeduti, affiancati e a volte sovrapposti: il cinema e il video, due termini che oggi – con l’unificazione dei supporti nell’era del digitale – hanno perso di senso ma che, in un’ottica storica, sono utili a comprendere alcuni passaggi decisivi in termini sia estetici sia tecnologici.
La selezione che viene presentata il 28-29-30 ottobre alla Galleria Nazionale del Kosovo è una versione più sintetica di una rassegna curata da Bruno Di Marino per la Video Gallery del museo MAXXI di Roma e programmata dal 19 settembre al 9 novembre 2017. La retrospettiva include circa 6 ore di film e video ed è accompagnata personalmente dal curatore che terrà una conferenza introduttiva e presenterà i singoli programmi al pubblico. Lo segnala l’Istituto Italiano di Cultura di Tirana.
In programma un focus su Antonello Matarazzo (1962), pittore, regista e video artista, il cui lavoro va acquistando una sempre maggiore specificità nella quale il trait d’union tra pittura, video e video-installazioni va ricercato nella marcata inclinazione all’approfondimento degli aspetti introspettivi e antropologici. (Inform)