RASSEGNA STAMPA
Intervista all’Ambasciatore d’Italia in Bahrein su Il Piccolo di Alessandria
ALESSANDRIA – «L’ha detto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: nel contesto internazionale il cambiamento sta nella capacità di incidere positivamente nei processi in corso, con costanza e applicazione». Anche «senza lacerazioni e avventurose fughe in avanti», come ha sottolineato il capo dello Stato ai quasi 100 capi di missioni diplomatiche dell’Italia nel mondo. E Domenico Bellato, 48 anni, alessandrino e orgoglioso delle sue origino, è uno di questi, dal 2016 ambasciatore in Bahrein. Assolutamente convinto della bontà delle parole di Mattarella, che ha salutato «con parole non certo di rito, ma di monito e di programma», tutti i partecipanti alla 13ª Conferenza degli ambasciatori e delle ambasciatrici d’Italia, allargata ai Capi delegazione dell’Unione Europea di nazionalità italiana, per tre giorni nella capitale. «Sono appuntamenti molto importanti per una strategia comune e, anche, per consolidare la rete diplomatica. È la finalità primaria di questa Conferenza – insiste Bellato – perché la Farnesina, proprio grazie a questa rete, rappresenti, sempre di più, un valore aggiunto perla sicurezza e la crescita del `Sistema Paese’. Che è ciò che, quotidianamente, facciamo, nei paesi dove siamo stati inviati per rappresentare l’Italia». Nei tre giorni di confronti si è parlato molto di Europa, e il presidente Mattarella ha ricordato a tutte e tutti «che l’Unione Europea è il primo perimetro dell’azione della nostra diplomazia, della nostra stessa proiezione internazionale. L’Unione non è altro rispetto a noi stessi». Altri temi centrali, come sottolinea l’ambasciatore Bellato, che ha portato il suo contributo, forte di oltre vent’anni di carriera diplomatica, «sono stati il Mediterraneo, la cooperazione, le nuove sfide della globalizzazione, la tutela dei connazionali all’estero, anche il soft power, per il quale l’Italia continua ad occupare una posizione di vertice».
Perché questa collocazione assolutamente da sfruttare?
«Perché bellezza, arte e cultura, nel nostro paese, suscitano passione. I termini ‘italianità, anche ‘italicità’, sono sintesi efficaci della ricchezza di questo patrimonio. anche della sua capacità di attrazione. Il nostro paese continua ad essere una potenza culturale, con importanti ricadute anche in termini economico – produttivi, ma attenzione alla concorrenza internazionale e anche in questo soft power la diplomazia può giocare un grande ruolo». Sicuramente nella difesa e nella promozione dei valori di cui l’Italia è portatrici. «Ci siamo confrontati anche sulla competitività del nostro paese e dell’accesso dell’Italia ai mercati in condizioni eque e trasparenti. Senza dimenticare un ruolo di supporto alla stabilità, alla sicurezza, e alla stabilità dell’Europa, del Mediterraneo, dell’Africa, del Vicino Oriente».
Regione complessa
Bellato, maturità al liceo scientifico ‘Galileo Galilei’ e laurea con lode in Scienze politiche all’Università di Torino – «ma studiando nella mia città, dove si stava formando l’ateneo del Piemonte Orientale, oggi fra i migliori in assoluto» – dopo il primo periodo alla Farnesina ha conosciuto luoghi diversi del mondo, da Malta all’Asia meridionale, dall’Afghanistan all’Unione Europea. Da tre anni in Bahrein, «un piccolo stato in un contesto geopolitico complesso, dalle tensioni nello stretto di Hormuz alle posizioni contrapposte tra Arabia Saudita e Iran, la situazione del Qatar, tutti gli interessi, politici ed economici, che gravitano nell’area del Golfo. In Bahrein gli stranieri rappresentano circa un sesto della popolazione. Ci sono anche molti italiani e il ruolo di una sede diplomatica, e di chi è a capo, è certo seguirli, ma anche agevolare nuovi ingressi e nuovi rapporti economici.
Manama, la capitale, è già un punto di riferimento fondamentale per Valenza e l’oreficeria e all’esposizione internazionale, la più importante in questa area del mondo, la presenza dalla provincia è in crescita». Stile e anche gusto.
«Assolutamente sì: la qualità che l’Italia sa esprimere è sempre più ricercata: per il cibo, anche per l’abbigliamento. Ho letto che Borsalino tornerà ad ampliare la sua produzione oltre i cappelli: se lo farà, anche il Bahrein potrà diventare un mercato da conquistare. Compito di un ambasciatore è anche promuovere le eccellenze italiane, da parte mia con una attenzione ad un territorio come l’Alessandrino, nella sua vastità, che merita. Il soft power è anche questo. (Mimma Calligaris – Il Piccolo di Alessandria del 30 luglio 2019)
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