ITALIANI ALL’ESTERO
ROIMA – Si è svolta, presso la Sala Matteotti della Camera dei deputati, la conferenza dal titolo “Crisi demografica, Spopolamento, Politiche migratorie”. Nel corso dell’incontro è stata data particolare attenzione alle opportunità di rientro per i giovani italiani all’estero e alla proposta di legge Porta N.1439 che mira a semplificare le procedure amministrative per facilitare il loro ritorno in Italia. L’incontro è stato introdotto dal deputato del Pd Fabio Porta , eletto nella ripartizione America Meridionale, che ha in primo luogo rilevato come il “Comitato 11 ottobre” sia nato per approfondire le politiche verso gli italiani all’estero e per trasformare l’interesse verso queste tematiche del mondo imprenditoriale, dei sindacati e dell’associazionismo, in qualcosa di utile di produttivo per il nostro Paese. Il deputato ha poi segnalato come l’Italia negli ultimi anni abbia visto un negativo andamento demografico e socioeconomico. “Rispetto a questa situazione – ha affermato Porta – bisogna individuare delle politiche capaci di aggredire i fenomeni dello spopolamento e della recessione demografica che hanno delle dirette ricadute sul nostro tessuto sociale, ma soprattutto sulle prospettive della nostra economia… Noi pensiamo – ha continuato il deputato – che il potenziale delle giovani generazione degli italiani nati all’estero costituisca una delle risposte più serie ed efficaci a questo fenomeno” . “L’Anno del Turismo delle Radici, – ha aggiunto Porta – che concretizza quello che in parte le associazioni e i patronati facevano da anni, ha il merito di mettere a fuoco una di queste potenzialità, ovvero il viaggio verso aree poco conosciute degli italo discendenti”. Porta ha poi sottolineato come la proposta di legge 1439 miri a semplificare e favorire il ritorno in Italia dall’estero, in maniera non episodica ma organizzata, dei giovani che arrivano dalle comunità di origine italiana, ma anche di coloro che nel mondo hanno sviluppato un’affinità con l’Italia. “La proposta di legge – ha specificato Porta – semplifica le procedure amministrative prevedendo un visto di cinque anni, chiedendo agli italici e agli italo discendenti il requisito della conoscenza della lingua italiana”. Il deputato, dopo aver rilevato l’importanza dell’arrivo in Italia di studenti dall’estero, ha evidenziato la necessità di costruire una network su questi temi per traghettare questa discussione al di fuori dal Parlamento. Lo scopo è quello di attrarre verso l’Italia le migliori risorse umane delle comunità straniere e delle nostre comunità all’estero, a partire da quella molto grande che vivono in sud America. Porta ha infine sottolineato l’esigenza di valorizzare la nostra rete dei patronati nel mondo, che sono al servizio per gli italiani all’estero, in modo che possa diventare un terminale nell’area dell’orientamento professionale e allo studio di queste persone che vogliono avviarsi verso l’Italia. Ha poi preso la parola il moderatore Aldo Aledda, Coordinatore del “Comitato 11 ottobre”, che ha evidenziato come con questa iniziativa, anche parlamentare, si stia cercando di trovare un rapporto stretto tra i problemi di chi sta in Italia e quelli di chi sta all’estero. “Il problema dell’Italia – ha spiegato Aledda – è quello dell’invecchiamento, mentre il problema di chi sta all’estero è quello del rientro nel nostro Paese”. Aledda, dopo aver sottolineato che gli effetti postivi del rientro in Italia dei nostri connazionali all’estero non sono abbastanza studiati, ha rilevato come la proposta di legge Porta si prefigga di superare gli ostacoli al rientro in Italia. Segnalate infine dal moderatore le politiche, anche aggressive, messe in atto in ambito internazionale da vari paesi volte ad accaparrarsi le intelligenze provenienti dall’estero.
A seguire è intervenuto il professor Alfonso Giordano, dell’Università Luiss-Guido Carli, che ha sottolineato come in Italia sia in atto un calo demografico . Oggi nel nostro Paese, nonostante la presenza degli immigrati, l’età media è di 48 anni, mentre nel mondo l’età media è 30 anni e nell’Africa subsahariana è di 18 anni. Giordano ha anche rilevato come, a differenza del passato, oggi i giovani che abbandonano i piccoli centri del sud, colpiti dallo spopolamento, non investano nei luoghi d’origine. Il professore ha poi segnalato come, a fronte dei rapidi cambiamenti economici e sociali avvenuti negli ultimi 70 anni, l’Italia sia uno dei Paesi più invecchiati al mondo, dove la popolazione degli over 65 è il doppio dei minori di 14 anni. Giordano ha anche parlato di progetti volti alla valorizzazione dei piccoli borghi, come ad esempio la ristrutturazione delle stazioni abbandonate di piccoli paesi, volta a realizzare centri infrastrutturali di servizi. E’ stata poi la volta del deputato del Pd Toni Ricciardi, eletto nella ripartizione Europa, che ha ricordato come negli ultimi 30 anni vi sia stata una “perdita di riflessione” sui piccoli borghi che si sono svuotati in favore delle città con la creazione di quartieri dormitori che non hanno qualità della vita, né tessuto sociale. Ricciardi ha anche segnalato l’abolizione degli sgravi fiscali al 90% previsti per il rientro dei lavoratori impatriati, una misura che è stata livellata su tutto il territorio nazionale al 50 %. Sgravi che avevano fatto rientrare 75.000 persone, generando due miliardi di introiti imprevisti per il fisco italiano. Il deputato ha poi auspicato l’adozione, anche al fine di ripopolare i piccoli borghi, di misure che consentano, in chiave nazionale ed internazionale, l’estensione dello smart working, tramite un’apposita legge, a tante giovani professionalità che invece di recarsi in giro per il mondo potrebbero tranquillante vivere nei piccoli paesi e lavorare per una società lontana. “Il rientro degli italo discendenti – ha aggiunto Ricciardi – è legato anche a questo. O noi immaginiamo delle procedure di vantaggio anche fiscali per le aree interne, o perdiamo la partita per la ripopolazione” . Ha inoltre preso la parola Massimiliano Monetti, Coordinatore nazionale settore Cooperative di Comunità Confcoperative Habitat, che ha evidenziato come le aree interne, i borghi e i paesi esprimano grandi potenzialità e un’economia diversa, attenta ai valori che riguardano i territori. Per Monetti il ripopolamento dei territori e il ritorno del capitale umano è legato alla promozione di una nuova economia con al centro la popolazione in loco, la natura e la bellezza. Secondo Monetti occorre fare dell’Italia un Paese ad alta densità, attraverso l’innovazione e la cultura, anche per attirare il capitale umano dall’estero. A seguire l’intervento di Simone Severini, Delegato Internazionalizzazione dell’Università della Tuscia, che ha parlato dell’attrazione degli studenti stranieri verso le università italiane. “Per aumentare queste quote – ha spiegato Severini – segnalo tre termini : attrattività del sistema universitario, accoglienza degli studenti e accesso al mondo del lavoro” . Severini ha poi segnalato sia una crescita, inferiore però alle quote degli altri Paesi europei, degli studenti universitari stranieri nel nostro Paese, sono passati dal 3 % al 6,3%, sia un saldo negativo di chi arriva in Italia rispetto agli studenti italiani che sono andati all’estero . Secondo Severini per attrarre studenti stranieri capaci, che forniscano un supporto importante alla ricerca, sarebbe opportuna un’adeguata gestione dei visti di ingresso, dei riconoscimenti dei titoli di studio e della politica abitativa per gli studenti. In pratica un’azione di sistema volta ad attrarre questi giovani e a favorire la permanenza dei più capaci. Seguono approfondimenti. (Lorenzo Morgia – Inform)