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FIRENZE – Si sono aperti a Firenze, presso Palazzo Vecchio, gli Stati Generali della Diplomazia Culturale (9-11 ottobre). Un’occasione di incontro e confronto dei Direttori e delle Direttrici degli Istituti Italiani di Cultura sia con enti pubblici sia con organismi privati, sulla promozione della cultura e della lingua italiana all’estero, nell’ambito della strategia di diplomazia culturale della Farnesina. Oltre alla rete degli Istituti Italiani di Cultura, il Sistema della formazione italiana nel mondo è composto da: 7 scuole statali, 45 scuole paritarie, 92 sezioni italiane in scuole straniere e 130 lettorati universitari che coinvolgono complessivamente quasi 700 docenti italiani e oltre 300mila studenti italiani e stranieri all’estero. Ci sono poi le borse di studio ed i progetti di scambi giovanili per attrarre talenti stranieri nel nostro Paese e per internazionalizzare il sistema universitario italiano. A questo si aggiungono i contributi per le cattedre di italianistica ed i lettorati presso le università straniere. A cadenza periodica vengono inoltre proposte alcune rassegne di promozione della lingua italiana, come la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. I lavori a Palazzo Vecchio sono stati aperti dal Sindaco di Firenze, Dario Nardella, che ha subito parlato dell’impegno, insieme ad altri sindaci europei, affinché non si cancelli l’obiettivo della speranza e della pace tra i popoli, con un particolare riferimento a quanto sta avvenendo in queste ultime ore in Israele. Sugli Stati Generali, Nardella ha parlato di “un’occasione straordinaria di incontro e confronto”. Il primo cittadino fiorentino ha espresso soddisfazione per la scelta di scegliere Firenze come sede portando un evento culturale di tale spessore in una città che vanta 94 musei, con la più alta concentrazione per numero di abitanti, oltre a poter vantare 70mila studenti universitari di cui 30mila stranieri. “La città di Firenze e la sua immagine internazionale sono note in tutto il mondo: il suo centro storico è per interezza considerato Patrimonio Unesco. Il tessuto della città e della sua area metropolitana è un fiorire di iniziative culturali che bisogna far conoscere all’estero. Non riteniamo che la cultura sia la ciliegina sulla torta, ossia un capitolo marginale di cui occuparsi nel tempo libero, ma riteniamo che sia lo strumento fondamentale per le nuove generazioni: per conoscere il mondo e agire e pensare in libertà”, ha rilevato Nardella auspicando che in questi giorni di dibattito i direttori degli Istituti Italiani di Cultura possano trarre ispirazione per realizzare nuove iniziative che confermino l’Italia come potenza culturale mondiale. “La cultura è il tratto distintivo di tutti i popoli che hanno fatto la storia dell’umanità”, ha aggiunto Nardella definendo le Ambasciate e gli Istituti di Cultura come un trampolino di lancio per l’internazionalizzazione del Paese. Tornando a parlare del contesto di instabilità politica internazionale, Nardella ha infine ricordato come spesso l’Italia sia riuscita a mettere attorno a un tavolo rappresentanti di Paesi in attrito tra loro. “La cultura è l’arma più efficace per arrivare dove non arrivano le altre diplomazie e gli altri Stati”, ha concluso Nardella. Nel suo intervento il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ricordato che l’Italia non è una grande potenza militare ma è una grande potenza culturale nel mondo. “Di questo siamo fieri, siamo fieri di quello che ha rappresentato la cultura italiana per lo sviluppo dell’umanità”, ha aggiunto Tajani sottolineando come non sia un caso che la sede del Ministero degli Esteri sia anche luogo di una delle maggiori esposizioni di arte contemporanea: la collezione Farnesina. Anche Tajani ha rilevato preoccupazione tanto per il susseguirsi della situazione in Ucraina quanto per la recentissima escalation di violenza in Israele. “Crediamo nel dialogo: siamo per due Stati e due popoli diversi”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri riferendosi al conflitto tra israeliani e palestinesi. “Crediamo che la diplomazia sia lo strumento migliore per risolvere le controversie in tutto il mondo. La cultura è lo strumento migliore per esportare pace e la nostra politica estera conta molto sulla diplomazia culturale”, ha aggiunto Tajani ricordando che la politica estera non la fanno solo politici e diplomatici ma tutti gli italiani che promuovono l’immagine del Paese in giro per il mondo. Il Ministro ha poi suggerito una chiave di lettura che vede la cultura non soltanto limitata alle lettere o alle opere d’arte, ma aperta alla musica e alle scienze. L’esempio è andato, su tutti, a Fermi e Marconi come figure in grado di coniugare cultura e sapere scientifico. “Ho voluto scegliere Firenze come sede di questo evento perché questa è la città di Dante Alighieri, che è il padre della nostra lingua. Ho chiesto a Pupi Avati di poter proiettare in tutte le nostre sedi estere il suo film su Dante Alighieri: anche il cinema è cultura”, ha dichiarato Tajani ricordando come Dante Alighieri fosse un precursore di una visione europeista. Tornando all’arte figurativa, Tajani ha di nuovo menzionato l’importanza della collezione Farnesina presente in varie mostre nel mondo come quelle ospitate in città come Tokyo o New York; allo stesso tempo ha ricordato che l’Italia avrà un ruolo centrale nella ricostruzione della cattedrale di Odessa. “Vorrei incrementare il numero degli Istituti Italiani di Cultura e delle scuole italiane. Avere italofili nel mondo vuol dire avere interlocutori più vicini a noi. Le Ambasciate devono promuovere il nostro saper fare perché anche questo è cultura e conoscenza”, ha evidenziato Tajani auspicando che le ‘virtute e canoscenza’ di dantesca memoria non vengano mai messe da parte a vantaggio esclusivo di progressi tecnologici come l’intelligenza artificiale. E’ stato poi trasmesso un video messaggio di saluto di Pupi Avati in cui il regista ha invitato tutti a credere nella cultura italiana che merita ambizione e coraggio. Ha espresso quindi soddisfazione per la scelta del Ministero degli Esteri di portare fuori dall’Italia il suo film su Dante Alighieri. E stata poi la volta del Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha parlato dell’importanza del cosiddetto ‘soft power’ italiano rappresentato dalla diplomazia culturale. Bernini ha evidenziato la necessità di un andamento circolare della cultura, all’insegna della multidisciplinarietà, che coinvolga tanto il livello accademico quanto quello artistico. “L’Italia è una superpotenza culturale che ha sempre esercitato i suoi poteri in maniera garbata, attraverso un’ibridazione positiva rispetto ad altri Paesi. La mediazione è quanto mai importante oggigiorno”, ha spiegato Bernini delineando un’offerta italiana costruita su più livelli. Le tre “anime” descritte da Bernini sono: l’anima accademica unita a quella della ricerca ed a quella artistica. “Siamo circondati da una bellezza rinascimentale che ci racconta un mondo dove esistevano saperi orizzontali”, ha precisato Bernini sottolineando come anticamente fossero quasi tutti artisti e scienziati insieme, ma anche inventori e studiosi delle arti. Bernini ha ricordato l’inaugurazione della ‘porta della scienza’ allo Science Gateway del Cern: una commistione di tutto ciò che, unito, porta al progresso e all’innovazione. Ha anche espresso soddisfazione per i complimenti provenienti dal Fermi Lab di Chicago ai ricercatori italiani, considerati i migliori. Il Ministro del Turismo, Daniela Santanché, ha a sua volta espresso preoccupazione per lo scenario geopolitico complesso. “La diplomazia culturale deve costruire ponti verso la pace ed è quello che auspichiamo tutti. Nessuno può tirarsi indietro adesso: l’insieme di tutti i piccoli contributi può avere un ruolo importante”, ha commentato Santanché sottolineando il maggior bisogno di promozione all’estero dell’Italia per accrescere l’orgoglio di appartenenza. “Servono ambizione e sfrontatezza per poter ritornare sul gradino più alto del podio”, ha suggerito Santanché raccontando che nel governo c’è un lavoro di squadra e molte iniziative vengono portate avanti insieme. “Dell’Italia, gli altri amano la lingua, la cultura ed i prodotti enogastronomici. Ma dobbiamo andare a promuovere anche la cultura dei 5.600 borghi che sono una specificità italiana”, ha concluso Santanché. Il Sottosegretario all’Istruzione, Paola Frassinetti, ha parlato delle scuole italiane d’eccellenza come biglietto da visita dell’Italia. “La scuola non è tale se non c’è binomio con la cultura. Le nostre scuole siano motore di coordinamento con le imprese del territorio per affinare competenze di qualificazione e riuscire a rendere attrattivi i nostri talenti per le imprese. Non dimentichiamoci le nostre radici classiche con una lingua tanto simile al latino”, ha spiegato Frassinetti ricordando però la necessità di sviluppare anche gli Istituti tecnologici superiori (ITS): a tal proposito, c’è una riforma portata in Consiglio dei Ministri per riformare la filiera della cultura tecnica. Il Sottosegretario alla Cultura, Giammarco Mazzi, ha parlato di un’Italia come di un patrimonio sedimentato nei secoli ma anche di un laboratorio di festival, concerti ed eventi. “Produrre cultura è per noi italiani quasi naturale: servono la diffusione e la valorizzazione di questo tesoro per attirare sempre più pubblico internazionale”, ha spiegato Mazzi ricordando luoghi d’eccellenza italiani come il Teatro La Scala di Milano, la Biennale di Venezia, le Gallerie degli Uffizi di Firenze, l’Arena di Verona, il San Carlo di Napoli e siti come Pompei. Mazzi ha menzionato la vastità di un patrimonio diffuso con oltre cinquemila musei sparsi nel territorio nazionale. C’è poi l’idea del sostegno all’internazionalizzazione dello spettacolo dal vivo, promuovendolo insieme alla Farnesina. “Il Ministero degli Esteri e gli Istituti di Cultura sono le ali con cui il nostro patrimonio culturale vola”, ha rilevato Mazzi parlando poi di un’Italia che può tornare ad essere un set cinematografico naturale grazie anche ai fondi messi a disposizione dal Ministero della Cultura. In conclusione, Mazzi ha ricordato la candidatura della cucina italiana come Patrimonio Unesco e l’appuntamento di novembre con la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo. (Inform)