martedì, 19 Novembre, 2013 in
NOTIZIE INFORM
ITALIANI ALL’ESTERO
Dino Nardi (Cgie ) sul rapporto tra Farnesina e Patronati
ZURIGO – Recentemente le agenzie di stampa hanno pubblicato un intervento del vice presidente nazionale del patronato Ital Uil, Mario Castellengo, che si domandava “A quando la convenzione Patronati-MAE?”. Lo spunto per porre questa domanda, ricordando che la questione si trascina da oltre dieci anni per il rifiuto della Farnesina, glielo aveva dato un appello al Ministero degli Affari Esteri lanciato in Canada dall’onorevole Francesca La Marca per sollecitare il MAE a fare un accordo di collaborazione con i patronati visto, a suo avviso, l’indispensabilità dei loro servizi per gli italiani all’estero ed ancor più oggi che nel mondo si stanno chiudendo decine di Uffici consolari e proprio dove maggiore è la presenza di emigrazione italiana.
Ma, ancora a ridosso delle scorse ferie estive, e forse proprio per questo passato quasi inosservato, vi è stato anche un altro importante intervento a sostegno e riconoscimento dell’attività svolta all’estero dai patronati, che ritengo utile segnalare. Mi riferisco ad una interrogazione fatta in parlamento al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Enrico Giovannini, dal deputato Alessio Tacconi anche lui eletto all’estero, ma in Europa e per il Movimento Cinque Stelle. Quindi anch’egli un parlamentare non certamente ritenuto “amico” dei patronati e dell’ambiente sindacale italiano. Pur tuttavia, nella sua interrogazione al ministro Giovannini, l’onorevole Tacconi chiedeva che ai patronati, ai fini del loro finanziamento, venisse riconosciuta anche l’attività svolta all’estero per orientare ed assistere i nuovi flussi migratori di giovani che cercano fuori dai confini italiani quel lavoro che il nostro Paese non riesce ad offrire loro. Una richiesta giustificata dalla constatazione del deputato pentastellato che “i connazionali che, loro malgrado, decidono di emigrare, anche se culturalmente pronti ad affrontare le nuove sfide che un cambiamento così radicale comporta, oggi spesso si trovano in grosse difficoltà nei loro primi approcci con la società di accoglimento, difficoltà a cui le nostre rappresentanze diplomatiche e consolari non sono in grado di dare risposte efficaci a causa delle ben note carenze di risorse umane e finanziarie”. Un’attività che, peraltro, pur non rientrando in quella istituzionale, detto per inciso, molte sedi di patronato stanno già svolgendo da tempo per spirito di solidarietà nei confronti di questi nuovi emigrati e della quale l’onorevole Tacconi era, evidentemente, a conoscenza.
Dopo questi molteplici ed autorevoli appelli, che si sono aggiunti a quelli ripetuti negli anni del Cgie e delle stesse organizzazioni di patronato, sarebbe stato lecito attendersi un’altrettanta autorevole reazione positiva da parte del MAE e del governo stesso. Ed invece niente, nothing, nichts, nisba, nada! Anche nella recente riunione del Comitato di Presidenza del Cgie, nonostante una sollecitazione in tal senso emersa nella discussione, né la relazione del governo da parte del Vice ministro Bruno Archi, né negli interventi degli alti dirigenti della Farnesina presenti ai lavori, pur discutendo ampiamente dei tagli alla rete consolare – in essere o programmati per immediato futuro – nonché delle difficoltà degli Uffici a garantire dei servizi minimi all’utenza, non si è mai fatto riferimento al grande lavoro svolto dai patronati all’estero a supporto della rete consolare Non fosse altro che per il solo filtro che i patronati fanno tra utenza e consolati evitando che gran parte degli italiani all’estero telefonino o si presentino negli Uffici per delle informazioni magari di carattere generale che comunque, se richieste alla rete consolare, ne farebbero certamente intasare le linee telefoniche e ne ingolferebbero le sale d’attesa. Tanto meno si è ipotizzato, sia pure genericamente, di come avvalersi di questo immenso patrimonio di strutture di servizio per gli emigrati italiani che ha l’Italia nel mondo e che altri Paesi ci invidiano.
La realtà, purtroppo, è che dal 2008, con l’avvento del governo Berlusconi e del senatore Alfredo Mantica a Sottosegretario all’emigrazione, il MAE ha iniziato ad ignorare letteralmente i patronati smettendo perfino di citarli. Sarebbe curioso vedere cosa accadrebbe nella rete e quale sarebbe la reazione della Farnesina e dello stesso Ministro degli Esteri Emma Bonino (con rispettivi Vice ministri e Sottosegretari) se, per risvegliare la loro attenzione, tutti i patronati decidessero di organizzare una bella serrata di tutti gli uffici che hanno all’estero! (Dino Nardi*/Inform)
* Coordinatore Uim Europa e membro Cgie