MOSTRE
COPENAGHEN – In occasione del centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, è allestita all’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen “La lunga strada di sabbia”, una mostra con fotografie di Paolo Di Paolo e testi di Pier Paolo Pasolini, a cura di Silvia Di Paolo: più di sessanta immagini, di cui molte inedite, video e documenti. L’esposizione, inaugurata l’11 maggio alla presenza del direttore dell’IIC Raffaello Barbieri e della curatrice Silvia Di Paolo potrà essere visitata, con ingresso libero, fino al prossimo 10 giugno.
La mostra – promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con la Fondazione Sozzani, con il patrocinio del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa – è organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen sotto l’egida dell’Ambasciata d’Italia in Danimarca.
Nel 1959 Paolo Di Paolo ha 34 anni e fotografa da cinque anni per “Il Mondo” diretto da Mario Pannunzio, Pier Paolo Pasolini è un promettente scrittore di 37 anni, ha pubblicato La meglio gioventù, Ragazzi di vita e Una vita violenta, non è ancora regista.
In Italia il miracolo economico è appena iniziato. Alle famiglie italiane nei giornali si tende a prospettare un microcosmo di personaggi mitici, in alternativa al grigiore e alle paure della guerra, dell’emigrazione, della povertà da lasciarsi alle spalle.
Arturo Tofanelli, direttore del mensile “Successo” e del settimanale “Tempo”, affida ai due autori, che non si conoscono, il servizio sulle vacanze estive degli italiani.
Lo scrittore e il fotografo partono insieme da Ventimiglia, con il progetto di percorrere le coste dell’Italia sino al sud e risalirle sino a Trieste. Ma hanno visioni diverse. “Pasolini cercava un mondo perduto, di fantasmi letterari, un’Italia che non c’era più – ricorda Di Paolo – io cercavo un’Italia che guardava al futuro. Avevo anche ideato il titolo La lunga strada di sabbia che voleva indicare la strada faticosa percorsa dagli italiani per raggiungere il benessere e le vacanze.” Nasce un sodalizio complesso, delicato, che li accomunerà solo per la prima parte del viaggio, ma che si consoliderà poi nel rispetto e nella fiducia reciproci.
“La lunga strada di sabbia”, lo straordinario racconto per immagini di Paolo Di Paolo accompagnato dai testi di Pier Paolo Pasolini verrà pubblicato da “Successo” in tre puntate (4 luglio, 14 agosto e 5 settembre 1959) e racconterà gli italiani in vacanza, dal Tirreno all’Adriatico; da Ventimiglia a Ostia; da Torvaianica alla Sicilia; da Santa Maria di Leuca a Trieste.
Scrive Pasolini: “I monti della Versilia…ridenti o foschi? Ecco una cosa che non si può mai capire. Un poco folli, di forma, e inchiostrati sempre con tinte da fine del mondo, con quei rosa, quelle vampate secche del marmo che trapelano come per caso. Ma così dolci, mitici. Qui c’è la spiaggia del Cinquale. (…)”
Nel 1966 chiude “Il Mondo” di Pannunzio. È cambiata l’informazione, sono cambiate le economie. Paolo Di Paolo abbandona la macchina fotografica e si ritira in campagna fuori Roma. Torna agli studi filosofici e al settore editoriale, avvia una lunga collaborazione con l’Arma dei Carabinieri con diverse pubblicazioni e oltre 40 calendari. L’archivio fotografico, oltre 250.000 negativi, provini, stampe e diapositive, viene ritrovato per caso in cantina dalla figlia Silvia Di Paolo, nei primi anni 2000 riportando alla luce la straordinaria lettura di un’epoca.
La mostra “La lunga strada di sabbia” è stata presentata per la prima volta alla Fondazione Sozzani di Milano nel 2021.
Paolo Di Paolo. Nato nel 1925 a Larino in Molise, si trasferisce a Roma nel 1939 per conseguire la maturità classica. Nell’immediato dopoguerra si iscrive alla facoltà di filosofia dell’Università La Sapienza. Sono del 1946 le prime esperienze giornalistiche come corrispondente del quotidiano nazionale “Il Minuto” e successivamente con “Italia Libera” e con “Il Messaggero”. Tra la metà degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta frequenta gli ambienti artistici di Roma e il Gruppo Forma 1 con artisti come Mario Mafai, Giovanni Omiccioli, Giulio Turcato, Antonio Corpora, Pietro Consagra, Carla Accardi e Mimmo Rotella. Lavora nell’editoria e nel 1953 viene nominato capo redattore della rivista “Viaggi Cit. Le tourisme en Italie”. L’esordio come fotografo avviene da dilettante, «nel senso di fotografare per diletto». Nel 1954 inizia a fotografare per il settimanale “Il Mondo” dove Di Paolo pubblicherà oltre 573 immagini. Tra il 1954 e il 1956 collabora con “La Settimana Incom Illustrata” e nello stesso periodo inizia a lavorare per il settimanale “Tempo”. Numerose le inchieste e i servizi firmati con Antonio Cederna, Lamberti Sorrentino, Mino Guerrini, Luigi Romersa e Pier Paolo Pasolini. Da inviato viaggia in Unione Sovietica, Iran, Giappone, Stati Uniti. Documenta Pasolini durante le riprese dei film Il Vangelo secondo Matteo e Mamma Roma con Anna Magnani. Conclude la sua carriera fotografica collaborando in tandem ai servizi di Irene Brin, celebre giornalista di costume, con reportage esclusivi sul jet set internazionale. Nel 1968 smette di fotografare e torna a dedicarsi agli studi filosofici e alla ricerca storica. Dal 1970 al 2015 si dedica alle pubblicazioni editoriali, tra cui il calendario, del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. L’archivio di Paolo Di Paolo resterà per decenni nascosto, perfettamente ordinato, finché viene riscoperto dalla figlia Silvia nei primi anni 2000. Il Museo MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, gli dedica un’importante retrospettiva a Roma nel 2019. Il fotografo e regista americano Bruce Weber ha appena presentato “The treasure of his youth” (Little Bear, 2021) un docu-film su Paolo Di Paolo. (Inform)