ITALIANI NEL MONDO
Dal Messaggero di sant’Antonio per l’estero, luglio-agosto 2020
All’inaugurazione era presente la regina Margherita II di Danimarca mentre il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ne ha potuto apprezzare la sala operativa. Se a Copenaghen è diventata realtà la prima metropolitana senza guidatore, gran parte del merito va ascritto anche a Salvatore Tedesco, ingegnere salernitano di Angri . «Sono giunto in Danimarca nel giugno del 2011 – ricorda –. Sono arrivato per seguire, come Project Manager, la costruzione della nuova metro di Copenaghen per conto di Hitachi Rail STS (all’epoca Ansaldo STS) per cui lavoravo già da sette anni. L’impatto è stato buono, grazie al fatto che le persone danesi con cui mi interfacciavo erano davvero stupende. Poi, essendo io per natura una persona che cerca di pianificare e organizzare le proprie cose, la loro maniacale pianificazione e organizzazione ha reso tutto più semplice».
La nuova metropolitana che da qualche mese trasporta migliaia di viaggiatori, ha raccolto commenti entusiastici da parte delle autorità locali, e ha fatto da cassa di risonanza alla professionalità di un ingegnere che si è calato con grande entusiasmo nelle vesti di italiano nel mondo. «La mia identità l’ho sentita forte nella capacità di affrontare gli imprevisti con un mix di inventiva e professionalità. Personalmente ho avuto modo di apprezzare, nel mio team, una grandissima capacità organizzativa, aggiunta ad un’enorme dedizione e allo spirito di sacrificio che ci hanno fatto raggiungere risultati eccezionali».
Il Cityringen (la nuova linea ad anello) rappresenta un successo a tutto campo della tecnologia italiana. I tecnici hanno realizzato una metropolitana driverless (senza guidatore) basata sulla tecnologia CBTC nel pieno centro della città di Copenaghen. «Quando arrivai qui, avevo 34 anni e non credo che in molte realtà italiane si sarebbe puntato su una risorsa ancora considerata giovane e di poca esperienza. Più che la mia professionalità, credo abbia inciso il coraggio e l’approccio visionario del management della mia azienda. Ci si lamenta perché in Italia mancano le professionalità con la giusta esperienza, ma poi quando si tratta di dare fiducia ai giovani siamo bloccati dalla paura che la poca esperienza possa far commettere loro degli errori. Ma l’esperienza si fa sbagliando! Credo che il modo migliore per valorizzare la nostra identità sia quello di concentrarsi sul lavoro cercando di farlo al meglio nel rispetto delle regole e delle persone. Lavorare duro, quotidianamente, è l’unico strumento che abbiamo, rifiutando i sotterfugi». (Laura Napoletano – Il Messaggero di sant’Antonio, edizione italiana per l’estero /Inform)