lunedì, 25 Marzo, 2013 in
NOTIZIE INFORM
RASSEGNA STAMPA
Sul “Messaggero” di oggi intervista al sottosegretario agli Esteri
De Mistura: “La garanzia è scritta in un documento”
ROMA – «Erano le 3.45 di pomeriggio del 21 marzo». Il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura parla al cellulare da Delhi. Ha scolpita nella testa l`ora precisa in cui è arrivata a Roma la comunicazione del ministro degli Esteri indiano che è valsa come garanzia per il ritorno in India dei marò. «Un documento scritto, con l`assicurazione che non sarebbero stati arrestati e in cui si escludeva la possibilità della pena di morte. Solo a quel punto abbiamo deciso di metter fine alla sospensione dell`Affidavit con cui l`ambasciatore Mancini s`impegnava per il rientro. Per l`Italia la parola data è importante».
Eppure il Guardasigilli, Kumar, nega garanzie, e il ministro degli Esteri, Khurshid, parla di chiarimenti ma smentisce l`accordo sulla pena di morte…
«Khurshid ha dettato una nota verbale chiara, che non la chiami accordo posso capirlo per motivi di politica interna, ma che la dichiarazione ci sia è inoppugnabile. E Kumar ha risposto a una domanda trabocchetto dicendo che il governo non può garantire l`esito di un processo. Qualsiasi ministro della Giustizia del mondo avrebbe risposto così, nessun governo può imporre a un giudice di un Paese democratico una sentenza o l`altra. Ma il governo ha voce in capitolo nella creazione, connotazione e architettura della Corte speciale che dovrà giudicare i marò. La stessa Corte Suprema lo ha incaricato di questo e lo ha rimproverato per i ritardi».
Lei ha incontrato a lungo il ministro degli Esteri Khurshid…
«Sì. Primo, ha confermato il contenuto dell`assicurazione scritta. Secondo, su mia richiesta ha immediatamente provveduto a togliere ogni possibile restrizione al nostro ambasciatore Mancini, che è rientrato nel pieno delle funzioni. Terzo, abbiamo convenuto che si mettesse in fretta la Corte ad hoc in grado di funzionare. Dopo un anno e un mese dai fatti (l`uccisione di due pescatori scambiati per pirati, ndr) la situazione, per noi come per loro, è diventata insostenibile. L`Italia insiste per l`arbitrato internazionale. All`inizio è stata violata l`immunità funzionale dei marò. Un alto ufficiale del Kerala mi ha detto compiaciuto che la nave era stata attirata in porto con l`inganno. Delhi respinga la pretesa del governatore del Kerala di fare il processo nel suo Stato».
I marò come hanno reagito alle ultime polemiche?
«Sono seri, determinati, hanno il morale fermo, sanno che gli italiani sono al 100 per cento con loro. Li tengo sempre al corrente e loro comprendono. Fanno parte della squadra che prende le decisioni fin dalla partenza. Hanno mantenuto la parola e anche noi. Questo viaggio è stato doloroso per tutti. Io, l`ambasciatore, loro, siamo un team, ogni sera facciamo il punto. Mi hanno chiesto solo di non essere fotografati, per la privacy». (Marco Ventura – Il Messaggero del 25 marzo 2013)
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