direttore responsabile Goffredo Morgia
Registr. Trib. Roma n.338/2007 del 19-07-2007
INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Domande ai candidati che parlano d’Europa: Elio Carozza, candidato al Senato – Francesco Cerasani, candidato alla Camera

TRIBUNA ELETTORALE

Domande ai candidati che parlano d’Europa: Elio Carozza, candidato al Senato – Francesco Cerasani, candidato alla Camera

 

BRUXELLES – Elio Carozza, al Senato, e Francesco Cerasani, alla Camera, sono probabilmente i due candidati più “europei” nelle liste del Partito Democratico per la circoscrizione estero. I candidati, con ruoli e storie diverse si presentano agli elettori con un bagaglio d’esperienze ed una profonda conoscenza dell’emigrazione italiana in Belgio che, come ci raccontano, poggia le basi su di un sacrificio che ha convinto milioni di connazionali a lasciare il paese d’origine per cercare un futuro migliore, sia per quanto riguarda la vecchia emigrazione che quella nuova.

La prima domanda è per Elio Carozza, candidato alle liste del Senato, con più di 30 anni di lavoro nelle istituzioni alle spalle e presidente dei Comites. Una storia a cavallo tra volontariato, istituzioni e sindacato. Come vede la prospettiva dell’Unione Politica, oggi messa in discussione da una crisi che ha allontanato i cittadini dall’Europa come non mai?

Io credo che, nei momenti di difficoltà come quello attuale, vada evidenziato il ruolo fondamentale che l’Unione Europea ha svolto e continua a svolgere. E’ necessario continuare il dibattito, già avviato, sul ruolo dell’UE per promuovere lo sviluppo ed il rafforzamento delle Istituzioni e della coscienza europea, per creare una rete unica di diritti sociali, civili, culturali e politici al fine di dare pienezza alla cittadinanza europea. Il dibattito pubblico, difatti, è lo strumento fondamentale se si vuole raggiungere una più forte integrazione politica ed economica del nostro continente.

I partiti in questo senso dovranno svolgere un ruolo fondamentale per dare sostanza e significato al concetto di “Europa Federale”, troppo spesso evocato senza però comprendere cosa significhi in termini di strutture istituzionali, economiche e soprattutto politiche

Una posizione che, almeno apparentemente, il Partito Democratico in Italia ha fatto sua mettendo gli Stati Uniti d’Europa al centro della proposta elettorale. Cosa ne pensa Francesco Cerasani, giovane trentunenne, Segretario del Circolo del PD Bruxelles e oggi candidato alla Camera dei Deputati, al lavoro ormai da otto anni nel Parlamento Europeo?

Non vi è alcun dubbio sul fatto che Elio abbia vissuto e viva, abbia contribuito e contribuisca alla costruzione europea tout court, essendo stata la comunità italiana pioniere, di fatto, dell’Europa Unita.

E’ anche vero, però, che la mia generazione ha raccolto e continua a raccogliere la loro eredità avvertendosi come una generazione pienamente europea”. Difatti, con i grandi programmi di mobilità transnazionale, a partire dall’Erasmus, sono state messe in moto forze identitarie che stanno scardinando i tradizionali spazi della politica e della sovranità, e che esigono forme di rappresentanza nuove e originali, in grado di tenere assieme il locale, il nazionale e l’Europeo nel quadro di una proposta politica complessiva. Credo che il PD abbia capito questa esigenza, come ha dimostrato Bersani quando è venuto a trovarci qui a Bruxelles”.

Passando però dai principi alle questioni maggiormente concrete, quale programma mette in campo il candidato Elio Carozza per rimediare alla crisi che ha travolto l’Europa, e che certamente non possiamo ancora considerare risolta?

E’ chiaro che un singolo candidato al Parlamento non può da solo immaginare di risolvere la crisi che l’Europa si trova ad affrontare. Da parte mia intendo però portare avanti una battaglia forte e lineare su alcuni impegni immediate che – una volta al Governo – ci troveremo ad affrontare in sede comunitaria. In primis è essenziale che Bersani, da Presidente del Consiglio, si faccia portavoce assieme a Hollande e agli altri esponenti Socialisti, di una radicale revisione delle politiche economiche di questi anni. Il risanamento è una cosa, l’austerità un’altra e in ogni caso la crescita economica non può prescindere dal rilancio di due concetti poco in voga in questo periodo “investimenti” e “lavoro”. Per andare sul concreto le proposte da mettere sul tavolo sono: l’incremento del Budget comunitario e delle risorse “proprie” dell’Unione per rispondere alle sfide che ormai si possono affrontare solo su scala Europea; lo spostamento delle voci di bilancio da settori come la politica agricola verso la ricerca e l’innovazione; l’avvio della sperimentazione degli Eurobond – secondo il modello immaginato da Altiero Spinelli e, infine, la riforma delle Istituzioni per snellire il processo decisionale e riflettere la realtà politica in cui ci troviamo ormai ad operare”

Francesco, una domanda invece maggiormente da “segretario di partito”. Al di là delle iniziative che si dovranno prendere una volta al governo, come credi che il Partito Democratico dovrebbe agire per diventare autenticamente “europeo”?

 “E’ chiaro che senza l’europeizzazione della politica le grandi riforme che ricordava Elio semplicemente non sono possibili. Non possiamo continuare a chiedere ai cittadini di credere ciecamente in quello che ci dice l’Unione, senza dargli la possibilità di sentirsi rappresentati fino in fondo e in questo i partiti giocano, assieme ad altre forze sociali come il sindacato, un ruolo fondamentale. Credo che Bersani lo abbia capito e che fin dall’inizio di questa campagna stia presentando un profilo “europeo”, dobbiamo continuare e approfondire questa connotazione durante tutto il periodo elettorale facendo capire che ogni nostra proposta riflette una visione complessiva valida per tutto il continente. Al contempo è importante investire dal giorno dopo le elezioni nella costruzione del Partito Europeo – a partire dall’esperienza del PSE – per arrivare preparati al prossimo appuntamento decisivo, quello delle elezioni del 2014 e della successiva Presidenza Italiana dell’Unione Europea”.

Un ultima domanda ad entrambi che esce un po’ dall’analisi della situazione europea, e punta più alla vostra esperienza di emigrati italiani in Belgio. In fondo la vostra campagna è diretta ai cittadini della circoscrizione Europa…

 “La mia esperienza -risponde Elio Carozza- si basa su di una solida attività trentennale fatta di vita associativa, volontariato, ed incarichi istituzionali, durante i quali non ci sono stati problemi sociali, culturali e generazionali che non abbia dovuto affrontareIn questi anni ho potuto osservare come la nostra comunità in Europa abbia costituito e continui costituire, di fatto, la spina dorsale sulla quale si è definita l’immagine dell’Italia nel mondo. Un lavoro di milioni di connazionali che da soli, si sono resi ambasciatori della nostra cultura e dei nostri valori, integrandosi appieno nelle comunità d’accoglienza ma mantenendo, al contempo, uno stretto legame con la madrepatria. Una integrazione positiva simboleggiata dai giovani come dimostrato dalle conclusioni della <<Conferenza dei giovani italiani e di origine italiana all’estero>> organizzata dal CGIE nel dicembre 2008 (vedi http://www.eliocarozza.eu/il-mio-impegno/ )”.

“Sono pienamente d’accordo con Elio” – conclude Cerasani – “per me è stato emozionante in questi anni confrontarmi con persone che da anni hanno lasciato il nostro paese e vivono una vita di piena cittadinanza attiva qui in Belgio, ma che allo stesso tempo mantengono vive le loro radici in una prospettiva che a mio parere rappresenta un esempio vivente di “cittadinanza europea”. Se fossi eletto alla Camera mi piacerebbe portare questo grande bagaglio di esperienze a Roma, rinnovando la rappresentanza degli italiani all’Estero – in particolare in Europa – che deve saper parlare in modo solidale a generazioni differenti”.

Inform

 

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
Powered by Comunicazione Inform | Designed by ComunicazioneInform