CITTADINANZA
Le due proposte di legge di iniziativa popolare depositate nel 2012 dalla campagna “L’Italia sono anch’io” riguardano la riforma della legge sulla cittadinanza e l’introduzione del diritto di voto attivo e passivo alle elezioni amministrative per i cittadini stranieri non comunitari
ROMA – La campagna “L’Italia sono anch’io” – che ha visto il coinvolgimento di 19 organizzazioni tra cui le Acli, la Caritas, l’Arci e la Cgil – è stata audita ieri 16 settembre dalla I commissione Affari costituzionali della Camera che ha ripreso la discussione delle diverse proposte di legge di iniziativa parlamentare e popolare avanzate in materia di cittadinanza.
Il 6 marzo 2012 la campagna “L’Italia sono anch’io” depositava alla Camera due proposte di legge di iniziativa popolare per la riforma della legge sulla cittadinanza e l’introduzione del diritto di voto attivo e passivo alle elezioni amministrative per i cittadini stranieri non comunitari.
L’audizione – rilevano le Acli in una nota – è avvenuta dopo ben due anni e mezzo dal deposito di una proposta che oltre a essere sottoscritta da 110mila cittadini ha coinvolto più di 100 comitati locali in una campagna di sensibilizzazione capillare e diffusa su tutto il territorio nazionale sul tema dei diritti di cittadinanza.
Come è stato ribadito ieri nel corso dell’audizione, dopo i ripetuti annunci effettuati da rappresentanti del Governo e del Parlamento nel corso degli ultimi anni, è giunto il momento di approvare una riforma che si ponga come obiettivo prioritario la facilitazione del riconoscimento della cittadinanza ai cittadini stranieri, minori nati e/o cresciuti in Italia e gli adulti che vivono stabilmente nel nostro paese.
Questi i punti qualificanti della proposta di legge di iniziativa popolare ricordati ieri dai promotori della campagna L’Italia sono anch’io: introduzione dello ius soli temperato: chi nasce in Italia è italiano se almeno un genitore soggiorna in Italia da un anno o se nasce da genitori a loro volta nati in Italia indipendentemente dalla loro condizione giuridica; anche se non sono nati in Italia i bambini arrivati entro il 10° anno di età e vi abbiano soggiornato legalmente possono chiedere la cittadinanza entro due anni dal compimento della maggiore età. La stessa possibilità è riconosciuta ai bambini che abbiano frequentato un corso di istruzione;possono richiedere la cittadinanza italiana gli adulti stranieri legalmente soggiornanti da 5 anni (anziché 10). La domanda è presentata al sindaco che ne fa istanza al Presidente della Repubblica.
L’Italia sono anch’io ha inoltre ricordato che per una piena applicazione dell’art. 3 della Costituzione che garantisce il principio di eguaglianza, la riforma della cittadinanza dovrebbe essere accompagnata da una legge che riconosca il diritto di voto attivo e passivo ai cittadini stabilmente presenti nel nostro paese da 5 anni.
Ciò consentirebbe di colmare quella distanza tra il paese formale e quello reale (4,9 milioni i cittadini stranieri nel nostro Paese) che attualmente priva una significativa parte dei cittadini residenti della possibilità di partecipare alle decisioni che riguardano la comunità di appartenenza.
L’approvazione rapida di una riforma della cittadinanza e di una legge sul diritto di voto sono dunque scelte che rafforzerebbero la nostra democrazia.
La campagna ha infine rivolto alla I commissione Affari costituzionali due richieste: il coinvolgimento della campagna nell’intero iter parlamentare del progetto di riforma; la promozione di iniziative che sollecitino una maggiore trasparenza dei dati relativi alle istanze di cittadinanza pendenti presso il ministero dell’Interno. (Inform)