direttore responsabile Goffredo Morgia
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INFORMAZIONI DEL GIORNO – NEWS PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Cser, all’incontro “1964-2023: sessant’anni di studio e analisi sulle migrazioni” l’intervento del Direttore Generale Luigi Maria Vignali

ITALIANI ALL’ESTERO

 

ROMA – Il Direttore Generale del Maeci per gli italiani all’estero Luigi Maria Vignali è intervenuto all’incontro “1964-2023: sessant’anni di studio e analisi sulle migrazioni” organizzato a Roma dallo Cser. Nel suo intervento Vignali ha in primo luogo evidenziato come il numero dei connazionali nel mondo , con passaporto e iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero, stia raggiungendo quota 7 milioni.  “Quando io ho iniziato a fare questo lavoro, qualche anno fa, – ha ricordato il Direttore Generale – gli italiani all’estero si stavano avvicinando ai 5 milioni e ora sono diventati 7 milioni , una entità numerica superiore alla popolazione della seconda regione italiana”. Vignali poi ha segnalato come oggi siano ancora molti i giovani e i meno giovani che emigrano all’estero, ma si muovono anche interi nuclei familiari e pensionati. “C’è ancora una ondata migratoria importante dall’Italia – ha rilevato Vignali – che porta al peggioramento del saldo demografico del nostro Paese. Uno stato demografico, tra l’altro, che non è più compensato dagli arrivi dei migranti che ottengono un asilo o un permesso di soggiorno come avveniva negli anni scorsi. Non si compensano le nostre uscite e tutto ciò porterà a uno squilibrio importante di cui dobbiamo tener conto per il futuro del nostro Paese, per le politiche di welfare e per il mondo del lavoro”. Il Direttore Generale ha anche sottolineato la necessità di riscoprire lo straordinario soft power nel mondo delle nostre comunità all’estero che si caratterizzano per straordinarie storie di successo, un successo che avviene per diverse ragioni. “In proposito – ha spiegato Vignali-  io ho una mia teoria che prende spunto dalla storia di Dante. Dante non era un italiano all’estero, ma era un fiorentino in esilio, però vi sono delle similitudini. Cioè spesso gli italiani all’estero hanno un risentimento nei confronti della madre patria, così come lo aveva Dante verso Firenze, perché sono costretti ad andar via anche se solo per ragioni economiche. Ma gli italiani all’estero hanno una fortissima nostalgia della madre patria cioè continuano a sentire il richiamo dell’Italia o di Firenze nel caso di Dante. Questi due elementi, il risentimento e la nostalgia, si sublimano in qualche modo in una straordinaria voglia di riscatto sociale ed economico. Tutto questo fa sì che la determinazione degli italiani all’estero sia tale da portali al successo nei campi più svariati della politica, dell’economia e delle arti… Lo straordinario strumento di soft power che appartiene agli italiani all’estero – ha continuato il Direttore Generale – noi lo dobbiamo mantenere e seguire, è il compito della nostra rete diplomatico-consolare. Lo possiamo fare intanto dando degli strumenti adeguati di rappresentanza agli italiani all’estero che votano per le consultazioni politiche in Italia. Un voto degli italiani all’estero che se da un lato è una storia di successo, perché comunque gli italiani all’estero attraverso i parlamentari che eleggono continuano a contribuire alla vita nazionale e quindi hanno una voce ben presente,  dall’altro pone degli interrogativi sulla modalità di voto utilizzata , quella per corrispondenza. In proposito stiamo studiando il voto digitale e tra qualche settimana avvieremo un’altra sperimentazione di questo sistema di voto “. Vignali ha anche segnalato una non adeguata rappresentatività degli italiani all’estero: “perché – ha spiegato – se un parlamentare italiano in Italia rappresenta circa 100mila elettori, un parlamentare eletto in America Latina o in Europa rappresenta 800/900mila abitanti. Uno squilibrio che è dato anche dalla riduzione del numero del parlamentari”. Un problema che, per Vignali, riguarda anche il Cgie dove, per una legge non perfetta, interi territori non sono rappresentati, come ad esempio l’Africa, sono 40mila i connazionali che vivono in Sud Africa, l’Asia o l’America Centrale. “I Comites – ha poi rilevato il Direttore Generale – sono arrivati a 115, anche perché gli italiani continuano a ramificarsi nel mondo in aree dove prima non c’erano. Adesso abbiamo un Comitato degli italiani all’estero anche a Shangai, per citare un posto dove non lo avevamo prima.  In questo contesto – ha continuato Vignali – vi è però un problema di affezione degli italiani residenti all’estero verso questi Comitati, purtroppo la media dei partecipanti al voto per il rinnovo di questi organismi è stata intorno al 4% dell’elettorato. Vi è quindi un distacco che va colmato, cercando di recuperare proprio la nuova mobilità, i nuovi arrivati all’estero che non partecipano a questi organismi di rappresentanza e che bisogna cercare di mantenere agganciati all’Italia attraverso le reti social e le reti informali di aggregazione. Uno strumento molto efficacie ad esempio quello delle reti di associazioni di professionisti che mantengono quindi qualche contatto pure professionale con l’Italia. Noi speriamo sempre che chi è andato all’estero possa tornare un domani nel nostro Paese con il proprio patrimonio culturale, professionale, emotivo e linguistico”.  Vignali, dopo aver sottolineato gli sforzi e gli investimenti compiuti nel campo della digitalizzazione dei servizi per gli italiani all’estero, si è poi soffermato sulla questione immigrazione sottolineando come il nostro Paese abbia bisogno di manodopera qualificata soprattutto nel campo dell’agricoltura, dell’edilizia, dell’autotrasporto e dei servizi alla persona. Un’esigenza che si cerca di affrontare anche attraverso la formazione dei lavoratori stranieri, in campo linguistico , civilistico e professionale,  prima che giungano in Italia. In proposito Vignali ha segnalato come siano già stati firmati alcuni accordi con la Tunisia e l’India, mentre altri due, con il Bangladesh e la Costa d’Avorio, sono a buon punto. (Inform)

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