PARLAMENTARI CIRCOSCRIZIONE ESTERO
ROMA – In merito al decreto legge n. 69 recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano , il deputato del Pd Fabio Porta (circoscrizione Estero-ripartizione America Meridionale) segnala che purtroppo “il decreto ha ignorato, e quindi non ha sanato, due importanti procedure di infrazione ancora aperte contro l’Italia, in tema di Assegno unico universale e di Reddito di cittadinanza”.
L’on. Porta ricorda che la Commissione europea, come segnalato dallo stesso deputato “con i miei interventi politici e le mie interrogazioni”, aveva “invitato l’Italia ad allineare la sua legislazione sul Reddito di Cittadinanza al diritto della UE in materia di mobilità dei lavoratori avviando una procedura di infrazione (INFR2022/4024)” ed aveva inoltre “inviato una seconda lettera di costituzione in mora all’Italia (INFR2022/4113) per il mancato rispetto delle norme UE sul coordinamento della sicurezza sociale e sulla libera circolazione dei lavoratori sostenendo che l’introduzione dal marzo 2022 del nuovo assegno unico e universale per figli a carico – cui hanno diritto solo le persone residenti in Italia da almeno due anni a condizione che vivano in uno stesso nucleo familiare insieme ai figli – contrasta con il diritto UE in quanto non tratta i cittadini della UE in modo equo”
Per Porta, il decreto ‘salva-infrazioni’ avrebbe “potuto e dovuto rappresentare lo strumento legislativo per modificare, come richiesto dalla Commissione europea, la normativa sul Reddito di cittadinanza (che presto diventerà Assegno di inclusione presentando le stesse problematiche) e sull’Assegno unico ritenuta non conforme al diritto dell’Unione europea in materia di libera circolazione dei lavoratori e di diritti sociali dei cittadini perché penalizzava e penalizza soprattutto i nostri connazionali i quali rientrano in Italia ma anche i nostri connazionali residenti all’estero (i quali non solo non possono ottenere l’Assegno unico ma sono stati anche privati dell’assegno al nucleo familiare e delle detrazioni familiari per figli a carico)”.
Ad avviso di Porta, “alla luce di queste procedure di infrazione l’Italia avrebbe dovuto rivedere al più presto i vincoli e i requisiti di residenza previsti dalle norme sul Reddito di cittadinanza e sull’Assegno unico per conformarsi alle norme della UE che vietano le discriminazioni basate sulla residenza e avrebbe dovuto trovare soluzioni adeguate per sanare le discriminazioni contro i nostri connazionali residenti all’estero”. “L’Italia non ha invece ritenuto opportuno nell’ambito del decreto n. 69 rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione, con il rischio che ora la Commissione europea presenti ricorso per inadempimento davanti alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee contro il nostro Paese”, fa osservare il deputato del Pd eletto all’estero che assicura continuo impegno nel segnalare e contrastare “penalizzazioni e ritardi” da parte governativa nei confronti dei diritti degli italiani all’estero (Inform)