EDITORIA
Da “Il Dalmata” , numero di gennaio 2021
Mantenere proficui contatti con i presìdi di italianità presenti ancor oggi in Slovenia, Croazia e Montenegro; custodire non solo la memoria e il ricordo dell’esodo, ma anche i profili culturali dei territori abbandonati; ricomporre i rapporti, avviare la collaborazione e cercare il coinvolgimento di chi non fa parte della Federazione; mantenere un forte rapporto con le istituzioni nell’ambito della massima collegialità nelle scelte e nelle decisioni sul da farsi tra le associazioni già federate
TRESTE – Il professor Giuseppe de Vergottini, neoeletto Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati, intervistato nella trasmissione radiofonica “Sconfinamenti”, ha esposto i suoi propositi per il mandato che è stato chiamato a svolgere proseguendo il percorso avviato dal suo predecessore Antonio Ballarin, il quale “è stato molto attivo e impegnato: gli sono grato per quel che ha ottenuto e lavorerò in continuità”.
Il conduttore della trasmissione Massimo Gobessi ha ricordato che de Vergottini vanta un curriculum accademico di primissimo livello nell’ambito del diritto costituzionale, ma è sempre stato attivo nell’ambito dell’associazionismo della diaspora adriatica, fondando tra l’altro Coordinamento Adriatico APS, un’associazione che ha fornito lavori di ricerca scientifica preziosi per comprendere la storia e la cultura degli italiani in Istria, Carnaro e Dalmazia e ha pure contribuito a mantenere proficui contatti con i presìdi di italianità presenti ancor oggi in Slovenia, Croazia e Montenegro.
È stata anche l’occasione per ricordare agli ascoltatori che FederEsuli raccoglie non tutte, ma le più consistenti, strutture associative, le quali tutte hanno custodito non solo la memoria e il ricordo dell’esodo, ma anche i profili culturali dei territori abbandonati: “Il nostro associazionismo” ha spiegato l’emerito dell’Alma Mater Studiorum Università degli Studi di Bologna “ha tenuto in vita una cultura che rischiava di disperdersi, fatto pressione sull’opinione pubblica già da prima dell’istituzione del Giorno del Ricordo, contribuendo ad evitare di considerare localistica la memoria dei territori perduti con il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947. È importante far capire che si tratta di un problema di portata nazionale e non episodico, legato alla ricorrenza del 10 Febbraio, coinvolgendo anche chi non è stato direttamente partecipe dell’esodo in famiglia”.
Nel mandato che sta iniziando, il professor de Vergottini intende ricomporre i rapporti, avviare la collaborazione e cercare il coinvolgimento di chi non fa parte della Federazione, il tutto nell’ambito della massima collegialità nelle scelte e nelle decisioni sul da farsi tra le associazioni già federate: “Sono stato chiamato a portare avanti un impegno molto gravoso, che ho imparato a conoscere affiancando in varie occasioni chi mi ha preceduto e intendo svolgerlo in sinergia: tutte le scelte strategiche saranno adottate di comune accordo con i vertici delle associazioni”. FederEsuli è chiamata soprattutto a confrontarsi con il Governo: “Si è affinata l’attenzione del mondo della politica verso gli esuli” osserva de Vergottini “però questa attenzione non deve essere episodica all’approssimarsi del Giorno del Ricordo, perché purtroppo dopo quest’acme si spengono i riflettori. Noi vogliamo mantenere un forte rapporto con le istituzioni: gli eventi dello scorso 13 luglio a Trieste dimostrano che ci sono attenzione da parte delle istituzioni e possibilità di collaborazione transfrontaliere, speriamo presto anche con la Croazia.
È necessario abbattere le pregiudiziali ideologiche, considerare esuli e rimasti come due parti di una composizione unitaria, migliorare la politica italiana con Slovenia e Croazia”.
In questa fase storica il Presidente di FederEsuli ha evidenziato che bisogna conciliare le esigenze di chi è andato via con quelle dei suoi eredi e delle generazioni che verranno: “Vogliamo mantenere vivo e prospero un tessuto culturale e di memoria: la politica ci deve aiutare in tal senso”.
La trasmissione “Sconfinamenti”, occupandosi tanto delle problematiche degli esuli quanto delle questioni attinenti alla presenza autoctona italiana oltreconfine, è stata luogo ideale per confermare i propositi di collaborazione con la comunità italiana nell’Adriatico orientale: “Maurizio Tremul mi ha fatto subito gli auguri per l’elezione” ha dichiarato de Vergottini “auspicando di incrementare i rapporti tra l’Unione Italiana da lui rappresentata e le associazioni dell’Esodo. In maniera collegiale andremo a delineare come muoverci in questa direzione, sulle orme di quanto di buono è già stato fatto individualmente da singole associazioni di esuli. Ho anche preso contatto con Massimiliano Lacota auspicando un collegamento tra le nostre attività e quelle dell’Unione degli Istriani, cercando un percorso comune nell’ambito fattuale con chi è presente sul territorio. La buona volontà c’è, ora dobbiamo superare le difficoltà che egualmente ci sono”.
Il nuovo Presidente di FederEsuli ha d’altro canto fatto esperienza di cooperazione transfrontaliera inserendo l’associazione Coordinamento Adriatico nei progetti sostenuti dalla Regione Veneto attraverso la Legge Beggiato: in cofinanziamento con la municipalità di Parenzo è stato restaurato un palazzo veneto, oggi sede museale e dell’archivio cittadino, sito nel cuore della città in cui affondano le radici della famiglia de Vergottini, fin dall’Ottocento punto di riferimento patriottico locale.(Lorenzo Salimbeni-Il Dalmata/Inform)